Stuprata e messa incinta a 12 anni dal rom col consenso delle famiglie
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LATINA, ORRORE SENZA FINE: SPOSA BAMBINA DI 12 ANNI, INCINTA E VITTIMA DI UN SISTEMA MARCIO. BASTA BUONISMO!
Un caso raccapricciante scuote Latina e getta luce su un abisso di degrado che non possiamo più ignorare. Una ragazzina di appena 12 anni, costretta a un matrimonio con rito rom, è stata trascinata in un incubo di violenze e gravidanze, mentre le famiglie – perfettamente consapevoli – sceglievano il silenzio e la complicità. Due volte incinta a un’età in cui dovrebbe giocare con le bambole, due volte costretta ad affrontare il trauma di aborti, uno dei quali in una clinica privata per nascondere l’orrore. Poi, a 14 anni, madre. Quattro persone, i genitori della vittima e quelli del fidanzato, sono indagati per violenza sessuale aggravata, ma questo non basta a lavare la vergogna di un sistema che permette simili atrocità.
Le telefonate intercettate, come riferito da pm e gip, sono una condanna senza appello: entrambe le famiglie sapevano, approvavano, tacevano. Siamo di fronte a un medioevo importato – che poi il medioevo qui mica era così -, a pratiche barbare che si annidano tra noi sotto il velo di una tradizione che non può trovare spazio in una società civile. Una ragazzina di 12 anni, invece di essere protetta, è stata sacrificata sull’altare di usanze retrograde, mentre chi avrebbe dovuto difenderla – i suoi stessi genitori – si girava dall’altra parte. E tutto questo in Italia, nel 2025, non in qualche angolo remoto del pianeta.
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Non è più tempo di giri di parole o di quel buonismo ipocrita che ci ha portato a tollerare l’intollerabile. Cosa stiamo importando con un’immigrazione senza filtri? Culture che calpestano i diritti dei più deboli, che trasformano bambine in spose e madri, che giustificano l’ingiustificabile con il pretesto della “diversità”? Questa non è diversità, è aberrazione. È violenza legalizzata da chi si nasconde dietro riti e consuetudini, mentre le istituzioni restano a guardare, lente e impotenti.
Quattro indagati non sono abbastanza. Dove erano i servizi sociali quando questa ragazzina veniva data in sposa? Dove erano le autorità mentre affrontava due gravidanze a 12 anni? E dove è il coraggio di dire basta a un multiculturalismo cieco che ci sta trascinando nel baratro? Questa storia non è un’eccezione, è un campanello d’allarme. Serve una risposta dura, serve chiudere le porte a chi porta con sé pratiche che offendono la nostra civiltà. Non possiamo più permetterci di sacrificare le nostre figlie per paura di essere chiamati intolleranti. Sveglia, Italia: il futuro delle nostre bambine non si baratta con il silenzio.
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