“Chiudere le scuole in tutta Italia”, Soumahoro vuole Ramadan festa nazionale
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L’unica soluzione: azzerare l’immigrazione islamica regolare
Non illudiamoci: l’avanzata di personaggi come Soumahoro e delle loro idee perverse è il frutto di un’immigrazione islamica incontrollata che abbiamo subito per troppo tempo. L’unico modo per fermare questa deriva è chiaro: azzerare l’immigrazione islamica regolare. Non si tratta di odio, ma di sopravvivenza. Continuare ad accogliere milioni di persone che portano con sé valori incompatibili con i nostri, e che poi pretendono di imporli, significa condannare l’Italia a diventare una terra straniera in casa propria. Basta ingressi, basta quote, basta illusioni di integrazione: chiudiamo le porte, o Soumahoro sarà solo il primo di una lunga lista di profeti della nostra disfatta.
SOUMAHORO, L’AFRICANO CHE VUOLE ISLAMIZZARE L’ITALIA: VIA DAL PARLAMENTO, NON DOVREBBE NEANCHE ESSERCI!
“Chiudere le scuole per il Ramadan? Una follia di un deputato che non rappresenta gli italiani”
Aboubakar Soumahoro è tornato a colpire, e ancora una volta lo fa con l’arroganza di chi si crede il profeta di un’Italia che non esiste, né dovrebbe mai esistere. Ieri, alla vigilia del Ramadan, questo sedicente parlamentare ha avuto il coraggio di convocare una conferenza stampa alla Camera – una sala desolatamente vuota, senza giornalisti né colleghi, un dettaglio che dice tutto – per riproporre la sua ossessione: rendere l’Eid Al-Fitr, la festa di fine Ramadan, una festività nazionale con tanto di scuole chiuse. Sì, avete capito bene: mentre il Paese affronta crisi economiche, criminalità dilagante e un’identità culturale sotto attacco, Soumahoro pensa che la priorità sia fermare le lezioni per una ricorrenza che non appartiene alla nostra storia. Ma chi è quest’uomo per permettersi di dettare legge in Italia? E soprattutto, come osa sedere in Parlamento?
Un abusivo a Montecitorio
Portato in Parlamento dagli eco-sinistroidi Fratoianni e Bonelli, Soumahoro non è altro che un prodotto della propaganda radical-chic, un simbolo vuoto di un’integrazione fallita. La sua legittimità come deputato è un insulto agli italiani: un uomo coinvolto negli scandali delle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera, accusate di sfruttare migranti – proprio quelli che lui diceva di difendere – non dovrebbe neanche mettere piede in un’aula parlamentare. Eppure eccolo lì, a blaterare di petizioni e proposte di legge (la numero 1815, per la cronaca) come se fosse un legislatore illuminato. La verità? È uno straniero che usa la sua carica per imporre un’agenda estranea alla nostra cultura, un’agenda che puzza di resa e sottomissione.
“Festività agli effetti civili”? Un attacco alla nostra identità
Con la faccia tosta che lo contraddistingue, Soumahoro cita la Costituzione – articoli 8 e 19 – e la Carta dei diritti Ue per giustificare la sua crociata. “L’Italia è il terzo Paese europeo per popolazione musulmana, circa 3 milioni”, sbandiera, come se i numeri bastassero a riscrivere la nostra storia. Certo, la libertà di culto è sacrosanta: nessuno nega ai musulmani di pregare o festeggiare nelle loro case. Ma da qui a chiudere le scuole e dichiarare festa nazionale per l’Eid Al-Fitr ce ne passa! Vuole paragonare il Ramadan all’Epifania o al Natale? È una bestemmia culturale. Le nostre festività sono radicate in millenni di tradizione cristiana e civile, non sono capricci di un deputato straniero in cerca di visibilità.
E poi, se si parla di uguaglianza, perché solo l’Islam? In Italia ci sono ebrei, buddisti, induisti: dovremmo chiudere le scuole per ogni loro ricorrenza? Soumahoro non lo dice, perché il suo obiettivo non è l’equità, ma la sostituzione: vuole cancellare chi siamo per imporci chi è lui. Il suo richiamo al “mutuo rispetto” di Mattarella è una farsa: rispetto è una strada a doppio senso, non una resa unilaterale a chi pretende di stravolgere il nostro calendario.

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Un’aula vuota, un’idea vuota
Il flop della sua conferenza stampa è la fotografia perfetta di quanto Soumahoro sia scollegato dalla realtà. Nessuno lo ascolta, né i colleghi né i cittadini, eppure lui insiste, come un Don Chisciotte senza causa. La sua petizione per raccogliere firme è destinata a morire nel silenzio, perché gli italiani non sono così stolti da abboccare. Altro che “sensibilizzare e condividere valori”: questa è una provocazione bella e buona, un tentativo di islamizzare l’Italia un passo alla volta, partendo dalle scuole – il luogo dove si forma il futuro del Paese.
Fuori dal Parlamento, subito!
Soumahoro non dovrebbe essere lì. Non rappresenta gli italiani, non difende i nostri interessi, non ha alcuna credibilità. È un relitto di un’ideologia fallimentare, un parassita politico che sfrutta la sua poltrona per inseguire sogni di grandezza. La sua proposta non è solo assurda, è pericolosa: apre la porta a un’Italia dove la nostra identità viene calpestata in nome di un pluralismo malato. Basta con queste pagliacciate: fuori dal Parlamento, torni da dove è venuto. Gli italiani meritano di meglio che un predicatore da strapazzo che vuole chiudere le scuole per il Ramadan mentre il Paese va a rotoli. Sveglia, Italia, prima che sia troppo tardi!
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