Giudici impongono la moschea nell’enclave islamica alle porte di Milano

V
By V marzo 1, 2025 23:41

Giudici impongono la moschea nell’enclave islamica alle porte di Milano

“Dopo il partito islamico, la concessione della moschea. Ci sono tutti gli elementi perché Magenta diventi una enclave musulmana alle porte di Milano e ciò desta molta preoccupazione”, dichiara l’eurodeputata Isabella Tovaglieri.

“Anche se questo processo di islamizzazione sta avvenendo apparentemente nel quadro delle leggi democratiche – prosegue l’esponente lombarda della Lega – non possiamo ignorare che, dietro al paravento della legalità, una parte consistente della comunità musulmana continui a portare avanti, promuovendole anche presso le nuove generazioni, la sharia e altre usanze islamiche arcaiche e liberticide, che sono in aperto contrasto con i dettami della nostra Costituzione e con i diritti fondamentali dell’individuo, in particolare delle donne.

MOSCHEE IN ITALIA: UN’INVASIONE IMPOSTA DAI GIUDICI, UN ATTACCO ALLA NOSTRA IDENTITÀ

L’Islam è incompatibile con la Costituzione, ma i soliti togati ci vendono alla sharia: serve uno stop totale

Le moschee stanno spuntando come funghi in Italia, e non per volontà dei cittadini, ma per l’arroganza di giudici che, con sentenze assurde, impongono ai comuni di cedere il passo all’islamizzazione. L’ultimo scandalo arriva da Magenta, dove il Consiglio di Stato ha ordinato al sindaco Luca Del Gobbo di trovare un’area per la moschea dell’associazione Abu Bakar, sventolando la bandiera della “libertà di culto”. È una vergogna: l’Islam, con la sua sharia e i suoi valori, è in aperto contrasto con la Costituzione italiana, eppure i soliti magistrati compiacenti spalancano le porte a una religione che minaccia la nostra sicurezza e la nostra identità. L’unica soluzione per fermare questa deriva è chiara: azzerare l’immigrazione islamica regolare, o le moschee saranno solo l’inizio della nostra fine.

Magenta: i giudici piegano un comune al volere islamico

Il 27 febbraio 2025, il Consiglio di Stato ha dato ragione all’associazione Abu Bakar, che dal 2020 chiedeva una moschea a Magenta. Il comune, guidato dal centrodestra, aveva detto no, ma i giudici hanno sentenziato: “Non si può opporre un ostacolo alla libertà di culto”. Tradotto: l’amministrazione deve individuare un’area, anche contro la volontà dei cittadini, perché così vuole la “parità tra confessioni religiose”. Come è possibile che un pugno di togati imponga una moschea a una comunità che non la vuole? L’assessore leghista Simone Gelli lo grida forte: “Abbiamo chiuso moschee abusive, difendiamo i magentini e la nostra identità”. Ma i giudici se ne infischiano, trasformando Magenta in un’enclave musulmana alle porte di Milano.

L’Islam contro la Costituzione: una verità ignorata

Parliamoci chiaro: l’Islam non è una religione come le altre. La sharia, che molte comunità musulmane promuovono – spesso nelle moschee – è un sistema di leggi arcaiche che calpesta i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione. L’articolo 3 garantisce l’uguaglianza tra i sessi? La sharia no, relegando le donne a suddite. L’articolo 21 tutela la libertà d’espressione? L’Islam la soffoca con la blasfemia. L’articolo 19 assicura la libertà religiosa? Non per chi abbandona l’Islam, punito con la morte in molti contesti. Come possono i giudici del Consiglio di Stato parlare di “parità” quando l’Islam è strutturalmente incompatibile con i nostri principi? È un’ipocrisia che ci sta costando cara.

Moschee: focolai di pericolo, non di culto

Non è solo una questione di valori: le moschee sono un rischio concreto. Quante volte abbiamo visto questi luoghi trasformarsi in centri di indottrinamento, radicalizzazione, persino terrorismo? L’eurodeputata Isabella Tovaglieri lo denuncia senza giri di parole: “Nessuno controlla cosa succede lì dentro”. A Magenta, Gelli ha chiuso moschee abusive e spazi islamici clandestini alla Vincenziana, ma i giudici lo obbligano a riaprire la partita. Come è possibile che si ignori la storia? Dalle moschee di Molenbeek ai sermoni incendiari di Londra, il copione è sempre lo stesso: predicatori che fomentano odio, “maranza” che si radicalizzano, cittadini che pagano il prezzo in sangue. Eppure, i magistrati insistono: “Costruite le moschee”. È follia pura.

Un’Italia sotto scacco giudiziario

Non è solo Magenta. I giudici stanno imponendo moschee ovunque, calpestando il volere delle amministrazioni locali. A Firenze, il TAR ha dato ragione a una comunità islamica contro il comune; a Genova, sentenze simili hanno aperto la strada a nuovi luoghi di culto. È un assedio giudiziario: toghe lontane dalla realtà obbligano i sindaci a cedere, anche quando i cittadini urlano “no”. Come è possibile che una manciata di burocrati in ermellino decida il destino delle nostre città, fregandosene della sicurezza e dell’identità? Il Consiglio di Stato parla di “vizio di istruttoria” a Magenta, ma il vero vizio è nella loro cecità: l’Islam non è “parità”, è conquista.

Azzerare l’immigrazione islamica: l’unica via

Basta con queste sentenze scandalose. Le moschee non sono un diritto, sono una minaccia – e i giudici che le impongono sono complici di un’islamizzazione che sta divorando l’Italia. Con 2,7 milioni di musulmani oggi e una crescita demografica inarrestabile, ogni nuova moschea è un passo verso un’Italia irriconoscibile, dove la sharia soppianterà la Costituzione. Non serve combattere caso per caso: l’unico modo per fermare questo scempio è azzerare l’immigrazione islamica regolare – stop a permessi, ricongiungimenti, ingressi. Basta alimentare la bestia. Se non lo facciamo, le moschee di Magenta, Firenze, Genova saranno solo l’antipasto di un Paese islamico, e i giudici potranno ringraziare sé stessi per averci condannati. Sveglia, o è la fine!

Giudici impongono la moschea nell’enclave islamica alle porte di Milano ultima modifica: 2025-03-01T23:41:12+00:00 da V
V
By V marzo 1, 2025 23:41
Write a comment

1 Comment

  1. lorenzoblu marzo 2, 14:56

    Basterebbe portare una mandria di porci a cagare sul terreno in cui dovrà essere edificata la moschea, ed il gioco è fatto

    Reply to this comment
View comments

Write a comment

Your e-mail address will not be published.
Required fields are marked*