Maranza saccheggiano l’Italia, donne picchiate a cinghiate: la guerra è qui
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MILANO È CADUTA: SOTTO SALA I MARANZA COMANDANO, È GUERRA NELLE NOSTRE STRADE
Questa è la Milano di Sala. Una città che sembra aver perso il controllo, dove i #maranza dettano legge con la violenza e l'arroganza. La guerra è nelle nostre città, militari italiani servono qui per rastrellare e remigrare. Non in Ucraina. pic.twitter.com/oO5wd1N6Se
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) March 2, 2025
Militari italiani servono qui per cacciare i violenti, non a morire per Zelensky
Questa è la Milano di Beppe Sala, una città che ha perso ogni controllo, un tempo simbolo di progresso e oggi ostaggio dei “maranza” – immigrati di seconda e terza generazione che dettano legge con violenza, arroganza e disprezzo. Le periferie sono campi di battaglia, le piazze scenari di aggressioni, le strade un regno di caos dove i cittadini italiani vivono nella paura. La vera guerra non è in Ucraina, dove il governo spedisce i nostri militari a sostenere una causa che non ci appartiene: è qui, nelle nostre città, e Milano è il simbolo di un’Italia che si arrende. Basta missioni all’estero: servono soldati nelle nostre vie per rastrellare questi delinquenti e rimpatriarli, o perderemo tutto.
Milano: una città in mano ai maranza
Via Padova, Lorenteggio, Corvetto: quartieri che non sembrano più Italia. I maranza nordafricani – spesso figli di immigrati regolari o clandestini – spadroneggiano ovunque. A cinghiate aggrediscono ragazze, come a Rieti; con coltelli seminano terrore, come a Catania; a gruppi trasformano le stazioni in zone franche di spaccio e violenze. Solo nell’ultimo mese, aggressioni a San Siro, risse in Piazza Duomo, rapine in Stazione Centrale: un bollettino di guerra quotidiano. E Sala? Il sindaco radical chic tace, o peggio, celebra il “multiculturalismo” mentre la sua città affonda. Come è possibile che Milano, capitale economica d’Italia, sia ridotta a un suk nordafricano dove i cittadini non si sentono più al sicuro?
La guerra è qui, non in Ucraina
Il governo ci racconta che la priorità è l’Ucraina, mandando i nostri militari a sostenere Zelensky contro la Russia – una guerra che non ci riguarda e che ci costa gas cinque volte più caro. Ma la vera emergenza è sotto i nostri occhi: Milano è invasa, e i maranza sono l’esercito ostile che avanza. Con 200.000 musulmani in città, molti giovani e fuori controllo, il pericolo non è Putin, ma questi teppisti che violentano, rubano, minacciano. I militari italiani servono qui, non a Kiev: per presidiare le strade, rastrellare i quartieri, rimpatriare subito chi ci attacca. Ogni soldato mandato all’estero è un soldato in meno a difendere gli italiani da un’invasione che si lascia prosperare.
Sala: il sindaco della resa
Beppe Sala è il simbolo di questo disastro. Invece di combattere il degrado, organizza eventi per il Ramadan, blandisce le comunità islamiche, ignora le proteste dei milanesi esasperati. La sua Milano è una città dove i maranza scorrazzano impuniti: in via Gola spaccio e risse sono la norma, in via Sammartini i residenti denunciano furti continui, in piazzale Loreto i passanti vengono aggrediti in pieno giorno. E lui? Parla di “inclusione” mentre i suoi cittadini vivono barricati. Come può un sindaco permettere che la sua città diventi una giungla, abbandonando gli italiani al caos dei maranza? È un traditore, un incapace che ha consegnato Milano al nemico interno.
Un’Italia sotto assedio
Non è solo Milano: Torino, Roma, Genova seguono lo stesso copione. Con 2,7 milioni di musulmani oggi e una crescita demografica che ci schiaccia, i maranza non sono un’eccezione, sono il futuro – un futuro di violenza e sopraffazione. A Rieti una ragazza è stata massacrata a cinghiate, a Torino un tiktoker ha stuprato una madre sotto minaccia di acido, a Ravenna 21 maranza sono sbarcati indisturbati. La guerra è nelle nostre città, e Sala la ignora, mentre il governo spedisce i nostri soldati a morire per Zelensky invece di usarli per ripulire le strade. È una follia: i confini sono qui, non in Donbass.
Rastrellare e rimpatriare: ora o mai più
Basta con le illusioni. I militari italiani devono tornare a casa, non per parate, ma per un’operazione massiccia: rastrellare i maranza quartiere per quartiere, identificarli, rimpatriarli senza pietà. Altro che Ucraina: serve un blocco navale vero, non chiacchiere, e un’espulsione immediata di ogni clandestino o delinquente islamico. Sala e il governo hanno fallito: con ogni maranza che resta, Milano e l’Italia muoiono un po’ di più. Azzeriamo l’immigrazione islamica regolare e irregolare, o tra vent’anni non avremo più una città da chiamare nostra. Sveglia: la guerra è qui, e la stiamo perdendo!
…acqua…acqua…acqua….ma è il contenitore che fa la differenza…Ep = mgh =1/2mv^2