Cutro,2 scafisti chiedono risarcimento all’Italia per il mancato incasso
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SCANDALO A CUTRO: TRAFFICANTI DI CLANDESTINI DENUNCIANO I MILITARI ITALIANI, MA ALTRO CHE VITTIME!
Incredibile ma vero: a Crotone, due trafficanti di clandestini, Hasab Hussain e Khalid Arslan, già condannati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, hanno avuto la sfacciataggine di chiedere di costituirsi parte civile contro i militari della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera. Il motivo? Secondo il loro avvocato, Salvatore Perri, i militari non sarebbero corsi a soccorrerli durante il naufragio della “Summer Love”, il caicco affondato il 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro, che ha causato la morte di 94 persone. Oggi, 5 marzo 2025, si è tenuta la prima udienza preliminare contro i militari, e questi due pachistani, condannati rispettivamente a 16 e 11 anni di carcere il 10 dicembre scorso, pretendono di passare per vittime. Ma victime di cosa, verrebbe da chiedersi, visto che i clandestini a bordo, loro “clienti”, hanno pagato 10mila euro a testa per quel viaggio?
“Sono persone offese come tutte le altre”, ha dichiarato l’avvocato Perri, con un’audacia che lascia sbalorditi. “Erano anche loro sulla barca nel mare in tempesta, e chi è chiamato a fare i soccorsi deve intervenire per salvare tutti”. Peccato che Hussain e Arslan non fossero poveri disperati in cerca di salvezza, ma complici attivi di un’organizzazione criminale che ha lucrato su quel viaggio della morte. Assolti dal reato di naufragio colposo, sì, perché non governavano direttamente la barca, ma condannati per aver collaborato con i comandanti. E ora, invece di scontare la pena in silenzio, hanno il coraggio di puntare il dito contro chi, in una notte di tempesta, avrebbe dovuto correre a “salvarli”. Salvarli da cosa, poi? Dalla loro stessa scelta di lucrare su un traffico schifoso?

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E non veniamo a parlare di “vittime” nemmeno per i clandestini a bordo. Altro che disperati senza alternative: questi signori hanno sborsato 10mila euro a testa – una cifra che in molti paesi equivale a anni di stipendio – per farsi portare in Italia. Non sono naufraghi capitati lì per caso, ma clienti consapevoli di un servizio illegale, organizzato da gente come Hussain e Arslan. Eppure, oggi, i trafficanti denunciano i militari italiani perché non sarebbero stati abbastanza veloci a tirarli fuori dai guai. È il mondo alla rovescia: chi organizza il crimine si lamenta che lo Stato non lo abbia protetto dalle conseguenze.
Questo scandalo getta luce su un’assurdità: mentre i militari della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera rischiano la vita per pattugliare le coste, i veri responsabili – i trafficanti – si permettono di fare la morale. E il governo? Tace, mentre il processo ai soccorritori va avanti e i veri colpevoli cercano di rigirare la frittata. Se questa non è una beffa, ditemi voi cos’è. Altro che solidarietà: qui si sta difendendo chi ha le mani sporche di sangue, e i 10mila euro a cranio lo dimostrano. Sveglia, Italia!
rivaluto la mitologia greca…e pensare che ritenevo i greci antichi dei geni però col tallone di venerare d’Achille un Olimpo popolato di personaggi bischeri e coglioni…e invece…ma sai che Poseidone forse esiste davvero? E simpatizza per la Giorgia e per l’Italia in generale…dai Nettuno! Sei tutti noi!
Però mettici un po’ più d’impegno e non solo quando ti va…