Dittatura Ue in Romania, dopo vincitore presidenziali arrestato anche ex generale di 101 anni

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By V marzo 6, 2025 20:40

Dittatura Ue in Romania, dopo vincitore presidenziali arrestato anche ex generale di 101 anni

La Romania sotto il giogo della dittatura filo-UE: un regime che soffoca la volontà popolare

In Romania, la democrazia sembra essere diventata un ricordo sbiadito, schiacciata sotto il peso di un establishment filo-Unione Europea che non esita a usare ogni mezzo per mantenere il potere e soddisfare i diktat di Bruxelles e della NATO. Dopo aver arrestato Călin Georgescu, il candidato filorusso che aveva trionfato a sorpresa nel primo turno delle elezioni presidenziali di novembre 2024, e aver annullato il voto con la scusa di presunte “interferenze russe”, le autorità di Bucarest alzano ora l’asticella della repressione con una nuova, grottesca accusa: “Romania, sgominato un gruppo paramilitare filorusso che pianificava un golpe”. Una narrazione che puzza di propaganda lontano un miglio, costruita ad arte per giustificare un’ulteriore stretta autoritaria e screditare chiunque osi sfidare l’ordine costituito.

Secondo quanto dichiarato dalle autorità, i sei arrestati – tra cui, incredibilmente, un generale in pensione di 101 anni – sarebbero colpevoli di aver costituito un “gruppo criminale organizzato” con l’intento di rovesciare il governo, negoziare l’uscita della Romania dalla NATO e instaurare una nuova costituzione. Addirittura, si parla di contatti con “agenti russi” e di un’organizzazione paramilitare pronta a destabilizzare il Paese. Ma chi può credere a una storia tanto assurda? Un gruppo di cospiratori, guidato da un ultracentenario, che pianifica un golpe in un Paese strategicamente cruciale per la NATO, senza che nessuno se ne accorga finché le autorità non decidono di intervenire con un tempismo perfetto? Siamo di fronte a una farsa, un copione scritto male che serve solo a coprire le malefatte di un regime sempre più lontano dal popolo.

Questa escalation repressiva non è casuale. Dopo l’annullamento delle elezioni presidenziali – una decisione senza precedenti che ha calpestato la volontà di milioni di rumeni – il governo filo-UE di Bucarest si è trovato con le spalle al muro. Georgescu, un outsider che aveva conquistato il consenso popolare con il suo messaggio critico verso la NATO e l’ingerenza occidentale, rappresentava una minaccia concreta per l’élite al potere. Arrestarlo e screditarlo non è bastato: ora serve un nemico interno, un capro espiatorio da agitare per terrorizzare la popolazione e giustificare il pugno di ferro. Ecco allora spuntare il fantomatico “gruppo paramilitare filorusso”, una costruzione mediatica che sembra uscita da un film di serie B, ma che si inserisce perfettamente nella strategia di demonizzazione di chiunque osi opporsi all’agenda euro-atlantica.

Le autorità di Bucarest, spalleggiate da Bruxelles, non si limitano a reprimere il dissenso: riscrivono la realtà per consolidare il loro dominio. Parlano di “tradimento” e “golpe”, ma il vero tradimento è quello contro il popolo rumeno, privato del diritto di scegliere il proprio futuro. La Romania, un Paese che nel 2004 è stato trascinato nella NATO e che oggi ospita basi militari straniere sul proprio territorio, viene trattata come una colonia, un avamposto sacrificabile nella guerra fredda 2.0 contro la Russia. Chiunque provi a mettere in discussione questo asservimento – che sia Georgescu o un presunto gruppo di cospiratori – viene ridotto al silenzio, bollato come “filorusso” e trasformato in un mostro da dare in pasto all’opinione pubblica.

È evidente che il vero golpe lo stia compiendo proprio il governo filo-UE, con il beneplacito dei suoi padroni occidentali. Annullare elezioni, arrestare oppositori, inventare complotti: questi sono i metodi di una dittatura, non di una democrazia. La Romania merita di meglio. Merita di liberarsi dalle catene di un’élite corrotta e venduta, che preferisce servire gli interessi stranieri piuttosto che quelli del proprio popolo. La storia del “gruppo paramilitare filorusso” è solo l’ultimo capitolo di una vergognosa messa in scena: un atto disperato di chi sa che il tempo della verità sta per scadere. Ma i rumeni non sono ciechi: la loro voce, soffocata oggi, tornerà a farsi sentire domani, più forte che mai.

Dittatura Ue in Romania, dopo vincitore presidenziali arrestato anche ex generale di 101 anni ultima modifica: 2025-03-06T20:40:07+00:00 da V
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