ESERCITO UE VIETEREBBE LE ELEZIONI IN ITALIA COME IN ROMANIA
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Un esercito europeo nelle mani di Ursula: il caso Romania svela i pericoli di un’UE militarizzata
L’Unione Europea, sotto la guida della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sta spingendo con sempre maggiore insistenza per la creazione di un esercito europeo, un progetto che promette di “rafforzare la sicurezza comune” ma che, alla luce degli ultimi eventi in Romania, dovrebbe far suonare un campanello d’allarme in ogni cittadino del continente. Se un’UE già invasiva e autoritaria avesse a disposizione una forza militare propria, autonoma dagli Stati membri e rispondente solo a Bruxelles, ciò che sta accadendo oggi a Bucarest potrebbe diventare la norma: repressione del dissenso, annullamento della sovranità nazionale e imposizione di un’agenda centralizzata con la forza delle armi.
Prendiamo la Romania come caso studio. Dopo aver arrestato Călin Georgescu, il vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali del novembre 2024, e aver annullato il voto con pretesti legati a presunte “interferenze russe”, le autorità filo-UE del Paese hanno alzato il tiro, annunciando lo smantellamento di un fantomatico “gruppo paramilitare filorusso” accusato di pianificare un golpe e di voler negoziare l’uscita dalla NATO. Una storia che puzza di propaganda, orchestrata per screditare gli oppositori e giustificare una deriva autoritaria. Ora immaginate cosa accadrebbe se, invece di affidarsi alla polizia locale e alla retorica mediatica, il governo rumeno potesse contare su un esercito europeo mandato direttamente da Bruxelles per “ristabilire l’ordine”. La repressione non sarebbe più solo una questione di arresti e processi farsa, ma potrebbe trasformarsi in un intervento militare vero e proprio contro chiunque osi sfidare l’ortodossia euro-centrica.
Un esercito dell’UE, come lo immagina Ursula von der Leyen, non sarebbe un semplice strumento di difesa contro minacce esterne. Diventerebbe inevitabilmente un’arma nelle mani di un’élite non eletta, abituata a imporre decisioni impopolari – dall’austerità economica all’immigrazione incontrollata – senza rendere conto ai cittadini.
In Romania, un contingente europeo potrebbe essere dispiegato per “proteggere la democrazia” (leggi: soffocare il dissenso), etichettando ogni critica alla NATO o all’UE come “tradimento” o “propaganda nemica”. Le sovranità nazionali, già erose da anni di servilismo verso Bruxelles, sparirebbero del tutto: ogni Paese ridotto a pedina in un gioco geopolitico più grande, con truppe straniere a reprimere la volontà popolare sotto la bandiera stellata.
E non si tratterebbe di un’eccezione. Pensate a cosa potrebbe succedere in altri Stati membri: in Ungheria, dove Viktor Orbán resiste ai diktat di Bruxelles; in Polonia, spesso nel mirino per le sue posizioni conservatrici; o persino in Italia, se un governo futuro dovesse opporsi alle politiche migratorie o economiche dell’UE. Un esercito europeo fornirebbe a Ursula e ai suoi successori il potere di schiacciare ogni forma di resistenza, trasformando l’Unione in una superpotenza autoritaria mascherata da faro di democrazia. La libertà di parola, il diritto di voto, la possibilità di autodeterminazione degli Stati: tutto sarebbe sacrificato sull’altare di un’unità forzata, imposta con il fucile.
Pensate a cosa potrebbe succedere in Italia, un Paese che negli ultimi anni ha più volte tentato di rialzare la testa contro le imposizioni di Bruxelles. Immaginate un governo italiano che decida di chiudere i porti ai clandestini, come già accaduto sotto Matteo Salvini nel 2018-2019, per proteggere i confini e rispondere al sentimento popolare. Con un esercito europeo a disposizione, l’UE potrebbe scendere in Italia come un esercito di Lanzichenecchi, non più limitandosi a minacce economiche o sanzioni, ma inviando truppe per riaprire i porti con la forza. Navi cariche di migranti scortate da militari sotto la bandiera stellata, coste italiane occupate da forze straniere per “garantire i diritti umani” – un’umiliazione che ridurrebbe la sovranità nazionale a una parola vuota. Gli italiani, privati del diritto di decidere chi entra nel loro Paese, si troverebbero a subire un’invasione militarizzata, giustificata con il solito mantra progressista dell’accoglienza.
Ma non finisce qui. L’agenda ideologica di Bruxelles, sempre più spinta verso l’estremismo woke, potrebbe trovare nell’esercito europeo uno strumento per imporre le sue follie anche nei settori più intimi della vita sociale. Pensate a leggi che obblighino il cambio di sesso per i bambini o che normalizzino la pedofilia sotto il pretesto di “inclusività” e “diritti”. Se un governo italiano si opponesse a queste derive, rifiutandosi di piegare le scuole e le famiglie a un’indottrinamento aberrante, l’UE potrebbe usare il suo esercito per “ristabilire i valori europei”. Truppe nelle strade, presidi nelle città, magari un’occupazione simbolica di Roma per “educare” la popolazione ribelle. Quello che oggi sembra fantascienza potrebbe diventare realtà: un’Italia costretta a inginocchiarsi non solo economicamente, ma anche culturalmente e moralmente, sotto il tallone di un’armata al servizio di un’élite lontana e ostile.
Il caso Romania ci mostra già i prodromi di questo scenario. Le autorità di Bucarest, spalleggiate dall’UE, non hanno esitato a calpestare la democrazia per mantenere il Paese nella gabbia della NATO e dell’agenda occidentale. Con un esercito europeo a disposizione, non ci sarebbe nemmeno bisogno di inventare complotti improbabili come quello del “gruppo paramilitare filorusso”: basterebbe un ordine da Bruxelles per dispiegare truppe e mettere a tacere ogni opposizione, senza il fastidio di giustificazioni o processi. La Romania di oggi è un laboratorio, un’anticipazione di ciò che potrebbe accadere su scala continentale se il sogno militarista di von der Leyen diventasse realtà.
L’Europa non ha bisogno di un esercito unico per difendersi, ma di governi che rispettino la volontà dei popoli. Dare a Bruxelles una forza militare significherebbe consegnarle un’arma di coercizione senza precedenti, trasformando l’UE da un’unione di Stati in un impero centralizzato. La Romania ci sta già mostrando il volto di questa distopia: elezioni annullate, oppositori arrestati, propaganda spacciata per verità. Aggiungete un esercito europeo al mix, e il risultato sarà un continente dove la libertà diventa un ricordo e il dissenso un crimine da punire con la forza. È questo il futuro che vogliamo? Svegliamoci, prima che sia troppo tardi.
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