Solo vent’anni all’assassino moldavo di Yana
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Il povero Luca Traini venne condannato a 12 anno per avere sparato a degli spacciatori africani. Senza uccidere nessuno. Questo a venti anni per avere ucciso a calci in testa una ragazza e poi chiuso il cadavere in una valigia.
“COME SE L’AVESSERO UCCISA ANCORA”: A MANTOVA UN IMMIGRATO ASSASSINO È QUASI LIBERO, È LA VERGOGNA DI UN’ITALIA INVASA
Vent’anni a un moldavo che ha soffocato Yana, e lo Stato lo coccola: espelliamoli tutti ora!
Mantova, 6 marzo 2025: “È come se l’avessero uccisa un’altra volta”, grida tra le lacrime Oleksander Malayko, padre di Yana, 23enne ucraina soffocata a morte dall’ex fidanzato moldavo Dumitru Stratan, 35 anni. La Corte d’Assise di Mantova lo ha condannato a soli vent’anni: niente ergastolo, niente giustizia, solo un buffetto per un immigrato che ha massacrato una ragazza, nascosto il corpo in una valigia e manomesso le telecamere. È uno schifo insopportabile: la giustizia italiana si piega a un assassino straniero, mentre l’Italia affoga sotto un’invasione di predatori. Basta: espelliamo questi criminali e chiudiamo le frontiere!
Yana massacrata, Stratan coccolato: un delitto senza punizione
La notte del 20 gennaio 2023, Yana Malaiko, barista a Castiglione delle Stiviere, è caduta in una trappola mortale: Stratan, moldavo residente lì, la attira con la scusa del cane malato, la colpisce con pugni e calci alla testa e la soffoca nell’appartamento della sorella, sua titolare. Poi, come un vigliacco, avvolge il corpo nel cellophane, lo chiude in una valigia e lo scarica in uno sterrato a Lonato, manomettendo le telecamere per coprirsi. Confessa, sì, ma la Corte esclude la premeditazione: 30 anni ridotti a 20 col rito abbreviato. Dopo sette-otto anni sarà libero, espulso con 450.000 euro di provvisionale che non pagherà mai. Come può un padre sentire che sua figlia è “uccisa ancora” da una sentenza così schifosa?
Immigrati extraeuropei: un pericolo che ci sgozza
Stratan, moldavo, è l’ennesimo predatore extracomunitario: non un “disperato in cerca di futuro”, ma un assassino che ci odia e ci colpisce. Yana, ucraina, lavorava onestamente; lui, immigrato, l’ha massacrata senza pietà. E la giustizia? Lo premia con una pena da vacanza, mentre Oleksander piange: “Ogni donna deve sapere che non è sicura”. Come può l’Italia lasciare che questi invasori ammazzino impuniti?
La giustizia italiana: un insulto agli uomini e alle vittime
Il pm Lucia Lombardo voleva l’ergastolo, ma la Corte dice no: niente premeditazione, vent’anni e arrivederci. Stratan, che non si è mai presentato in aula, ride di noi, mentre Oleksander, presente a ogni udienza, muore dentro. “La giustizia non esiste”, dice, e ha ragione: un sistema anti-maschio e pro-immigrati coccola gli assassini stranieri, mentre le vittime italiane – donne o uomini – vengono dimenticate. Le ONG scaricano feccia, i centri accoglienza la proteggono, e il governo? Niente espulsioni immediate, niente blocco navale. Come può lo Stato tradire un padre che ha perso tutto, lasciando un moldavo assassino quasi libero?
Espelliamoli e basta: Yana meritava giustizia, non pietà per Stratan
Vent’anni per aver soffocato Yana, nascosto il corpo e manomesso le prove è un insulto che brucia: Stratan è un mostro immigrato, non una vittima da riabilitare. Basta con questa farsa: espelliamo lui e ogni clandestino extraeuropeo – barconi, permessi, ricongiungimenti, tutti fuori – prima che sconti un giorno di pena. Oleksander ha ragione: “Sono morto anch’io”. Yana è stata uccisa due volte: dal moldavo e da una giustizia schifosa. Sveglia, Italia: o cacciamo questi predatori, o ci sgozzeranno uno per uno!
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