Pronto a decapitare italiani: pakistano integrato arrestato a Piacenza

V
By V marzo 7, 2025 18:04

Pronto a decapitare italiani: pakistano integrato arrestato a Piacenza

L’IMMIGRAZIONE ISLAMICA VA AZZERATA: UN PERICOLO INACCETTABILE PER L’ITALIA E L’EUROPA

È un copione che si ripete, un incubo che non accenna a finire. Lo scorso 3 marzo, come emerso solo ora, un cittadino pakistano residente a Piacenza è stato arrestato in esecuzione di un mandato europeo emesso dalla Spagna. L’accusa? Terrorismo. Un altro tassello di una rete jihadista che si espande come un cancro silenzioso nelle nostre città, nelle nostre vite, sotto i nostri occhi distratti da buonismi e ipocrisie. Questo individuo, già attenzionato dalla polizia dal 2021, non era un irregolare qualunque: viveva regolarmente in Italia, integrato nel tessuto sociale, eppure covava il germe della violenza e della morte. È l’ennesima prova che l’immigrazione islamica, anche quella cosiddetta “regolare”, rappresenta una minaccia che non possiamo più permetterci di ignorare.

Contemporaneamente, in Spagna, la Polizia Nacional e i Mossos d’Esquadra hanno smantellato una cellula terroristica a Barcellona, il “Gruppo Gabar”, arrestando altri dieci complici. Questa organizzazione, perfettamente strutturata, utilizzava il web per diffondere il suo veleno: appelli a uccidere, a decapitare, a seminare terrore in nome di una dottrina fanatica. Non erano semplici parole: avevano già individuato bersagli in Europa, pronti a colpire. Tra i loro canali, uno gestito interamente da donne, a dimostrazione di come il radicalismo non conosca genere, ma solo cieca obbedienza alla jihad. E il pakistano di Piacenza? Era in contatto con questa rete, legata addirittura agli attentatori di Charlie Hebdo, quel massacro che ancora brucia nella memoria di chi non si è arreso alla retorica dell’accoglienza indiscriminata.

Non è un caso isolato, non è un’eccezione. In tre anni, la Spagna ha arrestato 30 terroristi in indagini simili. Nel 2022, nell’ambito della stessa operazione Gabar, 14 pakistani sono finiti in carcere, molti dei quali condannati con sentenze definitive in Italia. Tutti accomunati da un unico obiettivo: il terrore, la destabilizzazione, la guerra santa contro chi non si piega. E noi? Continuiamo a ospitare, a regolarizzare, a chiudere gli occhi di fronte a un’evidenza schiacciante: l’immigrazione islamica è una porta spalancata alla violenza.

Basta con le illusioni. Non si tratta di “integrazione fallita” o di “casi isolati”. È un sistema che non funziona, un rischio che non possiamo più correre. Ogni permesso di soggiorno concesso a individui provenienti da contesti a rischio è un potenziale lasciapassare per il caos. L’Italia e l’Europa devono agire con fermezza: stop totale all’immigrazione islamica, regolare o irregolare che sia. Non è xenofobia, è sopravvivenza. Le nostre forze dell’ordine, encomiabili nel loro lavoro, non possono essere lasciate sole a tamponare una falla che la politica si rifiuta di chiudere.

Il pakistano di Piacenza non era un fantasma: era qui, tra noi, con un volto, un indirizzo, una vita apparentemente normale. Quanti altri come lui circolano indisturbati? Quante altre cellule dormienti aspettano il momento di colpire? La risposta è una sola: troppe. E finché non diremo basta, finché non azzereremo questo flusso incontrollato, saremo complici del prossimo attentato, del prossimo sangue versato. Sveglia, Italia: il tempo delle chiacchiere è finito.

Pronto a decapitare italiani: pakistano integrato arrestato a Piacenza ultima modifica: 2025-03-07T18:04:34+00:00 da V
V
By V marzo 7, 2025 18:04
Write a comment

1 Comment

  1. WLMHH8 marzo 7, 22:09

    Questa e’ dis-integrazione.

    Tutta colape di sinistri traditori!

    Reply to this comment
View comments

Write a comment

Your e-mail address will not be published.
Required fields are marked*