Terroristi trans vogliono uccidere chi difende i bambini

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By V marzo 9, 2025 14:32

Terroristi trans vogliono uccidere chi difende i bambini

L’ipocrisia assassina delle transfemministe: “Uccidi i Pro Vita” e il diritto di morte

“Uccidi i Pro Vita”. Questa scritta, comparsa su un’affissione pubblica in via Labicana a Roma, a due passi dalla sede nazionale di Pro Vita & Famiglia in Viale Manzoni, è l’ennesimo squallido atto di un movimento che si riempie la bocca di parole come “libertà” e “diritti”, ma che in realtà puzza di intolleranza, violenza e morte. Le attiviste trans-femministe, dopo aver seminato caos a Bergamo, hanno portato il loro odio cieco nella Capitale, proprio durante la Giornata internazionale per i diritti delle donne dell’8 marzo 2025. Un giorno che dovrebbe celebrare la vita e la dignità, trasformato da queste fanatiche in un palcoscenico di minacce e intimidazioni.

Non è un caso isolato. A Bergamo, lo stesso giorno, le militanti di “Non una di meno” hanno occupato un’aula universitaria, impedendo un incontro sull’aborto organizzato da studenti e associazioni pro-life. Hanno urlato, protestato, costretto la Digos a intervenire per garantire la sicurezza di chi voleva semplicemente parlare di vita. E a Roma, mentre i Carabinieri presidiavano la sede di Pro Vita & Famiglia per proteggerla da possibili assalti, queste sedicenti paladine della libertà hanno lasciato il loro messaggio: “Uccidi i Pro Vita”. Un invito esplicito all’eliminazione fisica di chi osa pensarla diversamente da loro. Ma chi sono davvero queste donne che pretendono di dettare legge su vita e morte?

Sono le stesse che rivendicano il “diritto” di sopprimere i bambini non nati, trattando l’aborto come una conquista intoccabile, un totem ideologico da difendere a ogni costo. Non c’è contraddizione nel loro agire: vogliono il controllo assoluto, il potere di decidere chi vive e chi muore. I feti, indifesi e senza voce, possono essere sacrificati sull’altare della loro “autodeterminazione”. E ora, con la stessa arroganza, puntano il dito contro chi difende la vita, bollandoli come nemici da abbattere. “Uccidi i Pro Vita” non è solo una scritta: è la sintesi di un’ideologia che non tollera il dissenso e che considera la violenza un mezzo legittimo per imporre il proprio credo.

Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, ha ragione a gridare “basta”. “Quanto accaduto è l’ennesima dimostrazione di come chi difende la vita e la famiglia in Italia debba subire un’intimidazione costante,” ha dichiarato, chiedendo una condanna unanime da parte della politica e misure di sicurezza più forti dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Ma non si tratta solo di sicurezza fisica: è una questione di civiltà. Come possiamo accettare che in un Paese democratico si minacci di morte chi si batte pacificamente per la dignità umana? Come possiamo tollerare che un manipolo di estremiste post-moderne, accecate dal fanatismo, tenti di zittire chiunque non si pieghi al loro dogma?

Queste transfemministe non rappresentano le donne, né i loro diritti. Rappresentano un’ideologia totalitaria che odia la vita – quella nascente e quella di chi la protegge – e che si nutre di censura e aggressività. A Bergamo hanno bloccato un dibattito, a Roma hanno invocato il sangue. E tutto questo con il tacito appoggio di certa sinistra e di media compiacenti, che continuano a dipingerle come vittime invece che come carnefici. È ora di dire basta a questa deriva. Chi difende la vita merita rispetto, non minacce. E chi predica morte – per i bambini non nati o per i loro difensori – non ha alcun diritto di parlare di libertà.

Terroristi trans vogliono uccidere chi difende i bambini ultima modifica: 2025-03-09T14:32:52+00:00 da V
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By V marzo 9, 2025 14:32
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2 Comments

  1. Steobaldo marzo 9, 15:17

    …sono quello che sono perché sono transfemministe o anche solo femministe o sono femministe per tare ereditarie? Tutte e de le cose ma con forte accentuazione della seconda parte della domanda; se non tare certo traumi nella prima infanzia le/li portano a essere quello che sono. Insomma o in un modo o nell’altro sono delle persone malate e da rieducare e fin quando non arriverà la legge promossa da quel faccia di Zan dello Zan (chissà cosa ne direbbe Lombroso) dirò senza sosta che l’omosessualità e disordini connessi (pedofilia anche) è una malattia.

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  2. lorenzoblu marzo 9, 15:25

    sono zoccole che non hanno buscato abbastanza dai coglioni dei loro padri che erano impegnati giu’ in cantina a farsi inculare da qualche negro che ora si ingroppa le figlie cesse comuniste e ritardate mentali , che dovevamo essere soppresse alla loro nascita! proprio come predicano loro , ma ai danni di altri!

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