Vittima a processo perché ha violato privacy del suo stupratore: costretta a scusarsi

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By V marzo 9, 2025 17:56

Vittima a processo perché ha violato privacy del suo stupratore: costretta a scusarsi

Vittima di uno stupratore immigrato costretta a scusarsi: un’ingiustizia che grida vendetta a Lione

È un mondo alla rovescia, un insulto alla giustizia e un pugno nello stomaco per chiunque creda ancora nel buon senso. A Lione, una giovane donna di 20 anni, Louise X, vittima riconosciuta di un’aggressione sessuale, è stata trascinata in tribunale e costretta a umiliarsi davanti al suo stesso aguzzino. Il motivo? Aver osato mostrare il volto del suo aggressore, Thomas X, in un video su TikTok, pubblicato il 3 marzo 2024, per denunciare ciò che le era accaduto. E ora, il 18 febbraio 2025, il tribunale correzionale di Lione l’ha giudicata per “diffamaz

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pacca sulla spalla per un predatore seriale, mentre le sue vittime portano cicatrici che non si cancellano.

Ma la storia prende una piega ancora più assurda. Louise, stanca di tacere, ha deciso di condividere la sua esperienza su TikTok. Il suo video, che di solito avrebbe raggiunto poche centinaia di visualizzazioni, è esploso: 26.000 views in poco tempo. E qui entra in scena il ‘dramma’ del carnefice: Thomas, identificato dagli utenti, ha ricevuto minacce di morte e insulti razzisti. “Ha tentato il suicidio”, dice il suo avvocato.

Povero aguzzino, vittima della sua stessa vittima! E così, la giustizia francese ha deciso che la vera criminale è Louise, rea di aver “esposto” il suo aggressore al giudizio pubblico.

Al processo, Louise ha raccontato il calvario subito dopo il video: insulti online, accuse ignobili come “te la sei cercata”. “Volevo solo raccontare la mia storia, far sapere che non sono sola”, ha detto tra le lacrime. Ma la presidente del tribunale l’ha gelata: “Non hai solo avvertito le tue amiche, l’hai segnalato al mondo intero!”. Come se denunciare un crimine fosse un peccato mortale, mentre commetterlo meritasse comprensione.

E il colpo di grazia? Louise, a soli 20 anni, è stata costretta a guardare negli occhi il suo stupratore e a scusarsi “per le conseguenze” del suo gesto. Scusarsi. Con lui. Un africano che le ha rubato la serenità, che ha aggredito un’altra donna, che non ha scontato una pena irrisoria. “Passare al tribunale come accusata mi ha insegnato la lezione”, ha singhiozzato. Quale lezione? Che le vittime devono tacere, chinare la testa e lasciare i carnefici in pace. Se sono negri.

Questo non è un processo, è una farsa. È lo specchio di una società malata che protegge i colpevoli e umilia chi ha già sofferto abbastanza. Louise non ha chiesto vendetta, ha chiesto giustizia, e in cambio ha ricevuto un’ulteriore condanna. Vergogna, Lione. Vergogna, Francia. Vergogna a chiunque pensi che questa sia giustizia.

Ma dove cazzo sono le femministe?

Vittima a processo perché ha violato privacy del suo stupratore: costretta a scusarsi ultima modifica: 2025-03-09T17:56:13+00:00 da V
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By V marzo 9, 2025 17:56
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1 Comment

  1. Steobaldo marzo 9, 19:33

    ma dove cazzo sono le femministe? Ma le femministe sono dove (è il) cazzo…meglio se di ebano.

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