Collisione tra petroliera Usa e cargo: distruggiamo ambiente per non prendere il gas russo

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By V marzo 10, 2025 15:46

Collisione tra petroliera Usa e cargo: distruggiamo ambiente per non prendere il gas russo

Collisione nel Mare del Nord: un incidente che riaccende il dibattito sul traffico navale e l’impatto ambientale

Il 10 marzo 2025, il Mare del Nord è stato teatro di un grave incidente: una petroliera statunitense, la MV Stena Immaculate, e un cargo portoghese, la MV Solong, si sono scontrate al largo delle coste dell’East Yorkshire, vicino alla città portuale di Hull, nel Regno Unito. L’impatto, avvenuto poco prima delle 10:00 ora locale (11:00 in Italia), ha scatenato un incendio a bordo della petroliera, che trasportava carburante per aerei, e ha ferito almeno 32 marittimi. Fortunatamente, l’intero equipaggio di entrambe le navi è stato evacuato e portato a terra, con un solo ferito ricoverato in ospedale, secondo quanto riferito dalla Guardia Costiera britannica e da fonti locali.

La Stena Immaculate, di proprietà della svedese Stena Bulk ma gestita dalla compagnia americana Crowley, era ferma all’ancora al momento della collisione, mentre la Solong, di proprietà della tedesca Reederei Köpping, navigava a circa 16 nodi, diretta verso Rotterdam. Le cause dell’incidente non sono ancora chiare, ma le condizioni meteo e marine non risultavano particolarmente avverse. Le autorità marittime britanniche hanno avviato un’indagine per ricostruire la dinamica, mentre i soccorsi – coordinati da Hull con l’intervento di elicotteri, scialuppe e navi antincendio – sono riusciti a contenere le fiamme e a evitare, per ora, vittime.

Un rischio ambientale incombente
L’incidente ha immediatamente sollevato preoccupazioni per un possibile disastro ambientale. La petroliera, a pieno carico con cherosene per aerei, ha subito danni che potrebbero aver causato uno sversamento di carburante. La Guardia Costiera sta monitorando la situazione per valutare l’entità dell’inquinamento, con il timore che il greggio possa riversarsi nelle acque del Mare del Nord, un’area già sottoposta a intensa pressione ecologica. Sebbene i dettagli sullo sversamento siano ancora incerti, l’evento richiama alla memoria disastri come quello della Deepwater Horizon nel 2010, sottolineando la fragilità degli ecosistemi marini di fronte a incidenti di questa natura.

Il traffico navale e le scelte energetiche

Questo episodio non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di crescente traffico navale, anche nel Mediterraneo, alimentato dalle recenti dinamiche geopolitiche. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 e le conseguenti sanzioni, l’Europa ha ridotto drasticamente la dipendenza dal gas russo, puntando su forniture alternative, spesso trasportate via mare da Stati Uniti, Qatar e altri Paesi. Questo shift ha comportato un aumento delle rotte navali per il trasporto di gas naturale liquefatto (GNL) e altri combustibili fossili, con un impatto significativo sia economico che ambientale.

Rispetto al gas russo, che arrivava principalmente via gasdotto, il GNL trasportato via nave ha costi più elevati – fino a cinque volte tanto, secondo alcune stime – a causa delle spese di liquefazione, trasporto e rigassificazione. Inoltre, il maggior numero di navi in circolazione implica un consumo aggiuntivo di carburante e un incremento delle emissioni di CO2, senza contare il rischio di incidenti come quello nel Mare del Nord. Sebbene la Stena Immaculate trasportasse carburante per aerei e non GNL, l’evento evidenzia una vulnerabilità intrinseca: più navi significano più probabilità di collisioni, sversamenti e disastri ambientali.

Un prezzo da pagare

L’incidente di Hull pone interrogativi urgenti. La scelta di privilegiare il trasporto marittimo rispetto a fonti energetiche più vicine e accessibili ha un costo non solo economico, ma anche ecologico e umano. I 32 feriti di oggi sono un monito: dietro le decisioni politiche ed energetiche ci sono vite, ecosistemi e un pianeta sempre più fragile. Se da un lato l’autonomia dal gas russo risponde a esigenze strategiche, dall’altro il moltiplicarsi di rotte navali sembra un compromesso rischioso, che espone mari e coste a pericoli crescenti.
Le indagini chiariranno le responsabilità di questo specifico incidente, ma il dibattito sul futuro delle politiche energetiche europee è destinato a intensificarsi. Nel frattempo, il Mare del Nord resta in attesa, sperando che le fiamme si spengano senza lasciare cicatrici indelebili.

Collisione tra petroliera Usa e cargo: distruggiamo ambiente per non prendere il gas russo ultima modifica: 2025-03-10T15:46:29+00:00 da V
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