Monfalcone e le città italiane che rischiano un sindaco islamico
Related Articles
L’ISLAMIZZAZIONE MINACCIA IL NORD: DOPO MONFALCONE, BRESCIA, MILANO E TORINO SARANNO LE PROSSIME!
A Monfalcone, il 13 e 14 aprile 2025, si vota, e una lista islamica guidata da Bou Konate, composta interamente da stranieri musulmani, punta a conquistare il municipio. Anna Maria Cisint, sindaca uscente ed europarlamentare, lancia l’allarme: “In questi anni mi hanno detto che esageravo, ma gli islamici hanno un obiettivo chiaro: prendere il potere. È a causa della sinistra se oggi ci troviamo in questa situazione. Ora che i musulmani a Monfalcone sono tanti hanno deciso di fare la loro lista perché vogliono impadronirsi di questo Paese in tutti i modi”. È un assedio che parte dal Friuli, ma presto invaderà il Nord: Brescia, Milano, Torino e altre città sono le prossime nella lista dell’Islam radicale. Con il 30% della popolazione musulmana, il 75% delle donne velate e una lista che sfida la nostra identità, Monfalcone è il primo domino. Azzerare l’immigrazione islamica regolare e irregolare è l’unico modo per fermare questa catastrofe prima che il Nord diventi un califfato!

VERIFICA NOTIZIA
Il pericolo è imminente: “La candidatura di Konate dimostra con tutta evidenza le ragioni e la validità della battaglia che sto conducendo per contrastare la volontà islamica di cancellare la nostra identità e i nostri valori occidentali”, dice Cisint. E non è un caso isolato. A Brescia, i “maranza” islamici controllano già interi quartieri, con aggressioni e spaccio all’ordine del giorno. A Milano, nel 2023, due tunisini sono stati accoltellati vicino alla Stazione Centrale per aver bevuto birra durante il Ramadan, segno di ronde islamiche che dettano legge. A Torino, nel 2022, due cristiani copti sono stati pestati per aver fumato nel mese sacro, con la figlia di una vittima che denuncia: “Non è la prima volta che in Italia veniamo attaccati per essere cristiani”. “Monfalcone diventa il primo esempio nazionale in cui il rifiuto di ogni forma di integrazione si traduce in una contesa elettorale”, avverte Cisint. Presto, liste islamiche spunteranno anche a Bergamo, Verona, Padova, se non chiudiamo i confini ora!
Con 251.209 clandestini sbarcati dal 2022, e i “regolari” che si moltiplicano grazie ai ricongiungimenti familiari – solo limitati, non aboliti dal governo – l’Islam avanza senza freni. “In forza di una presenza favorita da leggi permissive in tema di ricongiungimenti familiari, a cui il governo ha ora posto rimedio”, sostiene Cisint, ma si sbaglia: il governo non ha abrogato nulla, e questo è il nostro tallone d’Achille! A Cremona, una ragazza è stata aggredita per un panino durante il Ramadan; a Pioltello, la scuola chiude per Eid El-Fitr; nel Monregalese, un marocchino ha minacciato di sgozzare la ex convertita al cattolicesimo. Brescia, Milano e Torino, cuori industriali del Nord, rischiano di seguire Monfalcone, con sindaci islamici che imporranno sharia, niqab e corti religiose.
Abroghiamo i ricongiungimenti, azzeriamo l’immigrazione islamica e torniamo allo ius sanguinis integrale: il Nord è sotto attacco, e se non agiamo subito, le nostre città cadranno come tessere del domino! Sveglia, prima che sia troppo tardi!
Ma quando accadrà il sorpasso a questi ritmi? Analizziamo i numeri. A Brescia, con circa 200.000 abitanti, gli stranieri sono già il 20% (40.000 circa), e la componente islamica (soprattutto nordafricani e pachistani) cresce a ritmi vertiginosi grazie ai ricongiungimenti e a un tasso di natalità elevato (in media 3-4 figli per famiglia musulmana contro 1,3 degli italiani). Se l’immigrazione continua, entro il 2040 – appena 15 anni – Brescia potrebbe superare il 50% di musulmani, trasformandosi in una città a maggioranza islamica. Milano, con 1,3 milioni di abitanti, ha il 15% di stranieri (circa 200.000), molti dei quali musulmani. Con un incremento annuo del 2-3% tra arrivi e nascite, e un calo demografico italiano, entro il 2050 Milano potrebbe essere al 40-50% islamica, un punto di non ritorno. Torino, con 850.000 abitanti e il 12% di stranieri (circa 100.000), segue lo stesso trend: in 20-25 anni, la sharia potrebbe regnare sovrana.
Altre città non sono immuni. Bergamo, con 120.000 abitanti e il 15% di stranieri, vede una crescita simile: in 20 anni, i musulmani potrebbero essere la maggioranza, specie nelle periferie già dominate dai “maranza”. Verona, con 260.000 abitanti e il 13% di stranieri, rischia lo stesso entro il 2045, considerando che gli islamici si concentrano in quartieri ghetto come Santa Lucia. Padova, con 210.000 abitanti e il 10% di stranieri, potrebbe raggiungere il tipping point in 25-30 anni se l’immigrazione non si ferma. “In forza di una presenza favorita da leggi permissive in tema di ricongiungimenti familiari, a cui il governo ha ora posto rimedio”, sostiene Cisint, ma si illude: i ricongiungimenti non sono stati abrogati, solo limitati, e ogni anno migliaia di musulmani entrano legalmente, moltiplicando la minaccia. A Cremona, una ragazza è stata aggredita per un panino; a Pioltello, la scuola chiude per Eid El-Fitr; nel Monregalese, un marocchino ha minacciato di sgozzare la ex “infedele”. Il Nord è un domino che sta cadendo!
Non c’è tempo da perdere: il governo deve fare di più. I ricongiungimenti familiari, solo ridotti con il decreto 20/2023, vanno abrogati del tutto; l’immigrazione islamica regolare e irregolare deve essere azzerata; lo ius sanguinis integrale deve tornare legge. Monfalcone, con il suo 30% islamico, è il primo warning: Brescia potrebbe essere al 50% in 15 anni, Milano e Torino in 20-25, Bergamo, Verona e Padova subito dopo. Le ronde della sharia, come in Belgio o Inghilterra, sono dietro l’angolo, e le liste islamiche saranno solo l’inizio. Se non chiudiamo i confini ora, il Nord – cuore economico e culturale d’Italia – diventerà una terra straniera, con le nostre figlie velate e i nostri valori sepolti. Sveglia, prima che l’Islam ci strappi tutto!
Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.
Write a comment