Cassazione, le toghe vogliono governare al posto degli eletti dal popolo
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Abuso d’ufficio e clandestini risarciti: la Cassano e la Cassazione contro il popolo
La presidente “star” col suo stipendio d’oro silura il governo e la volontà degli italiani
La magistratura italiana non si ferma: vuole governare al posto degli eletti, calpestare il popolo e riempirsi le tasche mentre lo fa. L’ultimo schiaffo arriva dalla Corte di Cassazione, guidata dalla presidente Margherita Cassano, che con uno stipendio annuo di oltre 240.000 euro lordi – pagati dai contribuenti – si permette di fare la guerra al governo. Prima chiede alla Consulta di dichiarare illegittima l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, poi benedice risarcimenti assurdi ai clandestini della Diciotti. Un doppio siluro alla democrazia, firmato da chi vive fuori dalla realtà.
L’abrogazione dell’abuso d’ufficio, decisa dal Parlamento nel 2024, era una boccata d’ossigeno per sindaci e amministratori strangolati da un reato-vampiro: il 98,9% delle inchieste finiva in nulla, ma lasciava carriere distrutte e anni di processi. Una clava che la Cassazione, con un’ordinanza depositata di recente, ora rivuole indietro, appellandosi alla Corte Costituzionale e tirando in ballo la Convenzione ONU di Merida – interpretata a modo suo, ovviamente, visto che non impone nulla. Per la Cassano e i suoi, il Parlamento eletto dal popolo non conta: loro, dall’alto dei loro stipendi d’oro, decidono cosa è giusto.

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E non finisce qui. La Cassazione ha pure confermato il risarcimento ai clandestini della nave Diciotti, quei 41 migranti trattenuti a bordo nel 2018 da Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno. Una sentenza del 2023, ribadita senza vergogna, che obbliga lo Stato – cioè noi italiani – a pagare 12.000 euro a testa a chi era entrato illegalmente. Una follia: mentre i cittadini tirano la cinghia, la Cassano e i suoi colleghi difendono i diritti di chi viola i confini, sputando in faccia a chi lavora e paga le tasse.
La presidente “star” si gode il suo stipendio faraonico – più di 20.000 euro al mese, senza contare benefit – e si comporta come una regina illuminata, lontana anni luce dai problemi reali. Con lei al timone, la Cassazione non è più un organo di giustizia, ma un circolo elitario che si auto-proclama legislatore e moralizzatore. L’abuso d’ufficio era il loro strumento per tenere sotto scacco la politica, e il risarcimento ai clandestini è la ciliegina sulla torta di un’ideologia che premia gli ultimi arrivati e punisce gli italiani.
Il Quirinale tace, imbarazzato da una toga che brilla più per protagonismo che per equilibrio. Ma il popolo non è cieco: vede una magistratura che si crede intoccabile, che usa cavilli per ribaltare scelte democratiche e sentenze per fare politica. La Cassano dovrebbe guardarsi allo specchio: con quello stipendio, pagato da chi fatica a arrivare a fine mese, dovrebbe almeno rispettare la volontà di chi l’ha messa lì. Invece, preferisce il palcoscenico, i riflettori e le crociate contro il governo.
È ora di dire basta: la democrazia non è un giocattolo nelle mani di giudici strapagati. L’ultima parola spetta al popolo, non a una casta che vive di privilegi e sentenze surreali.
Questa ritardata cognitiva perché non va a dispensare le sue sentenze a cazzo di cane in Afganistan?
Se ci riesce, è se non se la impalano un centinaio di beduini dopo averla messa nella busta nera Dell immondizia, allora ok, rispetterò le sue splendide sentenze di merda
Ci dovevo stare io al governo altro che cazzi
Poi vedevi se a sta scemarella se non la spedìvo a calci in culo a casa dei beduini a lei tanto cari