Ergastolo per Bianchi: la vita di Willy Monteiro vale 3 volte quella di Cristian Martinelli ucciso da immigrati
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Giustizia a due colori: la vita di Willy vale l’ergastolo, quella di Martinelli meno di un nove anni
Roma, 14 marzo 2025 – Oggi la Corte di Assise di Appello ha emesso la sentenza nel processo d’Appello Bis per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne di origini capoverdiane ucciso a Colleferro il 6 settembre 2020. Ergastolo per Marco Bianchi, 28 anni per il fratello Gabriele, nonostante la procura generale avesse chiesto il carcere a vita per entrambi, senza attenuanti. Queste, invece, sono state riconosciute a Gabriele, che secondo la difesa non voleva uccidere, ma solo “difendere amici”. Un verdetto che arriva dopo la Cassazione, la quale ha confermato l’omicidio volontario, rimandando il caso in Appello solo per le attenuanti. Definitivi i 23 anni a Francesco Belleggia e i 21 a Mario Pincarelli, gli altri due del branco.
Ma basta spostarsi a Casale Monferrato, ottobre 2022, per vedere un’altra giustizia. Cristian Martinelli, 34enne italiano, viene pestato a morte da un gruppo di immigrati per un paio di occhiali da sole. Sentenza? Nicolae Capstrimb, moldavo, 9 anni e 6 mesi; Bilal Zabori, marocchino, 8 anni e 6 mesi; Janet Di Perri, italiana, 7 anni e 8 mesi; Yasser Bennacer, marocchino, 7 anni e 4 mesi. Il minorenne marocchino H.Z., fratello di Zabori, evita il carcere con la “messa alla prova”. Il pm li descrive: “Un’aggressione di sconvolgente brutalità” contro un uomo “fragile, solo e disarmato”, da parte di soggetti con “assoluta indifferenza” per le conseguenze. Eppure, pene da scontare in un battito di ciglia.
La disparità è lampante. Willy, nero e capoverdiano, ucciso da italiani bianchi: ergastolo e condanne pesanti. Martinelli, italiano, massacrato da un branco multietnico: meno di un terzo della pena inflitta a Gabriele Bianchi. Se il tuo assassino è bianco, meglio se tatuato con svastiche, la giustizia italiana colpisce duro. Se è immigrato, la vita di un italiano vale poco più di un’ammonizione. Pregate che il vostro aggressore non sia “svantaggiato”: la magistratura, istituzionalmente razzista, sembra pesare le vite con bilance diverse.
Potremmo elencare decine di casi identici. E non vogliamo neanche arrivare a parlare di Pamela. Hanno discusso anni se fosse giusto dare l’ergastolo a chi l’aveva stuprata, uccisa e fatta a pezzi. Mentre qui l’ergastolo viene dato a chi uccide per conseguenza di una rissa quindi non in modo premeditato.
Anche se non avete tutti i torti, sono contento che quei due marciscono in galera. È gentaglia pericolosa, va messa in condizione di non nuocere