Manifesto di Ventotene è il Mein Kampf degli europeisti: complotto per annientare le nazioni

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By V marzo 15, 2025 23:07

Manifesto di Ventotene è il Mein Kampf degli europeisti: complotto per annientare le nazioni

Il Manifesto di Ventotene: il complotto di Spinelli per annientare le nazioni e partorire un superstato tirannico

Il Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, non è un nobile sogno di pace, ma un piano diabolico per cancellare le nazioni europee e sostituirle con un superstato europeo, un leviatano burocratico che strangola identità, sovranità e libertà. Sbandierato dalla sinistra come un faro di progresso, questo testo è il seme di un’Europa che oggi vediamo realized: un’Unione Europea che non unisce, ma schiaccia, un mostro totalitario che annienta i popoli sotto il peso di élite senza volto. È un complotto ordito da utopisti ciechi e traditori globalisti, e i nazionalisti di ieri e di oggi lo hanno sempre saputo: Spinelli non voleva la pace, voleva la fine delle nazioni.

Il Manifesto nasce in un contesto di guerra, scritto da due antifascisti confinati, ma non lasciamoci ingannare: sotto la patina di “superare i nazionalismi” si nasconde un disegno feroce. Spinelli immaginava una “federazione europea” che abolisse gli Stati nazionali, visti come ostacoli a una presunta armonia universale. “La linea di divisione fra i partiti progressisti e i partiti reazionari cade ormai lungo la nuova linea che separa coloro che concepiscono il fine essenziale della lotta come la conquista del potere politico nazionale e coloro che concepiscono questo fine come la creazione di un solido Stato internazionale”, scriveva. Tradotto: le nazioni sono il nemico, da distruggere per un superstato che comandi su tutti. Ma questo non è progresso, è tirannia: un’Europa centralizzata che spazza via culture millenarie, lingue, tradizioni, per imporne una sola, artificiale, sotto il giogo di tecnocrati e banchieri.

Intellettuali nazionalisti lo hanno denunciato da sempre. Maurice Barrès, il poeta francese della patria, già a fine Ottocento gridava contro il cosmopolitismo che “sradica l’uomo dalla sua terra e lo rende un atomo vagante”. Il Manifesto di Spinelli è l’apoteosi di quel pericolo: un’Europa senza radici, dove l’italiano, il francese, il tedesco non sono più popoli, ma pedine di un gioco globalista. Ovviamente, perché questo avvenga, devono prima essere annientate le differenze: e come se non con l’immigrazione di massa che permette agli oligarchi di eleggersi un nuovo popolo ‘UE’ che nulla ha a che vedere con le nazioni che lo ospitano? La UE è solo un’altra forma di universalismo globalista anti-nazionale, esattamente come l’islam.

Barrès avrebbe visto in Spinelli un traditore della “terre et des morts”, la terra e i morti che ci legano alla nostra storia. E che dire di Oswald Spengler, il filosofo tedesco del Tramonto dell’Occidente? Per lui, l’Europa era un mosaico di civiltà vive, non un monolite da fondere in un calderone burocratico. Spinelli, con la sua “solidità internazionale”, avrebbe accelerato quel tramonto, uccidendo l’anima delle nazioni per un’utopia sterile.

Oggi, l’UE è il grumo cellulare di quel complotto. I vincoli di Maastricht strangolano le economie nazionali, costringendo l’Italia a un debito eterno per obbedire a Bruxelles. I trattati europei calpestano le nostre leggi, imponendo immigrazione selvaggia che trasforma città come Milano in cloache di violenza e degrado. Il Parlamento europeo, una farsa senza potere, serve solo a legittimare un’élite che decide lontano dai popoli. Spinelli sognava un’Europa “post-nazionale”, un superstato che ci vuole tutti uguali: sudditi senza patria, consumatori senza identità, schiavi di una moneta unica e di una bandiera che non ci rappresenta. È quello che Julius Evola, il pensatore italiano della Tradizione, temeva: un’Europa “livellata” che distrugge ogni differenza, ogni grandezza, per un’eguaglianza forzata che è solo servitù.

Il Manifesto non è innocente: è un atto di guerra contro le nazioni. Spinelli, con la sua retorica di pace, ha nascosto un’agenda totalitaria, e la sinistra lo venera come un santo mentre ci consegna a questo incubo. “L’Europa deve essere unita per evitare la guerra”, dicevano, ma ci hanno dato un’unità che è guerra ai popoli: guerre economiche, guerre culturali, guerre demografiche con milioni di immigrati che l’UE ci impone. Charles Maurras, il nazionalista francese, lo avrebbe chiamato un “complotto antinazionale”: un progetto per dissolvere la Francia, l’Italia, la Germania in un nulla universale. E aveva ragione: l’UE di Spinelli non è pace, è annientamento.
Basta con questa follia. L’Italia non è un tassello di un superstato, è una nazione viva, con una storia che Spinelli voleva cancellare. I nazionalisti lo hanno sempre saputo: l’Europa dei popoli non è quella di Ventotene, ma quella delle patrie sovrane, libere di essere sé stesse. Barrès, Spengler, Evola, Maurras ci avvertono dal passato: il Manifesto è un veleno, e l’UE il suo frutto marcio. Riprendiamoci la nostra sovranità, buttiamo via questa gabbia e lasciamo che le nazioni respirino. Spinelli ha sognato la nostra morte: svegliamoci, o sarà la fine!

Manifesto di Ventotene è il Mein Kampf degli europeisti: complotto per annientare le nazioni ultima modifica: 2025-03-15T23:07:35+00:00 da V
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By V marzo 15, 2025 23:07
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2 Comments

  1. lorenzoblu marzo 16, 09:12

    Uno dei grandi errori che fece di il duce fu quello di non sopprimere fisicamente tutti sti grandi coglioni dei patri costituenti della attuale società lercia in cui viviamo

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  2. xx marzo 16, 09:55

    Politici complici di questo schifo. Vergogna. Vox smettetela di difendere Salvini e Meloni. Fanno ridere anche loro.

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