Liberano i maranza ma processano poliziotto per ‘odio razziale’: ha detto a marocchino di tornare in Marocco!
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Como: agente processato per “odio razziale” mentre i maranza restano liberi, la giustizia è al collasso

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Un’ingiustizia aberrante scuote Como: Elio Battistessa, agente di Polizia locale di Dongo, 58 anni, è stato rinviato a giudizio per stalking e “odio etnico” solo per aver detto a un commerciante marocchino di «andare giù in Marocco invece di stare qui a rompere». La Procura di Como, guidata dal sostituto Antonio Nalesso, ha chiesto il processo, e il gup Walter Lietti ha confermato il rinvio a giudizio: tra pochi mesi Battistessa finirà davanti al giudice monocratico, accusato di condotte vessatorie e insulti razzisti. Ma lui nega tutto: un agente ligio al dovere, che ha fatto il suo lavoro, ora rischia la carriera per aver detto la verità. Intanto, i maranza nordafricani seminano terrore e restano liberi: è questa la giustizia italiana?
I fatti risalgono al periodo tra maggio 2022 e gennaio 2023, quando il commerciante marocchino ha denunciato Battistessa per presunte condotte vessatorie. Secondo l’accusa, l’agente avrebbe contestato al marocchino di aver affisso abusivamente un’insegna e delle fioriere, di aver falsificato documenti per permessi e altre irregolarità, spesso davanti ad altre persone. Tra le frasi contestate, l’intimazione di «andare giù in Marocco invece di stare qui a rompere», che la Procura ha qualificato come insulto razzista, aggiungendo l’aggravante dell’odio etnico e l’abuso di ruolo di pubblico ufficiale. Ma Battistessa, un uomo che ha dedicato la vita al rispetto delle regole, si difende: non era stalking, non era razzismo, era il suo lavoro.
Questo processo è un insulto alla giustizia. A San Benedetto del Tronto, i maranza nordafricani ammazzano con machete; a Codogno, un 16enne viene picchiato e derubato; a Milano, una 70enne è massacrata su un bus, e gli aggressori sono arrestati solo dopo sei mesi. A Lecco, cittadini fuggono da stranieri con coltelli; a Quinto, un egiziano violenta una donna su un bus; ad Aradeo, un nordafricano clandestino accoltella un 48enne per un pianerottolo. Dal 2022, 251.209 clandestini sono sbarcati, e i “regolari” si moltiplicano, portando solo crimine. Lo Stato è cieco: sei mesi per il bus 80, tre anni senza risultati per gli stupratori di Capodanno a Piazza Duomo. Ma per un agente che fa il suo dovere, scatta il processo lampo.
Battistessa è la vittima di una magistratura che processa chi si oppone al degrado e lascia liberi i veri criminali. I maranza nordafricani devastano le città, e lo Stato li tollera, mentre un agente che osa dire la verità – «torna in Marocco» – finisce sotto processo. È un’ipocrisia schifosa: lo Stato colpisce chi resiste e protegge chi distrugge. “Articolo 52”, che organizza ronde anti-maranza, non è la soluzione, ma neanche una magistratura che processa qualcuno considerando ‘odio razziale’ dire ad un marocchino di andare in Marocco.
Basta con questa follia: espulsioni di massa, chiusura dei confini, azzeramento dell’immigrazione regolare non europea. L’Italia merita rispetto, non un processo: svegliamoci, o l’Italia sarà un mattatoio! Lo è già.
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