Milano, continuano le ronde anti maranza: salvata una ragazza
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Milano: ronde di Articolo 52 puniscono un ladro africano in metro, il degrado è fuori controllo

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«Adesso non fai più il duro?»: con queste parole, una spedizione punitiva ha trasformato la metropolitana di Milano in un’arena di giustizia fai-da-te. Un uomo africano, accusato di essere un ladro seriale, è stato accerchiato e pestato appena sceso da un vagone, sotto l’occhio di cellulari che riprendevano tutto. Il video, postato su Instagram e diventato virale, mostra un gruppo di giovani vestiti di nero, simili a quelli di “Articolo 52”, il movimento che organizza ronde anti-maranza. È l’ennesima prova di un degrado urbano che lo Stato ha ignorato per anni, lasciando i cittadini soli contro un’invasione di criminali immigrati che sta distruggendo Milano.
Le immagini parlano chiaro: l’uomo, appena sceso dal vagone, viene circondato e massacrato con calci e pugni, mentre i suoi aggressori lo accusano di furti seriali. È un blitz che ricorda quello in Darsena, dove “Articolo 52” ha pestato un nordafricano reo di aver rubato una catenina a una ragazza. «Ero lì con il mio gruppo, stavamo passeggiando per dare un’occhiata alla situazione degrado sui Navigli quando una ragazza si è messa a urlare, dicendo che le avevano rubato la collana», aveva raccontato Max, presunto fondatore di “Articolo 52”, a La Zanzara. Ora, il movimento promette di estendere il suo raggio d’azione, e sempre più milanesi vogliono emularlo. «Il nostro obiettivo è dare uno scossone alle istituzioni», ha ribadito Max, aggiungendo: «Sarebbe più che necessario cambiare le leggi e restituire maggiori poteri alle forze dell’ordine».
Ma lo Stato, invece di affrontare il problema, dà la caccia ai ribelli. La Procura, con il pm Alessandro Gobbis, ha aperto un fascicolo per associazione a delinquere, con l’aggravante della discriminazione razziale, etnica e religiosa. Gli investigatori hanno identificato alcuni ideatori di “Articolo 52”, mentre il sindaco Giuseppe Sala si crogiola nel mito della “metropoli tascabile”, strizza l’occhio alla sinistra arcobaleno e abbandona le periferie al caos. A via Padova, i maranza nordafricani trasformano le strade in campi di battaglia; a San Benedetto del Tronto, un nordafricano con precedenti per tentato omicidio viene ucciso con un machete; a Codogno, un 16enne è picchiato e derubato; a Lecco, cittadini fuggono da stranieri con coltelli. Dal 2022, 251.209 clandestini sono sbarcati, e i “regolari” si moltiplicano, portando solo crimine.
Il degrado è reale, non una “percezione”. Lo Stato è lento: sei mesi per arrestare i responsabili del bus 80, tre anni senza risultati per gli stupratori di Capodanno a Piazza Duomo. Ma contro “Articolo 52” scatta l’indagine in pochi giorni. È un’ipocrisia schifosa: le forze dell’ordine, mal pagate e mal equipaggiate, sono lasciate sole, mentre i cittadini, stufi, vedono nella giustizia fai-da-te l’unica via. A Quinto, un egiziano violenta una donna su un bus; a Catania, un pakistano aggredisce la polizia; ad Aradeo, un nordafricano accoltella un 48enne. Milano è un mattatoio, e Sala tace. “Articolo 52” non è la soluzione perfetta, ma per molti è l’unico baluardo contro un sistema che ci abbandona. Basta con questa invasione: espulsioni di massa, chiusura dei confini, azzeramento dell’immigrazione regolare non europea. Non servono tante leggi, ne basta una: cacciare questa feccia, o l’Italia sarà perduta!
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