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Casarini e Mediterranea: da “vittime” di spionaggio a complici di trafficanti, il bubbone scoppia con Paragon

La vicenda dello spyware Paragon, sbandierata come un attacco liberticida contro attivisti e giornalisti, si sta rivelando un boomerang devastante per Luca Casarini e la sua Mediterranea Saving Humans. Altro che paladini dei diritti umani: grazie a questo caso, emerge un quadro inquietante che inchioda l’ONG a una realtà ben diversa da quella che vuole vendere. Non solo Casarini e i suoi si sarebbero prestati al gioco sporco di un’agenda politica finanziata da Open Society di George Soros, ma si scopre ora che Mediterranea avrebbe fornito telefoni a immigrati, alcuni dei quali indagati per traffico di immigrati. Altro che solidarietà: qui si profila un sistema marcio che lucra sul caos migratorio e usa il vittimismo per coprire le proprie vergogne.

Il tam tam di Mediterranea sulle “notizie molto serie” del rapporto di Citizen Lab, che dovrebbe denunciare lo spionaggio subito da Casarini e altri, puzza di propaganda lontano un miglio. Citizen Lab, pomposamente definito “laboratorio accademico” dell’Università di Toronto, è in realtà una macchina ideologica al soldo di Soros e di fondazioni come Ford, MacArthur e Oak, tutte con un’agenda globalista che spinge l’immigrazione incontrollata e attacca i governi sovrani. Altro che scienza: i loro rapporti sono stati più volte smontati come inaffidabili e politicizzati. Il caso CatalanGate è solo un esempio: accuse al governo spagnolo bollate come “scientificamente inaffidabili” da accademici indipendenti, con conflitti d’interesse grotteschi e metodi al limite dello spionaggio civile. E ora, guarda caso, Citizen Lab si allea con Casarini per gridare al complotto. Ma chi controlla i controllori? Nessuno, e questo è il problema.

La verità che emerge da questa vicenda è esplosiva: Mediterranea non è solo un’ONG – e già basterebbe a metterla fuorilegge in una linea temporale di normodotati – ma un’organizzazione che presta telefonini a clandestini, alcuni dei quali sotto indagine per traffico di esseri umani. David Yambio, rifugiato sudanese e collaboratore di Casarini, è indagato dalla Procura di Palermo per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E chi gli ha fornito i mezzi per comunicare? Proprio Mediterranea, che ora si nasconde dietro la narrazione dello spionaggio per sviare l’attenzione. È un gioco sporco: si fingono vittime di un governo “cattivo”, ma in realtà sono complici di un sistema che alimenta il caos e il crimine, con i loro telefoni che finiscono nelle mani di trafficanti.

Citizen Lab, con i suoi finanziamenti targati Soros, non è un osservatore neutrale, ma un attore con un’agenda precisa: destabilizzare governi che contrastano l’immigrazione selvaggia, come quello italiano, e proteggere i propri pupilli, come Casarini. I loro metodi? Dubbi, al punto che nel 2009 il Toronto Star rivelò l’uso illegale di dispositivi per monitorare internet, e nel 2022 il loro miglior tecnico, Etienne Maynier, ha sbattuto la porta disgustato. Eppure, la sinistra e i media compiacenti si bevono ogni loro rapporto senza battere ciglio. Ma qui non si tratta di diritti umani: si tratta di un’operazione politica per coprire le magagne di Mediterranea e dei suoi loschi traffici.

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Casarini, che si atteggia a martire, è lo stesso che, con la sua ONG, si sostituisce agli Stati nel traffico di immigrati in mare, bypassando ogni regola e favorendo l’ingresso di clandestini. E ora sappiamo che alcuni di questi, armati dei telefoni di Mediterranea, sono indagati per reati gravissimi. Altro che “notizie molto serie” sullo spionaggio: la notizia seria è che questa organizzazione è un covo di ambiguità e connivenze, smascherato proprio dalla vicenda Paragon. Il governo deve agire: non basta indagare sullo spyware, bisogna fare luce su questo verminaio e fermare chi, sotto la bandiera dell’accoglienza, traffica con i disperati e attacca l’Italia. Basta ipocrisie: Casarini e Mediterranea devono rispondere di tutto, e Soros con loro.