Un altro bambino italiano pestato dai maranza, non ha ceduto a minacce
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Ormai i nostri figli sono prede dei branchi nelle nostre città
Non c’è più un angolo sicuro per i nostri ragazzi, nemmeno a Pordenone, dove ieri sera un minorenne è stato accerchiato e pestato nella zona di Borgomeduna. Una decina di teppisti, poco più che bambini, lo hanno circondato con l’intento di rapinarlo. Lui, con coraggio, non ha ceduto alle loro minacce, e per questo lo hanno picchiato senza pietà. Finito all’ospedale, per fortuna non in gravi condizioni, ma con il corpo e l’anima segnati da un’aggressione schifosa. Sul posto sono intervenuti gli agenti delle volanti della polizia, ma il danno era fatto. E non è un caso isolato: gli stessi balordi, forse i soliti “maranza” che infestano le nostre strade, potrebbero essere quelli che nei giorni scorsi hanno terrorizzato altri due adolescenti tra via Bertossi e piazzale Caduti di Nassiriya.

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Le nostre città sono diventate giungle dove i nostri figli sono prede di branchi di maranza senza scrupoli, figli di seconde generazioni che non conoscono rispetto né regole, e che agiscono indisturbati, forti della loro impunità. Non si tratta di ragazzate, ma di violenza pura, di un rancore cieco verso chi rappresenta questo Paese. Quanti altri episodi dovremo contare prima che si faccia qualcosa di concreto? I nostri ragazzi non possono crescere con la paura di uscire di casa, di camminare per strada senza guardarsi le spalle. Serve una risposta dura, immediata: chi trasforma le nostre vie in campi di battaglia deve essere fermato, senza sconti. Basta col lassismo, basta col terrore. L’Italia è casa nostra, e i nostri figli meritano di viverci senza paura.
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