Islamici del PD vogliono schedare chi è contro le moschee
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Il PD Vuole Arrestare Chi Critica l’Islam: A Reggio Emilia e Torino una Polizia della Sharia per Schedare il Dissenso
L’islamizzazione dell’Italia avanza a ritmo serrato, e il Partito Democratico (PD) non solo la appoggia, ma ora vuole anche zittire chi osa opporsi. A Reggio Emilia e Torino, il PD ha creato strumenti che sembrano una vera e propria polizia della sharia in versione democratica: uno “sportello antirazzista” a Reggio Emilia e uno contro l’islamofobia a Torino, entrambi voluti da assessori islamici del PD. L’obiettivo? Schedare i cittadini che criticano l’Islam, etichettare come razzisti chiunque dissenta e, se possibile, trascinarli in tribunale. È un attacco alla libertà senza precedenti, orchestrato da un PD che abbraccia l’islamismo come arma per consolidare il potere.
Uno Sportello Antirazzista o una Trappola per Italiani?
A Reggio Emilia, il Comune, con l’assessora di origini egiziane Marwa Mahmoud in prima linea, ha aperto uno “sportello antirazzista” finanziato con soldi pubblici, gestito da due realtà vicine alla sinistra: la coop Dimora D’Abramo, nota per le sue commesse sull’accoglienza e per sospette irregolarità, e l’associazione interculturale Mondinsieme, anch’essa foraggiata dal Comune. Non basta: nasce anche un Osservatorio sul razzismo, una banca dati per schedare chi viene accusato di “discriminazioni basate su nazionalità, origine, religione”. Parallelamente, a Torino, un altro assessore islamico del PD, Mohamed Hamdi, ha spinto per uno sportello contro l’islamofobia, con lo stesso intento: raccogliere denunce e silenziare il dissenso. Ma chi decide cos’è razzismo? E su quali basi? Entrambi i Comuni parlano di consulenza legale per le “vittime”, ma questo sa di delazione organizzata, di lobby che denunciano a piacimento, di cittadini trasformati in bersagli senza possibilità di difesa.

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Il giornalista Pierluigi Ghiggini, direttore di Reggioreport, ha denunciato senza mezzi termini: “L’iniziativa è viziata da una radice antidemocratica e potenzialmente lesiva dei diritti dei cittadini, potrebbe slittare verso una deriva estremistica.” A Torino, voci simili si levano contro lo sportello sull’islamofobia, visto come un’arma per criminalizzare chi critica l’espansione islamica. Anche l’opposizione reggiana, con l’avvocato Giovanni Tarquini della Lista Civica per Reggio, ha tuonato: “Un’operazione faziosa e propagandistica di un partito alla deriva, che cerca voti tra gli immigrati.” Ma il PD tira dritto, pronto a criminalizzare chiunque non si pieghi al loro dogma multiculturalista.
Marwa Mahmoud e Mohamed Hamdi: La Faccia dell’Islamizzazione del PD
A Reggio Emilia, Marwa Mahmoud, assessora islamica di origini egiziane e pupilla di Elly Schlein, è ossessionata dal razzismo. Porta il velo, si dichiara femminista e accusa di islamofobia chiunque osi criticarla. Ha sostenuto la presentazione del libro L’Italia è un paese razzista di Anna Curcio, secondo cui il razzismo è una struttura intrinseca del Paese: siamo tutti colpevoli, e chi non si adegua va rieducato. A Torino, Mohamed Hamdi segue la stessa linea: il suo sportello sull’islamofobia è un chiaro messaggio agli italiani – criticate l’Islam e ve la faremo pagare. Entrambi rappresentano un’ideologia pericolosa che trova concretezza in sportelli e osservatori pronti a schedare i cittadini.
Il giornalista Nicola Fangareggi, direttore di 24emilia, ha scritto un editoriale al vetriolo: “La Mahmoud sostiene che i reggiani siano razzisti, al punto da aprire uno sportello che raccolga denunce, persino espressioni linguistiche sgradite al registro degli asterischi e delle schwə. Dovrebbe essere lei a essere rieducata, grata a un Paese che le ha dato tutto.” La risposta del PD? Una levata di scudi: il sindaco Marco Massari e la giunta hanno bollato le critiche di Fangareggi come “volgari attacchi qualunquisti”, e la Mahmoud ha annunciato azioni legali contro di lui. A Torino, Hamdi ha reagito nello stesso modo, minacciando denunce contro chi ha definito lo sportello sull’islamofobia “un’intimidazione”. È chiaro: chi critica l’Islam o il loro piano rischia grosso. È la prima vittima designata della loro polizia della sharia democratica.
Ramadan in Parrocchia: La Profanazione Finale
Non contenta, la Mahmoud si spinge oltre: venerdì ha partecipato a un iftar, la rottura del digiuno del Ramadan, in un salone parrocchiale a Roncadella, concesso da un parroco che ha ignorato le leggi canoniche che vietano di prestare spazi a culti non cristiani. La comunità tunisina ha occupato salone e cucina per il pasto rituale, mentre donne preparavano i piatti per i maschi – un dettaglio che nessuna femminista di sinistra ha osato criticare, perché l’Islam gode di un’immunità speciale. La Mahmoud, davanti alle telecamere, ha celebrato questa “conquista interculturale”. A Torino, Hamdi non è stato da meno: ha sponsorizzato eventi simili in spazi pubblici, promuovendo il Ramadan come un “momento di condivisione” che in realtà è pura propaganda islamista. Non è solo un pasto: è un passo verso la sottomissione culturale.
Un PD Che Vuole l’Italia Islamica
Il PD non si limita a favorire l’islamizzazione: ora vuole anche punire chi si oppone. Sportelli antirazzisti, osservatori, denunce legali – è un sistema per soffocare il dissenso e imporre un’egemonia culturale che non ci appartiene. Mahmoud e Hamdi non sono casi isolati: sono la punta di diamante di un partito che usa l’immigrazione per raccattare voti, mentre svende la nostra identità. Se non ci ribelliamo ora, presto non potremo più parlare, criticare, nemmeno pensare senza essere schedati come razzisti.
Fermiamoli Prima Che Sia Troppo Tardi!
L’Italia non è un Paese islamico, e né Reggio Emilia né Torino diventeranno caserme della sharia. Chiudano questi sportelli, smantellino questi osservatori, smettano di profanare le nostre chiese e spazi pubblici. Il PD deve tornare a rappresentare gli italiani, non chi vuole cambiarci. E se Mahmoud e Hamdi vogliono denunciare, che denuncino: non ci faremo intimidire. La libertà non si svende, e la nostra cultura non si piega. Sveglia, prima che ci chiudano la bocca per sempre!
Ecchimeeee schedate me rikkionazzi