Vittima incontra il suo stupratore africano in città ma secondo i magistrati è ‘irreperibile’
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Perugia, 43enne tunisino accusato di violenza sessuale è irreperibile: la vittima lo vede in città, dov’è la giustizia?
A Perugia, la giustizia sembra essersi trasformata in una farsa. Un 43enne tunisino, accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazza, è irreperibile da tempo, nonostante il processo a suo carico sia in corso. Ma la beffa più grande è arrivata pochi giorni fa, quando la vittima, che ha subito l’orrore di quell’aggressione, lo ha riconosciuto per le strade della città. Sì, avete letto bene: un immigrato senza fissa dimora, denunciato per un crimine gravissimo come lo stupro, è libero di girare indisturbato, mentre la sua vittima vive nel terrore di incrociarlo di nuovo. È questa la sicurezza che lo Stato garantisce agli italiani?
I fatti risalgono a un episodio di violenza sessuale per cui l’uomo è stato rinviato a giudizio. Ma, nonostante la gravità delle accuse, il tunisino non si è mai presentato in aula, affidandosi a un legale d’ufficio e sparendo nel nulla. O almeno, così sembrava: la vittima, che ha trovato il coraggio di denunciare, lo ha visto con i suoi occhi a Perugia, a pochi giorni dall’ultima udienza, come denunciato sui social. Questo non è solo un fallimento del sistema giudiziario, è un insulto a ogni cittadino italiano che chiede giustizia e sicurezza.
Perché un immigrato senza fissa dimora, accusato di un crimine così grave, è stato lasciato a piede libero? Perché non è stato messo in custodia cautelare, come sarebbe logico per un soggetto a rischio di fuga e senza radici nel nostro Paese? La risposta è sempre la stessa: un mix letale di lassismo, buonismo e leggi che proteggono più i delinquenti che le vittime. Questo tunisino, come tanti altri, è il prodotto di un’immigrazione incontrollata che permette a individui pericolosi di vagare liberamente, mentre gli italiani vivono nella paura.
Perugia, il 43enne tunisino a processo per violenza sessuale ai danni di una ragazza è irreperibile ma la vittima lo ha visto pochi giorni prima in città.
Perché un immigrato senza fissa dimora viene lasciato a piede libero dopo una denuncia per stupro? pic.twitter.com/iYdkMRFpyx
— Francesca Totolo (@fratotolo2) March 26, 2025
Non è la prima volta che a Perugia si verificano casi del genere. La città ha già fatto i conti con episodi di violenza sessuale da parte di stranieri: nel 2022, un 35enne tunisino è stato condannato a 4 anni per aver violentato una studentessa americana di 21 anni, e nello stesso anno un 28enne tunisino ha stuprato una donna, scattandole foto mentre era priva di sensi. Ma il copione è sempre lo stesso: denunce, processi lenti, e troppo spesso i colpevoli che tornano in libertà o, come in questo caso, spariscono senza conseguenze.
Basta con questa vergogna! Serve una risposta durissima: rimpatri immediati per chi delinque, senza eccezioni. Questo tunisino doveva essere espulso al primo segnale di pericolo, non lasciato libero di terrorizzare di nuovo la sua vittima. Basta con i ricongiungimenti familiari che ci portano solo problemi, basta con le leggi che permettono a criminali stranieri di sfuggire alla giustizia. Il governo Meloni deve smettere di fare promesse e passare ai fatti: espulsioni di massa, chiusura dei confini, pene severe per chi osa toccare le nostre donne. La vittima di Perugia merita giustizia, non di vivere nel terrore di incontrare il suo aguzzino al prossimo angolo di strada.
Riprendiamoci l’Italia, ora!
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