Vescovo presta la chiesa ai musulmani per il ramadan: moschea nel cortile
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La Chiesa di Giuda Ci Sta Vendendo all’Invasore: A Prato la Diocesi Concede San Domenico per l’Eid al-Fitr!
La Chiesa cattolica, un tempo baluardo della nostra fede e identità, si è trasformata in un’alleata dell’invasore islamico, e la Diocesi di Prato ne è l’esempio più vergognoso. In un atto di sottomissione senza precedenti, il vescovo Giovanni Nerbini ha accolto la richiesta della comunità bengalese di celebrare la fine del Ramadan, l’Eid al-Fitr, nel cortile interno dell’antico complesso di San Domenico, un luogo simbolo della cristianità. Mentre a Firenze 30.000 musulmani pregano ogni sera in 500, e a Verona il sindaco PD celebra l’iftar mentre i migranti massacrano gli italiani, a Prato la Chiesa si piega all’Islam, aprendo le porte a chi vuole cancellare la nostra cultura. È un tradimento che grida vendetta: la Chiesa di Giuda ci sta vendendo all’invasore, e l’Italia sta morendo sotto i nostri occhi!
San Domenico Profanato: La Chiesa Si Arrende all’Islam
La Diocesi di Prato ha deciso di “prestare” il cortile interno di San Domenico alla comunità bengalese per celebrare l’Eid al-Fitr, la festa che segna la fine del Ramadan, il 30 o 31 marzo 2025. Cinquecento musulmani si riuniranno per pregare, guidati da due imam, in uno spazio che, pur non essendo la chiesa vera e propria, fa parte di un complesso sacro per i cristiani. In caso di pioggia, verrà aperto l’antico refettorio dell’ex convento, un ulteriore oltraggio. Il vescovo Nerbini giustifica questa scelta con parole che sanno di resa: “Quando la comunità bengalese ci ha inviato la richiesta di poter utilizzare degli spazi per la preghiera del Ramadan abbiamo deciso di metterci a disposizione, cercando una soluzione adatta alle loro esigenze e nel rispetto dei nostri ambienti.” E ancora: “A Prato convivono persone provenienti da tutto il mondo, appartenenti a confessioni religiose diverse. La reciproca conoscenza e la collaborazione non solo sono auspicabili, ma necessarie per riuscire a vivere una proficua convivenza.” Ma quale convivenza? Questo non è dialogo, è sottomissione!
Nerbini ha il coraggio di definire questa profanazione “un atto di amicizia molto significativo nell’anno giubilare dedicato al tema della speranza.” Speranza di cosa? Di vedere l’Italia trasformata in una colonia islamica? La comunità bengalese, che conta 500 persone tra Prato e i comuni limitrofi come Montemurlo, Vaiano e Carmignano, non si limita a pregare: vuole imporre la sua presenza. Mohammad Ajman Hossain, coordinatore del Centro islamico bengalese, lo dice chiaramente: “In occasione della fine del Ramadan ci ritroveremo per recitare il Corano e discutere sulle lezioni di vita che ne derivano, poi ci sarà la preghiera islamica (Salat).” E aggiunge: “Per noi è una festa che esprime gratitudine. Grazie per quest’opportunità.” Ma la gratitudine di chi? Di una comunità che non si integra, ma occupa i nostri spazi sacri, mentre le donne vengono segregate durante le preghiere, come previsto dal loro rito?
L’Islam Avanza, la Chiesa Si Piega
L’Eid al-Fitr non è una semplice festa: è un simbolo di conquista. Hossain lo spiega senza giri di parole: “Il nome Eid al-Fitr significa letteralmente ‘Festa della rottura del digiuno’ e per questo è un momento di gioia, gratitudine e unità. È un giorno per ringraziare Allah per aver dato forza e pazienza durante il Ramadan.” Le preghiere, che inizieranno alle 6 e termineranno alle 10, includono la Salat al-Eid e un sermone, con donazioni ai poveri per “assicurarsi che tutti possano festeggiare.” Ma dietro queste parole si nasconde una realtà inquietante: l’Islam non cerca dialogo, cerca dominio. A Firenze, 30.000 musulmani pregano ogni sera in 500; a Verona, il sindaco PD celebra l’iftar mentre i migranti aggrediscono gli italiani. E ora a Prato, la Chiesa cattolica apre le porte a chi vuole imporci la sharia, una legge che discrimina le donne, punisce l’apostasia con la morte e calpesta i nostri valori.
La Chiesa di Giuda: Un Tradimento Imperdonabile
La Chiesa di Prato, con il vescovo Nerbini in testa, ha tradito gli italiani. San Domenico non è un centro culturale qualunque: è un luogo sacro, un simbolo della nostra fede. Concederlo per una festa islamica non è un “atto di amicizia,” ma un atto di resa, un segnale che l’Islam può prendersi i nostri spazi senza resistenza. Dove sono finiti i valori cristiani? Dove sono finiti i principi che hanno guidato l’Italia per secoli? La Chiesa, che dovrebbe difendere la nostra identità, si sta trasformando in un’alleata dell’invasore, aprendo le porte a chi vuole cambiarci. È una vergogna che non possiamo accettare.
Fermiamo l’Invasione Islamica!
Non possiamo più tollerare questa sottomissione. L’Islam avanza in tutta Italia: a Prato, a Firenze, a Verona, ovunque. Le comunità islamiche non si integrano, si impongono, e la Chiesa, invece di resistere, si piega. Dobbiamo azzerare l’immigrazione islamica regolare, chiudere i centri islamici abusivi e impedire che i nostri luoghi sacri vengano profanati. L’Italia non è un Paese islamico, e Prato non diventerà una colonia bengalese. Sveglia, italiani: riprendiamoci la nostra terra, la nostra fede, la nostra identità, prima che sia troppo tardi!
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