Giornalista sinistra difende spacciatore dai carabinieri mentre lo arrestano: “E’ un povero migrante”
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Giornalista di sinistra difende spacciatore africano da carabinieri mentre lo arrestano:
A Roma, nel quartiere San Lorenzo, una giornalista di sinistra ha toccato il fondo, difendendo un migrante africano spacciatore mentre i carabinieri lo arrestavano per possesso di droga. La nostra “collega”, come si definisce nel suo delirante articolo, ha assistito all’inseguimento di L.B., un migrante senza fissa dimora, in piazzale Tiburtino, e ha deciso di filmare l’intervento delle forze dell’ordine, accusandole di violenza gratuita. “Si vede mentre viene spinto con violenza e preso a pugni senza un’apparente ragione. Hanno smesso solo quando hanno visto che li stavo riprendendo”, scrive, dipingendo i carabinieri come aguzzini e il criminale come una vittima. È un insulto alla decenza e a chi ogni giorno rischia la vita per proteggerci, soprattutto in un quartiere segnato da tragedie come quella di Desirée Mariottini.

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L’episodio è avvenuto alle 18:30 di giovedì 27 marzo 2025. La giornalista racconta di aver sentito grida provenire dal sottopassaggio di via Santa Bibiana: “Prendetelo, fermatelo”. Un ragazzo, L.B., correva, inseguito da tre carabinieri, due in divisa e uno in borghese. Secondo la sua versione, il migrante, stremato, si sarebbe fermato, disarmato e scalzo, ma i carabinieri lo avrebbero scaraventato tra due auto parcheggiate, colpendolo con calci e pugni mentre era a terra. La giornalista, attraversando la strada, avrebbe gridato di smetterla, iniziando a filmare, e sostiene che i carabinieri abbiano smesso solo perché ripresi. Una narrazione che omette un dettaglio cruciale: L.B. era stato colto in flagranza di reato al mercato Esquilino, mentre vendeva crack, sputando dalla bocca otto involucri di droga prima di darsi alla fuga.
Invece di riconoscere il lavoro delle forze dell’ordine, la giornalista si erge a paladina del migrante, descrivendo un uomo “inerme”, “in stato confusionale”, che “emette rantoli” mentre i carabinieri lo ammanettano. “Sta benissimo”, le rispondono i militari, ma lei insiste: “Non sta bene, chiamate un’ambulanza”. Arriva una volante, e L.B., secondo la giornalista, fatica a camminare, con “la schiena inarcata e il passo claudicante”. Lei gli offre dell’acqua, lo coccola, gli chiede “Cosa posso fare?”, come se fosse un eroe e non uno spacciatore che ha cercato di sfuggire all’arresto. I carabinieri, giustamente, le intimano di non diffondere il video, avvertendola di possibili denunce per intralcio a un’operazione di polizia e violazione della privacy. Ma lei, con l’arroganza tipica della sinistra radical chic, risponde: “Sono giornalista, non c’è bisogno di intimidirmi”.
Il giorno dopo, la giornalista si presenta al Tribunale di Roma con Gianluca Dicandia, avvocato di CivicoZero, una cooperativa che si occupa di minori stranieri non accompagnati, per assistere all’udienza di L.B. Qui scopriamo chi è davvero il “povero” migrante: un senza fissa dimora che spaccia crack, colto in flagranza mentre vendeva droga al mercato Esquilino. Dopo aver consegnato il suo cane a un passante, è fuggito, ma è stato bloccato. La giornalista, invece di condannare il crimine, consegna i video all’avvocata d’ufficio di L.B. – che ovviamente pagheremo tutti noi -, sperando di far passare i carabinieri per violenti. Un comportamento che non solo giustifica un criminale, ma umilia chi ogni giorno combatte il degrado nelle nostre città.
E tutto questo accade a San Lorenzo, lo stesso quartiere dove, nel 2018, la giovane Desirée Mariottini, appena 16enne, fu stuprata e uccisa da un gruppo di spacciatori africani in un palazzo abbandonato. Un crimine che sconvolse l’Italia e che mise in luce il degrado di un’area infestata da spacciatori stranieri, spesso protetti da leggi lassiste e da una sinistra che li difende a ogni costo. La giornalista, con il suo articolo, non fa che perpetuare questa vergogna, schierandosi con un criminale e non con le forze dell’ordine che cercano di riportare ordine in un quartiere martoriato. È un insulto alla memoria di Desirée e a tutti gli italiani che chiedono sicurezza.
Espellete anche lei così potrà andare a vivere nel paradiso delle sue masturbazioni mentali…
Complimenti bei giornalisti rincoglioniti che ci troviamo.