Ramadan: vietiamo assembramenti islamici in luoghi pubblici, islam incostituzionale
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Vietiamo le Celebrazioni del Ramadan in Pubblico: Basta con il Suprematismo Islamico nelle Nostre Piazze!
L’Italia sta assistendo a un’invasione fisica e culturale senza precedenti, e le celebrazioni del Ramadan su suolo pubblico, come quelle viste a Milano, Firenze e Mestre, sono la dimostrazione più evidente di un suprematismo islamico che non possiamo più tollerare. In nome della nostra Costituzione, che garantisce la laicità dello Stato e tutela la nostra identità culturale, dobbiamo vietare queste manifestazioni nelle piazze e nelle strade italiane. Le celebrazioni del Ramadan non sono un’espressione di libertà religiosa, ma un atto di supremazia che calpesta i nostri valori e occupa i nostri spazi pubblici, trasformandoli in enclave islamiche. È ora di dire basta: le nostre piazze devono tornare a essere italiane, e l’Islam deve smettere di imporci le sue regole!
Il Suprematismo Islamico nelle Nostre Piazze
A Milano, il 21 marzo 2025, piazza Duca d’Aosta è stata occupata da centinaia di musulmani per l’ifṭār, con il patrocinio di Palazzo Marino. Un imam ha intonato il canto del muezzin con “Allah Akbar,” un suono estraneo alla nostra cultura, che ha riecheggiato in una piazza nota per lo spaccio e la presenza di immigrati irregolari. A Mestre, i parchi di San Giuliano e Piraghetto sono stati concessi per l’Eid al-Fitr, con migliaia di musulmani che hanno pregato in spazi pubblici, segregando uomini e donne. A Firenze, 30.000 musulmani pregano ogni sera in 500, e a Vicenza le strade sono state chiuse per le celebrazioni del Ramadan. Queste non sono semplici feste religiose: sono dimostrazioni di suprematismo islamico, un’occupazione simbolica e reale dei nostri spazi, che trasforma le nostre città in avamposti di una cultura che non si integra, ma si impone.
La Costituzione: Vietiamo il Ramadan in Pubblico
La Costituzione italiana, all’articolo 3, garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di religione, ma sancisce anche la laicità dello Stato (articolo 7 e 8), che non può essere piegata a favore di una religione che calpesta i nostri valori. L’Islam, con la sharia, promuove la segregazione delle donne, la poligamia e la negazione della libertà religiosa – principi incompatibili con la nostra Costituzione. Le celebrazioni del Ramadan in pubblico non sono un’espressione di libertà religiosa, ma un’imposizione che viola il principio di laicità e minaccia la nostra identità culturale. A Cremona, due ragazze cristiane sono state picchiate perché mangiavano durante il Ramadan; a Bolzano, migranti islamici hanno aggredito chi non rispettava il digiuno. È evidente: l’Islam non cerca dialogo, ma dominio, e le piazze italiane non possono diventare teatri di questa supremazia.
Le Piazze Italiane Non Sono Islamiche
Le piazze italiane sono il cuore della nostra storia e cultura, luoghi dove per secoli si sono svolte processioni cristiane, feste popolari e celebrazioni che riflettono la nostra identità. Oggi, invece, vengono occupate da chi vuole imporci una cultura estranea, con il benestare di amministrazioni complici. A Milano, Sala ha patrocinato l’ifṭār in piazza Duca d’Aosta; a Mestre, Brugnaro ha concesso San Giuliano per l’Eid al-Fitr; a Vicenza, le strade sono state chiuse per il Ramadan e i cortei Sikh. È un’umiliazione: le nostre piazze non sono islamiche, e non possiamo permettere che lo diventino. Vietare le celebrazioni del Ramadan su suolo pubblico non è discriminazione, ma difesa della nostra identità e della laicità dello Stato. Le piazze devono tornare a ospitare le nostre tradizioni, non quelle di chi ci vuole sottomessi.
La Chiesa e le Istituzioni Tradiscono gli Italiani
La Chiesa cattolica, che dovrebbe difendere la nostra fede, si rende complice di questa sottomissione. A Prato, la Diocesi ha concesso San Domenico per l’Eid al-Fitr; a Belluno, organizza cene per il Ramadan; a Milano, Cantù e Renate, le parrocchie ospitano “cene dell’amicizia” per i musulmani. La Comunità di Sant’Egidio, che nel 2001 invitò a Roma l’imam della Fratellanza Musulmana Yusuf al-Qaradawi, continua a promuovere il dialogo con chi legittima il terrorismo. Le istituzioni non sono da meno: a Pioltello, le scuole chiudono per il Ramadan; in Campania, la Regione sfida il Ministero permettendo la chiusura degli istituti. È un tradimento: la Chiesa e le istituzioni devono smettere di cedere e difendere la nostra identità, non quella di chi ci vuole sottomessi.
Vietiamo il Ramadan in Pubblico: Riprendiamoci l’Italia!
In nome della nostra Costituzione, dobbiamo vietare le celebrazioni del Ramadan su suolo pubblico. Le piazze italiane non possono essere occupate da chi promuove un’ideologia suprematista che calpesta i nostri valori. Dobbiamo azzerare l’immigrazione islamica regolare, chiudere i centri islamici abusivi e impedire che le nostre città diventino enclave islamiche. Le scuole devono smettere di celebrare il Ramadan e tornare a insegnare i valori cristiani; le piazze devono ospitare processioni cristiane, non ifṭār e cortei di religioni estranee. L’Italia non è un Paese islamico, e non lo diventerà. Sveglia, italiani: riprendiamoci le nostre piazze, la nostra cultura, la nostra libertà, prima che sia troppo tardi!
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