Le Pen, Musk: sinistra arresta chi si oppone al regime globale
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Elon Musk smaschera la sinistra globalista: “Sporchi trucchi giudiziari per annientare chi osa opporsi al loro regime”
Elon Musk, il miliardario ribelle che non ha mai chinato la testa davanti al potere, ha lanciato un’accusa feroce e senza filtri contro la sinistra radicale, un monito che dovrebbe far tremare chiunque tenga alla democrazia: “Quando la sinistra radicale non riesce a vincere con il voto democratico, ricorre ai suoi sporchi trucchi, abusando del sistema giudiziario per sbattere in galera i suoi avversari”. Parole che colpiscono come un pugno nello stomaco, pronunciate con la chiarezza di chi ha visto il marcio del sistema e non ha paura di denunciarlo. Musk ha ragione, e il suo grido d’allarme svela una verità scomoda: la sinistra globalista, incapace di convincere i popoli con le sue idee fallimentari, sta trasformando i tribunali in un’arma per eliminare chi osa sfidarla.
Il magnate di Tesla e SpaceX non parla a vanvera: snocciola nomi e fatti, un elenco di leader che rappresentano la resistenza al pensiero unico e che sono stati colpiti con una precisione chirurgica. Marine Le Pen in Francia, Jair Bolsonaro in Brasile, Imran Khan in Pakistan, Matteo Salvini in Italia, Donald Trump in America, Calin Georgescu in Romania: tutti giganti del populismo, tutti nemici giurati delle élite progressiste che vogliono un mondo senza confini, senza identità, senza libertà. Questi leader, che danno voce a milioni di cittadini stufi del politically correct e delle imposizioni di Bruxelles, sono stati sistematicamente presi di mira da una sinistra che non tollera il dissenso e che usa la magistratura come un plotone d’esecuzione.
Prendiamo il caso di Marine Le Pen, l’esempio più vergognoso di questa deriva autoritaria. La leader del Rassemblement National, che i sondaggi vedono in testa per le presidenziali francesi del 2027, è stata condannata a 4 anni di carcere e bandita dalla prossima tornata elettorale. Il pretesto? Una presunta frode ai danni dell’UE, un’accusa gonfiata ad arte per distruggerla. Le Pen, che da anni combatte contro l’invasione migratoria e il giogo di Bruxelles, è stata cancellata dalla scena politica con un colpo di spugna. “Hanno eliminato l’opposizione”, denuncia Musk, e come dargli torto? La sinistra francese, spalleggiata dalle élite europeiste, ha paura di lei, paura di un popolo che potrebbe sceglierla per liberarsi dalle catene di un sistema corrotto. E così, invece di affrontarla alle urne, la mette fuori gioco con una sentenza che puzza di complotto lontano un miglio.
Ma non è solo la Francia a essere teatro di questa infamia. In Brasile, Jair Bolsonaro è stato travolto da inchieste ridicole, un linciaggio giudiziario per punire la sua lotta contro il caos progressista. In Pakistan, Imran Khan è stato arrestato con accuse pretestuose, un’operazione per zittire un leader che dava fastidio ai potenti. In Italia, Matteo Salvini è stato trascinato in tribunale per aver difeso i confini nazionali, come nel caso Open Arms, un processo che grida vendetta politica. Negli Stati Uniti, Donald Trump è sotto attacco da anni, con procedimenti penali che sono un’evidente caccia alle streghe per impedirgli di tornare alla Casa Bianca. E in Romania, Calin Georgescu, un altro fiero oppositore del globalismo, è stato messo nel mirino con lo stesso copione.
La sinistra radical chic, con le sue ONG, i suoi burocrati e i suoi giudici compiacenti, ha dichiarato guerra alla democrazia. Non potendo vincere con il consenso, ricorre alla repressione, usando il sistema legale per annientare chi rappresenta una minaccia al suo dominio. Ogni processo contro questi leader è un pugnale al cuore della credibilità democratica, un segnale che la libertà di scelta è un’illusione in un mondo dove il potere decide chi può parlare e chi deve tacere. Musk ha ragione: questo è il loro playbook, un manuale di tirannia applicato in ogni angolo del pianeta. La sinistra non vuole il confronto, vuole il controllo. E noi, cittadini liberi, non possiamo accettarlo: è ora di ribellarci a questo regime mascherato da democrazia.
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