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Immigrazione fuori controllo e uno Stato assente: l’incubo di Cassino

Piazza Corte a Cassino, un tempo luogo di pace e serenità, si è trasformata in un vero incubo per i cittadini e per gli ospiti di una casa di cura che lì risiedono. Aggressioni, minacce, atti di vandalismo: questo è ciò che i residenti hanno dovuto subire per mesi, a causa di un cittadino straniero che ha seminato terrore e insicurezza. Solo questa mattina, dopo un calvario infinito, i Carabinieri sono finalmente intervenuti, arrestando l’uomo responsabile di questi episodi. Ma la domanda sorge spontanea: perché si è dovuto aspettare tanto?

L’individuo, già noto alle forze dell’ordine, aveva trasformato la piazza in un suo personale regno del caos: aiuole distrutte, passanti spaventati, disordini continui. Nonostante un foglio di via obbligatorio, che gli vietava di rimettere piede a Cassino, l’uomo ha bellamente ignorato il provvedimento, tornando a minacciare e molestare i cittadini. Questo dimostra un fatto inquietante: lo Stato, con le sue leggi blande e i suoi divieti inefficaci, non è più in grado di difendere i propri cittadini.

La vicenda di Cassino è solo l’ennesimo esempio di un’immigrazione senza regole, che scarica sulle spalle degli italiani il peso di individui problematici, spesso recidivi e senza alcun rispetto per le nostre leggi. Mentre i residenti vivevano nella paura, costretti a guardarsi le spalle ogni giorno, le autorità sembravano impotenti, incapaci di garantire quella sicurezza che dovrebbe essere un diritto inalienabile. È accettabile che anziani ospiti di una casa di cura debbano tremare per colpa di un singolo straniero che ignora ogni regola? È tollerabile che una comunità intera debba vivere ostaggio di chi considera il nostro Paese una terra di conquista?

Finalmente, con l’arresto di oggi, i Carabinieri hanno messo fine a questa escalation di violenza, restituendo un minimo di tranquillità alla zona. L’uomo dovrà ora rispondere delle sue azioni davanti alla giustizia, ma il danno è fatto: mesi di tensione, paura e abbandono non si cancellano con un arresto tardivo. Questo episodio deve essere un campanello d’allarme per tutti. Serve un cambio di rotta: basta con le politiche permissive, basta con l’accoglienza indiscriminata che mette a rischio la vita degli italiani. Lo Stato deve tornare a fare il suo dovere: proteggere chi paga le tasse, chi rispetta le leggi, chi considera l’Italia una casa, non un campo di battaglia.

Cassino respira di nuovo, ma per quanto tempo? Finché l’immigrazione resterà un problema ignorato e lo Stato un semplice spettatore, nessun arresto sarà sufficiente a guarire un sistema ormai al collasso.