Scuola: ai bambini in gita vietato mangiare perché è il ramadan
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È un fatto sconcertante, un segnale inequivocabile di come l’islamizzazione stia strisciando nelle istituzioni europee, soffocando libertà e identità sotto il peso di una tolleranza malata. Una scuola olandese, il Mondial College Meeuwse Acker di Nimega, ha organizzato una gita di un giorno al parco divertimenti Efteling il 28 marzo 2025. Fin qui, nulla di strano. Ma un dettaglio agghiacciante emerge dall’avviso inviato ai genitori, evidenziato in rosso: “Poiché questo giorno cade durante il Ramadan, a TUTTI gli studenti non è consentito mangiare o bere sull’autobus durante il viaggio di andata e di ritorno”. Sì, avete letto bene: a TUTTI. Non solo ai ragazzi musulmani che scelgono di osservare il digiuno, ma anche ai non musulmani, costretti a piegarsi a una regola religiosa che non appartiene alla loro cultura né alla loro fede.
Olanda. Scuola organizza gita di un giorno al parco divertimenti Efteling. Dato che si svolgeva durante un giorno di Ramadan (28 marzo) l’avviso evidenziato in rosso segnala che:
“Poiché questo giorno cade durante il Ramadan, a tutti gli studenti non è consentito mangiare o bere… pic.twitter.com/du8Dp5FcvG
— Leonardo Panetta (@LeonardoPanetta) March 30, 2025
Questo non è rispetto, è imposizione. È la resa di una scuola – e con essa di un’intera società – a una visione che calpesta il diritto individuale di decidere per sé. Che fine hanno fatto i valori occidentali di libertà e pluralismo? Perché un’intera scolaresca deve sottostare a un precetto islamico, quando il Ramadan non ha nulla a che fare con la maggioranza degli studenti olandesi? La comunità musulmana locale ha persino definito “assurda” questa decisione, eppure la scuola ha tirato dritto, ignorando il buon senso e alimentando un precedente pericoloso.
Siamo di fronte a un’Europa che si arrende, passo dopo passo. Oggi è un autobus dove non si può mangiare un panino o bere un sorso d’acqua per “rispetto” al Ramadan; domani sarà vietato farlo nelle aule, nelle strade, ovunque. L’islamizzazione non è più un’ipotesi lontana: è qui, ora, e si insinua nelle vite dei nostri figli. Se non ci opponiamo, se non gridiamo basta a queste follie, presto ci ritroveremo stranieri in casa nostra, privati di ogni diritto in nome di una cultura che non ci appartiene. Sveglia, prima che sia troppo tardi!
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