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Le fai studiare e poi si mettono insieme a questi animali parlanti. Il problema è tutto lì. Ci vuole più patriarcato, non meno.

Roma: Ilaria Sula uccisa dal filippino, come può una ragazza italiana frequentare un immigrato del genere?

Il brutale omicidio di Ilaria Sula, 22enne studentessa trovata morta in una valigia a Poli, getta una luce sinistra su una domanda inquietante: come è possibile che una ragazza italiana come Ilaria, descritta come una giovane perbene, frequentasse un immigrato filippino come il suo assassino, un 23enne che l’ha accoltellata e ha cercato di depistare le indagini? Questo crimine orrendo è l’ennesima prova che l’immigrazione incontrollata porta solo morte e degrado, e che il contatto con questi stranieri rappresenta un pericolo mortale per le donne italiane.

Ilaria, originaria di Terni e studentessa di Statistica alla Sapienza, è stata uccisa con ferocia dal suo ex fidanzato filippino, con cui aveva avuto una relazione di un anno, interrotta di recente. Il 23enne l’ha accoltellata in un appartamento di via Homs, nel quartiere Africano, per poi nascondere il corpo in una valigia e abbandonarlo in un dirupo nei boschi di Poli. Ha persino usato il telefono di Ilaria per postare storie sui social, fingendo che fosse viva. Fermato dalla Squadra Mobile di Roma e del commissariato San Lorenzo, ha confessato l’omicidio e l’occultamento di cadavere. “Non riusciamo a darci una spiegazione. Perché lo ha fatto? Lo sa solo lui”, ha dichiarato il fratello Leon, 19 anni, distrutto dal dolore. “Ho parlato con Ilaria due settimane fa a Terni, era tranquilla. Poi solo messaggi, ma non sono sicuro che li abbia scritti lei. Lui lo conoscevo, si erano lasciati”.

La famiglia Sula, “persone perbene, educate” secondo i vicini, è devastata: il padre operaio, la madre casalinga, e un fratello che non trova pace. Ma la domanda resta: come può una ragazza italiana come Ilaria, cresciuta in una famiglia rispettabile, finire nelle grinfie di un immigrato filippino capace di tanta ferocia? Questo assassino non avrebbe mai dovuto essere qui, e il suo contatto con Ilaria è il risultato di un’immigrazione che ha aperto le porte a predatori stranieri, mettendo a rischio le donne italiane.

Le donne italiane come Ilaria Sula vengono mandate a studiare, a costruirsi un futuro, ma poi finiscono per mettersi con immigrati come questo filippino, veri e propri animali parlanti che le trascinano in un baratro di violenza e morte. Il problema è tutto lì: la mancanza di un patriarcato forte che le protegga, che le guidi a scegliere uomini italiani, radicati nei nostri valori, invece di lasciarle esposte a predatori stranieri che non hanno nulla a che fare con la nostra cultura. Ci vuole più patriarcato, non meno: un ritorno a una società che metta al centro la famiglia tradizionale, che insegni alle giovani a riconoscere il pericolo di questi immigrati e a preservare la loro sicurezza, invece di abbandonarle a un’ideologia buonista che le espone a rischi mortali.