Capotreno picchiato e inseguito sui binari dai ‘maranza’
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Ancora un episodio di violenza brutale, ancora un branco di giovanissimi nordafricani, ancora un italiano aggredito senza motivo. Ieri pomeriggio, alla stazione Garibaldi, un capotreno è stato inseguito sul marciapiede e colpito al collo con una bottiglia da uno di questi “maranza”, dopo essere stato accerchiato e minacciato a bordo del treno 90027 partito da Vignola e diretto a Bologna. Sette, otto ragazzini, in apparenza minorenni, nordafricani di seconda generazione, figli di quell’immigrazione incontrollata che questo governo imbelle continua a tollerare. Musica a tutto volume, alcolici, insulti: il copione è sempre lo stesso. Quando il capotreno ha osato chiedere un minimo di rispetto, è stato aggredito, prima verbalmente e poi fisicamente, con una ferocia che non ha più nulla di umano.
La dinamica è da brividi: sceso per chiamare il 113, il ferroviere è stato inseguito da uno del branco armato di bottiglia, che lo ha colpito prima di scappare, mentre la Polfer arrivava troppo tardi e il 118 veniva rifiutato dal lavoratore, stoico nel voler finire il turno nonostante tutto. Ma la vera vergogna è che ieri, in stazione, non c’era nemmeno il servizio di ordine pubblico, quello che il comitato aveva promesso nei fine settimana dopo l’ondata di violenze di questi gruppi di stranieri. “Appena abbassiamo la guardia, il problema si ripresenta”, tuona Tonino Guglielmi, segretario provinciale del Sap. E ha ragione: il capo della Polizia parla di tagliare i servizi, e questi sono i risultati. Stazioni trasformate in giungle, lavoratori lasciati soli, cittadini alla mercé di baby gang che non hanno nulla da perdere.
I frutti velenosi dei ricongiungimenti familiari
Chi sono questi “maranza”? Non profughi arrivati ieri, ma figli e nipoti di immigrati accolti con i famigerati ricongiungimenti familiari, quel meccanismo scellerato che ha riempito l’Italia di famiglie incapaci di integrarsi, lasciando crescere generazioni di delinquentelli senza radici né rispetto. Non è un caso isolato: le cronache pullulano di aggressioni, rapine, spaccio, commessi da questi giovani che dell’Italia conoscono solo i marciapiedi da occupare e le leggi da calpestare. La stazione Garibaldi è solo l’ultimo teatro di una guerra quotidiana che questo governo succube della mummia al Quirinale si rifiuta di combattere.
Basta buonismo, serve Salvini
Dove sono le promesse di sicurezza? Dove sono i controlli? Questo esecutivo, prono ai diktat di un Presidente della Repubblica che sembra vivere in un’altra epoca, non ha il coraggio di affrontare il disastro che ha sotto gli occhi. Tagliare i servizi di ordine pubblico mentre le stazioni diventano zone franche è la prova di un’impotenza criminale. L’unica soluzione è chiara: riportare Matteo Salvini al Viminale. Lui sì che ha azzerato l’immigrazione clandestina, lui sì che ha messo i confini al primo posto, lui sì che ha dato un segnale forte contro la deriva delle nostre città. Altro che “lavoro ordinario”: qui serve una rivoluzione, e solo Salvini può farla.
Abrogare i ricongiungimenti familiari
Non basta fermare gli sbarchi: bisogna stroncare il bubbone dei ricongiungimenti familiari, un regalo fatto a chi arriva e poi pretende di importare interi clan, lasciando agli italiani il conto da pagare in termini di sicurezza e degrado. Questi “maranza” sono il prodotto di anni di lassismo, di politiche che hanno preferito l’accoglienza cieca alla tutela dei cittadini. È ora di dire basta: abrogare subito questa norma scellerata, rimpatriare chi delinque e ridare alle forze dell’ordine i mezzi per fare il loro lavoro, senza le mani legate da burocrazie e garantismi assurdi.
Un governo imbelle e una mummia al Quirinale
Questo governo non ha scuse: ogni giorno che passa senza agire è un giorno in cui tradisce gli italiani. Succube di un Quirinale ormai fuori dal tempo, si limita a guardare mentre le stazioni, le piazze, i treni diventano terra di nessuno. La solidarietà al capotreno aggredito, espressa dal Sap, è sacrosanta, ma non basta. Servono fatti, non parole. Serve un Ministro dell’Interno che non tema di sporcarsi le mani, che chiuda i rubinetti dell’immigrazione e metta fine alla follia dei ricongiungimenti. Serve Salvini, ora. E se questo esecutivo non ha il fegato di farlo, che si faccia da parte: gli italiani non possono più aspettare.
per favore le notizia datele in modo preciso; l’episodio è avvenuto a Casalecchio sul Reno e in ogni modo siamo all’interno della città metropolitana dove imperversa e fa danni il Leprotto mannaro…ma vedi un po’