Dopo avere sgozzato Ilaria il filippino è andato a mangiarsi una piadina
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Ilaria Sula, la freddezza del killer di seconda generazione: un mostro che l’Italia non può più tollerare
Roma, 8 aprile 2025 – Mark Antony Samson, il 23enne filippino di seconda generazione che ha massacrato Ilaria Sula, non è solo un assassino: è un simbolo del fallimento totale dell’immigrazione in Italia. L’ordinanza del gip Antonella Minunni, che ha convalidato il fermo per il femminicidio della 22enne studentessa di Terni, dipinge un ritratto agghiacciante: “Ciò che colpisce è il suo atteggiamento di forte autocontrollo e lucidità, in particolar modo nella fase successiva all’omicidio”. Dopo aver accoltellato Ilaria con tre colpi letali al collo, averla infilata in una valigia e gettata in un burrone a Poli, Samson ha avuto la freddezza di “rientrare nella normalità sin da subito”, come se nulla fosse accaduto.

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I dettagli sono sconcertanti: poche ore dopo il delitto, Samson incontra un’amica di Ilaria, mangia una piadina con lei, parla dei “problemi” con la ragazza che aveva appena ucciso, e disquisisce di banalità come il compleanno di un amico o cornetti comprati per una fantomatica ragazza. Non contento, invia messaggi fittizi al padre e alle amiche di Ilaria, usando il suo telefono, fingendo che fosse ancora viva, prima di gettarlo in un tombino. Un comportamento da psicopatico, che il gip descrive come “freddo e insensibile”, tanto da ipotizzare una perizia psichiatrica. Ma c’è di più: l’omicidio sarebbe scaturito da un’ansia patologica per i voti universitari. Ilaria, circa tre mesi fa, gli aveva chiesto di mostrarle i risultati dei suoi esami, un’ossessione che per Samson era “un trauma” sin dall’infanzia, un’ansia da prestazione verso i genitori. Di fronte all’ultimatum di Ilaria – “se non me li fai vedere ti lascio” – lui ha scelto di ucciderla, incapace di gestire il rifiuto.
Questo non è un caso isolato: è l’ennesima prova che gli immigrati di seconda generazione, come Samson, sono una bomba a orologeria. Cresciuti in Italia, ma incapaci di integrarsi, portano con sé una cultura di violenza e disprezzo per la vita, che esplode in gesti come questo. Samson, un “italiano” solo sulla carta, ha massacrato una ragazza brillante per un’ossessione personale, e poi ha ripreso la sua vita come se nulla fosse, mentre il corpo di Ilaria giaceva in un burrone. È intollerabile: l’Italia non può più essere il terreno di caccia di questi mostri, che ci ripagano con il sangue delle nostre figlie.
Basta con le scuse, basta con il buonismo: serve una risposta brutale. Espulsioni immediate per chi delinque e per le loro famiglie, chiusura totale delle frontiere, pene esemplari senza sconti. Samson non merita una perizia psichiatrica, merita l’ergastolo e poi di essere rispedito da dove viene la sua famiglia. Ilaria Sula meritava di vivere, non di morire per mano di un immigrato di seconda generazione che non ha mai appartenuo a questa terra. Svegliamoci, prima che sia troppo tardi.
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