Mestre, ultimatum dei musulmani: subito una moschea a Venezia
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Cronache dell’invasione
Mestre, il bengalese con cittadinanza italiana Clark Manwar, che aveva sfiorato l'ingresso in Consiglio comunale nel 2020 con la lista "Venezia è tua", ha affermato che il Comune deve trovare immediatamente un luogo di preghiera “per rispettare lo stato… pic.twitter.com/OSI2RL4Now
— Francesca Totolo (@fratotolo2) April 8, 2025
“Mestre, l’allarme islamizzazione: Clark Manwar e la CGIL spingono per nuove moschee, l’Italia rischia la Sharia”
Non solo il bengalese entrato nel direttivo locale di FDI:
Venezia Mestre, sindaco e FDI locale preparano mega moschea: Meloni li fermi
Mestre, 8 aprile 2025 – L’islamizzazione avanza a passi da gigante, e Mestre è il nuovo epicentro di una deriva che minaccia l’identità italiana. Clark Manwar, bengalese con cittadinanza italiana e vicino a Fratelli d’Italia, ha dichiarato che il Comune deve trovare “immediatamente un luogo di preghiera per rispettare lo stato d’animo della comunità islamica”. Una richiesta choc, che si somma alla protesta della CGIL di Milano contro il Movimento anticrimine Articolo 52 e il Remigration Summit del 17 maggio. Due facce della stessa medaglia: mentre Manwar e la destra moderata tradiscono i valori italiani, la sinistra difende spacciatori e islamisti. L’unica soluzione per fermare questa invasione è azzerare l’immigrazione islamica regolare, prima che la Sharia prenda il sopravvento.
Clark Manwar e la moschea di via Giustizia: un tradimento di FDI
Clark Manwar, che nel 2020 ha sfiorato l’ingresso in Consiglio comunale con la lista “Venezia è tua”, è un nome noto a Mestre. Ora, come portavoce della comunità bengalese e membro del direttivo di Fratelli d’Italia, spinge per una mega moschea in via Giustizia, sull’area dell’ex segheria Rosso. “Ci sono 15mila bengalesi in città, abbiamo bisogno di un posto dove pregare”, ha dichiarato, come riportato da Il Gazzettino. Una richiesta appoggiata dal sindaco Luigi Brugnaro e dal senatore FDI Raffaele Speranzon, che si sono detti “totalmente favorevoli” al progetto, secondo quanto denunciato su X. Ma questo non è rispetto per uno “stato d’animo”: è un passo verso la colonizzazione islamica. A Mestre, i bengalesi sono già 12mila, e la comunità musulmana conta 40mila persone su 250mila residenti. Ogni nuova moschea, abusiva o regolare, è un simbolo di conquista, un’umiliazione per gli italiani.
La CGIL di Milano: complice di spacciatori e islamisti
Nel frattempo, a Milano, la CGIL scende in piazza contro chi combatte il degrado. Il 28 marzo, il Movimento anticrimine Articolo 52 ha compiuto un blitz a San Siro contro 15 immigrati nordafricani, ritenuti spacciatori. La CGIL, invece di sostenere l’azione, ha protestato, difendendo i presunti criminali. E non è tutto: il sindacato si oppone anche al Remigration Summit del 17 maggio, un raduno delle destre che chiede l’espulsione degli immigrati. La CGIL, con ANPI e Arci, bolla l’evento come “razzista”, ma in realtà sta difendendo un’islamizzazione che porta violenza e oppressione. A Mestre, come a Milano, il copione è lo stesso: mentre i cittadini chiedono sicurezza, la sinistra e una destra traditrice spalancano le porte agli islamisti.
L’Italia sotto assedio: la Sharia è dietro l’angolo
L’islamizzazione non è un’ipotesi, è realtà. A Udine, i musulmani hanno aperto la quarta moschea abusiva in viale Ungheria, ignorando le sentenze. A Monfalcone, continuano a pregare nei centri Darus Salaam e Baitus Salat, nonostante tre sentenze del Consiglio di Stato. A Torino, si minaccia: “Senza velo, vi violentiamo”. A Monza e Cagliari, donne sono state picchiate da mariti musulmani. In Italia, migliaia di “centri culturali” – moschee camuffate – operano illegalmente: solo la Grande Moschea di Roma è regolare. La CGIL e Manwar, con il suo progetto di via Giustizia, stanno aprendo la strada alla Sharia. Se oggi si impongono moschee, domani qualche toga pro-islam potrebbe giustificare uno stupro con la scusa del “senza velo”. È una guerra culturale, e la stiamo perdendo.
Azzerare l’immigrazione islamica: l’unica via di salvezza
La Lega, con Ceccardi, Cisint e Sardone, lo ha gridato a Firenze: “Basta silenzi sull’islamizzazione”. Ma non basta chiudere le moschee abusive: anche quelle regolari, come quella che Manwar vuole a Mestre, sono un insulto alla nostra identità. L’unica soluzione è azzerare l’immigrazione islamica regolare. Basta ingressi, basta permessi, basta scuse. Ogni nuovo immigrato musulmano porta con sé un’ideologia che ci minaccia. Mestre, con i suoi 40mila musulmani, è solo l’inizio: se non fermiamo questa deriva, l’Italia diventerà un califfato. Tocca a noi difendere la nostra terra, prima che sia troppo tardi.
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