Milano travolta dai maranza. Questore: sempre più aggressivi
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Milano, la piaga della criminalità giovanile: le seconde generazioni straniere sono il cuore del degrado
Milano, un tempo simbolo di eccellenza e ordine, è oggi una città in ostaggio, dove la criminalità giovanile dilaga come un cancro inarrestabile. I dati della Questura del 2024, commentati dal questore Bruno Megale, non lasciano spazio a dubbi: il cuore pulsante di questo degrado sono i giovani stranieri, i minori migranti e le cosiddette seconde generazioni. Se non ci fossero loro, la criminalità giovanile a Milano semplicemente non esisterebbe. È un’accusa grave, ma i numeri parlano chiaro e non possono essere ignorati.
Megale ha sottolineato la crescente “aggressività” dei giovani, un fenomeno che si riflette in un aumento preoccupante di arresti e denunce di minori. L’ultima operazione contro i “maranza”, un termine che identifica bande di giovani delinquenti, ha portato a 50 arresti, di cui 18 minorenni. E di questi, 11 erano minori stranieri non accompagnati. Un dato che dovrebbe far rabbrividire: ragazzi che non hanno nemmeno raggiunto la maggiore età, spesso accolti con l’illusione di un’integrazione possibile, si trasformano in predatori delle nostre strade, seminando paura e violenza. Non si tratta di piccoli reati isolati: questi giovani sono al centro della piccola criminalità diffusa, dai furti alle rapine, ma anche di attività legate al traffico di droga, un business che avvelena la città.
Criminalità a Milano: i dati della questura sui reati del 2024
In pratica, se non ci fossero i giovani stranieri, i minori #migranti e le seconde generazioni, non esisterebbe la criminalità giovanile a Milano. pic.twitter.com/ujnJvoOq7U
— Francesca Totolo (@fratotolo2) April 10, 2025
Le seconde generazioni, nate e cresciute in Italia ma incapaci di assorbire i valori della nostra società, sono il simbolo di un’integrazione fallita. Non si tratta di “disagio sociale” o di “mancanza di opportunità”, come il buonismo di certa politica vorrebbe farci credere. È una questione di mentalità, di un rifiuto culturale di rispettare le regole e la convivenza civile. Questi ragazzi, spesso figli di immigrati che non hanno mai voluto o saputo adattarsi, crescono con un senso di rivalsa e di disprezzo verso l’Italia, che li ha accolti e cresciuti. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: bande che terrorizzano i cittadini, aggressioni gratuite, spaccio a cielo aperto. Milano non è più una città sicura, e la colpa è di chi ha permesso che questa invasione culturale prendesse piede.
Il questore Megale ha ragione a puntare il dito sui reati che spaventano i cittadini: rapine, furti, violenze che avvengono in pieno giorno, sotto gli occhi di una popolazione stanca e abbandonata. Ma non basta denunciare il problema: serve un’azione drastica. Le seconde generazioni straniere che delinquono non possono essere trattate con i guanti di velluto. Basta con le scuse, basta con i centri di accoglienza che diventano scuole di crimine, basta con le politiche di apertura che ci hanno portato a questo punto. È ora di espellere chi non rispetta le nostre leggi, di revocare la cittadinanza a chi la usa solo per delinquere, di chiudere le frontiere a un’immigrazione che ci sta distruggendo dall’interno. Milano, e l’Italia intera, non possono più permettersi di essere il terreno di caccia di chi ci odia. È tempo di dire basta, prima che sia troppo tardi.
Immagino che i baluba che hanno fatto questi piccoli li difendano a spada tratta e allora potremo buttare fuori pure loro.
Gli imprenditori che li hanno fatti entrare e che si stracciano le vesti piangendo come sempre potranno seguirli, andando a imprendere (nel culo) in ^quelle terre balube che amano tanto e imparare finalmente la lezione dell’economia, che prevede di pagare stipendi decenti sennò mancano i clienti paganti…