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Modena, Stefano Grandi massacrato da un branco di immigrati di seconda generazione: basta con l’invasione che ci sta distruggendo!

Modena è diventata un campo di battaglia, e a farne le spese sono i nostri giovani, come Stefano Grandi, un ragazzo di 17 anni che il 5 luglio 2023 è stato brutalmente pestato in pieno centro, in piazza Matteotti, da un branco di immigrati di seconda generazione. La sua unica colpa? Aver cercato di difendere la sua bicicletta da un furto. La risposta di questi delinquenti è stata una violenza inaudita: lo hanno accerchiato, provocato, colpito con una testata e poi massacrato di calci mentre era a terra, filmandosi per vantarsi della loro ferocia. Questo è il volto dell’immigrazione di seconda generazione: una generazione che non si integra, che disprezza l’Italia e che semina terrore ovunque.

I fatti sono agghiaccianti. Stefano era seduto su una panchina con la sua fidanzata, in una tranquilla serata estiva, quando ha notato un gruppo di giovani stranieri che cercavano di rubare le loro biciclette. Con coraggio, si è alzato per far valere i suoi diritti: “Ho fatto presente che quelle bici erano nostre”, ha raccontato. Ma la reazione è stata immediata e brutale. Da tre, i ragazzi sono diventati sette, tutti stranieri, tra i 15 e i 18 anni. Lo hanno offeso, provocato, e poi aggredito senza pietà: una testata tra l’occhio e la tempia lo ha fatto crollare a terra, e lì è iniziato il pestaggio. “Mi sono rannicchiato, la mia fidanzata urlava”, ha ricordato Stefano, che ha ricevuto calci senza sosta, con l’ultimo dato “per forza” e filmato con un telefonino, come un trofeo di questi animali. Solo l’arrivo dei soccorsi ha messo in fuga il branco, ma il trauma resta: Stefano è finito in ospedale, e la sua vita è cambiata per sempre.

Ora, quattro di questi delinquenti – tre ragazzi e una ragazza, accusata di aver incitato il pestaggio – andranno a processo il 23 settembre 2025 per rapina pluriaggravata e lesioni aggravate. Sono un 21enne, una 22enne, un 20enne e un 23enne, tutti immigrati di seconda generazione, figli di chi è stato accolto in Italia e ha ripagato la nostra generosità con violenza e degrado. Un quinto ragazzo, anche lui straniero, è stato assolto, ma questo non cambia la realtà: Modena, come tante altre città italiane, è ostaggio di bande di giovani stranieri che non hanno alcun rispetto per le nostre leggi, la nostra cultura, i nostri diritti. La madre di Stefano, esasperata, ha lanciato una raccolta firme a cui hanno aderito migliaia di modenesi, chiedendo più sicurezza in centro. Residenti e commercianti sono al limite: non se ne può più di vivere nella paura.

Questi non sono “ragazzi difficili” o “vittime del disagio sociale”, come vorrebbe farci credere il buonismo di certa sinistra. Sono il prodotto di un’immigrazione fallita, di seconde generazioni che crescono nel risentimento, rifiutando di integrarsi e vedendo negli italiani un bersaglio da colpire. Stefano non è stato aggredito da un gruppo di coetanei qualunque: è stato massacrato da un branco di stranieri che agiscono come un branco di lupi, senza scrupoli, senza morale, senza umanità. E mentre loro filmano i loro “trofei” di violenza, i modenesi vivono nel terrore, sapendo che la prossima vittima potrebbe essere chiunque.

Basta con questa invasione. Le seconde generazioni di immigrati stanno distruggendo le nostre città, e Modena è solo l’ultimo esempio. Serve un’azione drastica: espulsioni immediate per chi delinque, revoca della cittadinanza per chi la usa solo per fare del male, e un freno all’immigrazione che ci sta sommergendo. Non possiamo più permettere che i nostri giovani vengano massacrati per una bicicletta, che le nostre piazze diventino zone di guerra, che la nostra sicurezza venga sacrificata sull’altare del multiculturalismo. Stefano è vivo per miracolo, ma quante altre vittime ci saranno prima che si dica basta? Sveglia, Italia: è ora di riprenderci le nostre città, prima che sia troppo tardi!