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Milano, i “maranza” di seconda generazione seminano terrore: derubano, stuprano e massacrano, ma le istituzioni inseguono chi si difende – È ora di dire basta!

Milano è diventata una città dove la paura regna sovrana: gruppi di “maranza”, giovani di seconda generazione figli di immigrati, scorrazzano indisturbati, derubando, stuprando e massacrando cittadini inermi, selezionati per la loro vulnerabilità. Le vittime preferite? Anziani e adolescenti tra i 13 e i 20 anni, aggrediti in branco, spesso 15 contro uno, in un’esplosione di violenza vigliacca e gratuita. Questi delinquenti, che si vantano sui social delle loro “imprese”, sono il prodotto di un’immigrazione fallita, ma le istituzioni e i media, vergognosamente assenti, lasciano i cittadini soli. E quando un comitato di italiani, “Art. 52”, si organizza per difendersi, la risposta dello Stato è surreale: la Digos indaga non i “maranza”, ma chi osa opporsi a questa barbarie.

Le cronache degli ultimi mesi a Milano, ma anche in altre città come Padova e Firenze, parlano chiaro: i “maranza” agiscono con una ferocia inaudita. Anziani aggrediti per rubare una collanina, come Nicolò Caronia, 94enne massacrato a Roma da un badante cingalese; adolescenti pestati per uno smartphone, come il 17enne di Firenze rapinato su un autobus da una gang nordafricana. A Milano, la situazione è fuori controllo: gruppi di 15 “maranza” attaccano senza motivo, massacrando le vittime a calci e pugni, spesso filmando tutto per vantarsi online. Le loro prede sono scelte con cura: persone vulnerabili, che non possono difendersi. È un’ondata di violenza che non conosce sosta, alimentata da giovani stranieri di seconda generazione che, invece di integrarsi, disprezzano l’Italia e i suoi cittadini.

Le istituzioni? Praticamente assenti. La polizia locale e le forze dell’ordine, sotto organico e mal coordinate, non riescono a contrastare il fenomeno. I media? Silenzio tombale, troppo occupati a non “offendere” per raccontare la verità. Di fronte a questo vuoto, i cittadini milanesi hanno detto basta: è nato il comitato “Art. 52”, che prende il nome dall’articolo della Costituzione che sancisce il dovere di difendere la Patria. Questo gruppo di italiani comuni, a torto o a ragione, si è organizzato per recuperare la refurtiva rubata e cacciare i “maranza” dalle strade, facendo quello che lo Stato non fa. Armati di coraggio e determinazione, i membri di “Art. 52” pattugliano le zone a rischio, cercando di restituire sicurezza a una città allo sbando.

Ma la risposta delle istituzioni è sconcertante: invece di indagare i “maranza”, la Digos ha puntato il mirino su “Art. 52”, cercando di scoprire “chi c’è dietro” questo comitato, come se il vero problema fossero i cittadini che si difendono e non i delinquenti che li attaccano. È un’assurdità che grida vendetta: mentre stupratori, ladri e violenti di seconda generazione massacrano anziani e adolescenti, lo Stato si accanisce contro chi, richiamandosi all’Articolo 52 della Costituzione – “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” – cerca di proteggere la propria comunità. Questo è il fallimento totale di un sistema che ha perso di vista chi dovrebbe tutelare.

Le seconde generazioni di immigrati, come i “maranza”, non sono un’eccezione: sono la regola di un’immigrazione che ha fallito. Cresciuti in Italia, spesso grazie a ricongiungimenti familiari sconsiderati, rifiutano i nostri valori e vivono di violenza, vedendo nei cittadini italiani un bersaglio da colpire. È un’invasione che sta distruggendo le nostre città, e Milano è solo l’ultimo campo di battaglia. Serve un’azione drastica: espulsioni immediate per chi delinque, revoca della cittadinanza per chi la usa per fare del male, e un freno a un’immigrazione che ci sta sommergendo. I cittadini di “Art. 52” non sono vigilanti: sono italiani stanchi di vivere nel terrore. Le istituzioni si sveglino e facciano il loro dovere: inseguano i “maranza”, non chi li combatte. Basta, prima che altre vittime paghino il prezzo di questo disastro!