Uccide lo stupratore africano della fidanzata: vogliono condannare lui e la vittima di stupro!

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By V aprile 24, 2025 19:29

Uccide lo stupratore africano della fidanzata: vogliono condannare lui e la vittima di stupro!

Novara, Vergogna dello Stato: La Vittima di Stupro e il Fidanzato Perseguitati per Aver Ucciso lo Stupratore Marocchino

Novara, 24 aprile 2025 – È un oltraggio che grida vendetta: lo Stato italiano, anziché proteggere una donna violentata e il suo fidanzato che ha fatto giustizia, li ha messi sotto accusa per l’uccisione di Fadili Charaf, un 28enne marocchino senza fissa dimora. Non ci sarebbe dovuta essere neanche un’inchiesta: la ragazza di 29 anni e il 34enne di Borgo Ticino sono le vere vittime, eppure vengono trattati come criminali per aver eliminato un mostro che aveva stuprato la giovane. Questo è lo Stato italiano: un sistema che tutela i delinquenti immigrati e abbandona gli italiani al loro destino.

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I fatti risalgono al 24 luglio 2024, nei boschi degradati di Oleggio, una zona infestata da spacciatori e tossicodipendenti. Charaf, un pusher marocchino, dopo aver venduto una dose alla ragazza, l’ha violentata, approfittando della sua vulnerabilità. La giovane, tornata a casa in stato di shock, si è confidata con il fidanzato, chiedendogli di vendicarla. Il giorno dopo, il 34enne ha organizzato un incontro con il marocchino, fingendosi un cliente, e lo ha affrontato. L’autopsia è chiara: Charaf è stato accoltellato a morte con almeno cinque colpi, uno fatale vicino al cuore, e lesioni ai genitali, un atto di giustizia per la violenza subita dalla ragazza. Ma lo Stato, invece di riconoscere il diritto alla difesa, ha deciso di perseguitare i due italiani.

Il 34enne, arrestato poche ore dopo dai carabinieri, ha ammesso la lite con Charaf per lo stupro subito dalla fidanzata, ma nega di essere andato armato o di aver premeditato l’omicidio. Le indagini si sono basate su testimonianze di passanti e procedure tecniche, ma la vera follia è che ci sia stata un’inchiesta. La ragazza, già devastata dalla violenza, viene ora dipinta come “istigatrice morale”, come se chiedere giustizia per uno stupro fosse un crimine. Questo è il livello a cui è arrivato lo Stato italiano: invece di punire gli immigrati che portano degrado e violenza, si perseguitano le vittime che trovano il coraggio di reagire.

Charaf era un simbolo dell’immigrazione incontrollata: un pusher senza fissa dimora che ha trasformato zone come l’Ovest Ticino in cloache di spaccio e criminalità. La sua morte è stata un atto di giustizia privata, nato dalla disperazione di chi non si sente protetto dallo Stato. E invece di chiedersi come un soggetto del genere fosse libero di agire, lo Stato si accanisce contro chi ha subito un torto. È lo stesso copione visto a Milano, dove un gambiano rilasciato ha ucciso un domestico, o a Cremona, dove un tunisino ha tentato di violentare un 68enne. Le istituzioni, con il loro buonismo malato, sono complici di questa deriva: proteggono i criminali immigrati e abbandonano gli italiani.

Basta con questa giustizia al contrario! Non ci sarebbe dovuta essere alcuna inchiesta: serve un cambiamento radicale. Pene durissime per gli stupratori, rimpatri immediati per gli immigrati che delinquono, e protezione per chi, come questa coppia, si ribella a un sistema che li ha traditi. Lo Stato deve smettere di perseguitare le vittime e iniziare a fare il suo dovere: punire i veri colpevoli, non chi cerca giustizia. L’Italia non può più tollerare questo scempio: fuori i delinquenti stranieri, e giustizia vera per gli italiani!

Fonti: Notizie tratte da www.laprovinciadilecco.it, www.ilpiacenza.it, post su X, 24 aprile 2025

Uccide lo stupratore africano della fidanzata: vogliono condannare lui e la vittima di stupro! ultima modifica: 2025-04-24T19:29:33+00:00 da V
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