Venezia Mestre, islamici continuano a minacciare: moschea in centro o caos

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By V aprile 26, 2025 11:56

Venezia Mestre, islamici continuano a minacciare: moschea in centro o caos

“Mestre sotto attacco islamico: i bangladesi minacciano nuove proteste e ricorsi, l’islamizzazione è una guerra dichiarata!”

Mestre, 25 aprile 2025 – Mestre è sotto attacco: i musulmani bangladesi di via Piave, nonostante la pioggia battente che ha costretto oggi all’annullamento della loro manifestazione contro la chiusura della moschea abusiva, non si arrendono e minacciano di tornare in strada entro maggio, occupando gli spazi pubblici con le loro preghiere e proteste. “Per la pioggia, ma ne organizzeremo un’altra entro maggio”, ha dichiarato l’associazione Ittihad, mentre Abdullah Samrat, portavoce del gruppo, ha annunciato: “Pregare sotto la pioggia sarebbe stato impossibile. Abbiamo preferito dire ai nostri fratelli di recarsi da qualche altra parte, visto che nella nostra moschea ci hanno impedito di pregare”. Ma non è tutto: Ittihad intende ricorrere in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la chiusura del loro centro in via Piave, e Samrat ha aggiunto: “Martedì prossimo vedremo il nostro avvocato, abbiamo deciso di presentare ricorso in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato. Costerà parecchio, ma vogliamo difendere il nostro diritto di culto. Se ci sarà bisogno, dopo la Cassazione andremo anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo, e lì porteremo anche quella legge regionale voluta dalla Lega che impedisce di aprire dei luoghi di culto nei centri urbani confinandoli nelle periferie più lontane. Non siamo noi ad averla definita una legge ‘anti-moschee’”. Questo non è un diritto: è un attacco frontale all’Italia, un atto di guerra islamica che vuole imporci la Sharia.

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Via Piave: un simbolo di sfida islamica

La protesta, prevista alle 12:30 nei giardini di via Piave con un corteo verso il parco del Piraghetto per una “preghiera collettiva” alle 13:30, è stata annullata per la pioggia, ma ha richiesto uno schieramento massiccio di polizia, Digos, polizia locale e carabinieri, segno della tensione altissima. Il Consiglio di Stato ha confermato che l’ex supermercato di via Piave 17, trasformato in moschea abusiva da Ittihad, deve tornare alla sua destinazione commerciale: “La stabile destinazione di un edificio a luogo di culto presenta un impatto sull’ordinato sviluppo dell’abitato e deve avvenire nel rispetto della disciplina urbanistica ed edilizia”. Ma i bangladesi non accettano la legge: “Lo teniamo come centro culturale, sperando che la Cassazione ci conceda la sospensiva dell’ordinanza del Comune. Non abbiamo altra scelta”, ha dichiarato Samrat, annunciando nuove proteste in strada a maggio. “È in gioco la nostra libertà religiosa”, ha aggiunto, un’affermazione che nasconde il vero obiettivo: islamizzare Mestre.
Insulti al sindaco: un’arroganza intollerabile

Samrat ha difeso il post in cui Brugnaro viene accostato a un maiale in giacca e cravatta: “Ho pubblicato io quel post, non sono io l’imam. Conosco i miei diritti e posso criticare un politico. Il mio era un parallelo con ‘La fattoria degli animali’ di George Orwell, casomai dovrebbero arrabbiarsi con l’autore di quel libro. Sento di dover esprimere mia libertà e ho fatto un’analogia tra il maiale e la corruzione. Ci sono politici e partiti che seminano odio… Posso dirlo perché in Bangladesh abbiamo vissuto sotto una dittatura, ma qui in Italia non c’è il ‘partito unico’”. Un’offesa intollerabile, condivisa dall’imam Arif Mahmud, che dimostra il disprezzo di questi islamici per l’Italia. “Quello che è accaduto alla nostra moschea adesso può succedere alle altre moschee in città e altrove: nessuna ha i permessi e molti sono preoccupati”, ha aggiunto Samrat, rivelando che le moschee abusive a Mestre sono una rete pronta a sfidare la legge.

Mestre e l’Italia sotto assedio: l’islamizzazione è un’emergenza

Mestre è invasa: in via Torino, dove ci sono tre moschee, oggi “è arrivato un fiume di gente” per pregare, mentre Ittihad, con i suoi 500 soci, prepara nuove proteste. A Torino, i “maranza” musulmani bruciano vivi i senzatetto; a Luino e Domodossola, le donne subiscono il Taarrush Gamea; a Roma, bandiere di Hamas hanno sventolato il 25 aprile, profanando il lutto per Papa Francesco; a Monfalcone, Bou Konate vuole la Sharia; a Bergamo, una nuova moschea sarà finanziata dal Qatar. In Italia, migliaia di “centri culturali” sono fuorilegge: solo 12 moschee sono regolari. I bangladesi di Ittihad non vogliono integrarsi: vogliono imporci la Sharia, occupando le nostre strade e sfidando le nostre leggi. Mestre è solo l’ultimo campo di battaglia di un’Islam politico che ci sta conquistando.

Chiudere l’immigrazione e fermare l’Islam politico: salviamo Mestre!

La Lega lo ha gridato: “Basta silenci sull’islamizzazione”. Chiudiamo totalmente l’immigrazione regolare islamica – basta ingressi, basta permessi – e sospendiamo le elezioni nei comuni a rischio come Monfalcone, dove Anna Maria Cisint combatte l’Islam radicale. Il governo nomini i sindaci e invii l’esercito a Mestre: serve una ripresa manu militari del territorio. Chiudiamo le moschee abusive e quelle regolari, simboli di conquista. Ittihad e i suoi imam, con i loro ricorsi e le loro proteste, stanno dichiarando guerra all’Italia: non possiamo permettere che ci sottomettano. Se non fermiamo l’Islam politico, Mestre diventerà un califfato, e l’Italia cadrà. Svegliamoci, ora!

Venezia Mestre, islamici continuano a minacciare: moschea in centro o caos ultima modifica: 2025-04-26T11:56:50+00:00 da V
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By V aprile 26, 2025 11:56
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