Massacrato dai maranza a 13 anni per aver difeso gli amici: gli spaccano denti e mandibola
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Fermo, 13enne massacrato al campetto da “maranza” di seconda generazione: una vendetta barbara – Azzeriamo i ricongiungimenti familiari ora!

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Un episodio agghiacciante ha sconvolto Fermo: un ragazzino di 13 anni è stato vittima di una spedizione punitiva premeditata al campo di calcetto di via Mannocchi Tornabuoni, vicino al Comando provinciale dei carabinieri. La sua colpa? Aver osato contraddire un 16enne marocchino di seconda generazione durante una partita il giorno prima. La risposta è stata una vendetta brutale: il 16enne, con la complicità di un coetaneo albanese, ha massacrato il ragazzino a calci, pugni e mosse di kickboxing, lasciandolo in gravi condizioni. Questo ennesimo crimine dei “maranza” di seconda generazione dimostra che l’immigrazione incontrollata ci sta distruggendo: serve azzerare i ricongiungimenti familiari e fermare questa ondata di violenza!
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, le tensioni erano iniziate il giorno precedente durante una partita al campetto: il 16enne marocchino aveva avuto atteggiamenti prevaricatori, e il 13enne si era schierato a difesa dei coetanei, suscitando la sua ira. Il giorno dopo, il marocchino, insieme a un amico albanese chiamato appositamente, si è presentato al campo con un piano chiaro: farla pagare al ragazzino. Senza dargli possibilità di difendersi, i due lo hanno aggredito con una violenza inaudita: pugni, calci al volto e mosse di kickboxing – uno dei due pratica arti marziali – anche quando la vittima era già a terra semincosciente. Sotto gli occhi attoniti dei genitori presenti, il pestaggio è continuato fino all’arrivo dei soccorsi.
Entrambi sono entrati nel campetto e, senza che il 13enne potesse difendersi, hanno iniziato a colpirlo con violenti pugni e mosse di kickboxing, visto che uno dei due pratica le arti marziali. Nonostante il ragazzino fosse caduto a terra semincosciente, gli aggressori hanno continuato a pestarlo, sferrandogli diversi calci al volto e al corpo. Tutto questo sotto gli occhi attoniti di alcuni genitori, che hanno immediatamente allertato i carabinieri e i soccorsi sanitari.
Sul posto sono intervenuti gli operatori del 118 che, dopo le prime cure, hanno trasportato il 13enne a pronto soccorso, dove gli sono state riscontrate due fratture alla mandibola e la rottura di diversi denti.
Il 13enne è stato trasportato al pronto soccorso di Fermo in codice rosso: due fratture alla mandibola, diversi denti rotti e un trauma devastante. Le sue condizioni hanno richiesto il trasferimento all’ospedale regionale Torrette di Ancona per un intervento di chirurgia maxillo-facciale. I due aggressori sono fuggiti, ma i testimoni li hanno riconosciuti: i carabinieri sono sulle loro tracce, e presto avranno un nome e un volto.
Ma questo non basta a fermare l’ondata di violenza che i “maranza” di seconda generazione stanno portando nelle nostre città. A Gallarate, le ronde di Articolo 52 combattono questi delinquenti; a Treviso, un negoziante è stato massacrato per un rimprovero; a Pisa, una baby gang ha compiuto 10 rapine. Questi giovani, figli di immigrati, si credono intoccabili: “Faccio quello che voglio, mi avete dato la cittadinanza”, si vantano sui social.
Non possiamo più tollerare questa barbarie! I ricongiungimenti familiari hanno permesso a famiglie di immigrati di portare in Italia una cultura di violenza che genera mostri come questi 16enni. Serve un’azione drastica: azzerare i ricongiungimenti familiari, revocare la cittadinanza a chi delinque e procedere con espulsioni immediate. I “maranza” non sono italiani, sono una minaccia per i nostri figli. Il 13enne di Fermo ora lotta per riprendersi, ma quante altre vittime ci saranno? Basta con il buonismo, fuori i delinquenti stranieri! Sveglia, prima che sia troppo tardi!
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