Concertone rosso vergogna con “Bella Ciao” e “Palestina Libera”

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By V maggio 1, 2025 19:19

Concertone rosso vergogna con “Bella Ciao” e “Palestina Libera”

Concertone del 1° Maggio: La Sinistra Occupa il Palco con “Bella Ciao” e “Palestina Libera”

Il Concertone del 1° maggio 2025, famigerato appuntamento in Piazza San Giovanni a Roma, si è trasformato nell’ennesima passerella della sinistra radical chic, che usa la musica e il lavoro come pretesto per propagandare la sua agenda ideologica. Quest’anno, il palco è stato occupato da messaggi politici che non hanno nulla a che fare con la Festa dei Lavoratori: il figlio del figlio di papà Leo Gassmann, figlio di Alessandro e nipote di Vittorio, ha aperto l’evento intonando “Bella Ciao”, mentre i Patagarri hanno urlato “Palestina libera!” al termine della loro esibizione di Hava Nagila, un brano ebraico. La Comunità Ebraica di Roma ha definito l’atto “ignobile”, denunciando la strumentalizzazione della cultura ebraica per invocare la “cancellazione di Israele”. Siamo di fronte a una vergognosa saldatura tra rossi e islamisti, un’alleanza che offende la storia e i valori di chi crede nella libertà vera, non in quella distorta dai militanti di estrema sinistra.

“Bella Ciao” e il Palco Rosso: Una Provocazione Senza Fine

Alle 15:17, Leo Gassmann ha dato il via al Concertone con “Bella Ciao”, l’inno partigiano che la sinistra ha ormai trasformato in un simbolo di propaganda, svuotandolo del suo significato originario. “Ottant’anni fa uomini e donne coraggiose ci hanno permesso di vivere in un’Italia libera e democratica”, ha dichiarato Gassmann senza riflettere. La scelta di aprire con questo brano non è casuale: è un messaggio chiaro, un’occupazione simbolica del palco da parte di una sinistra che vuole monopolizzare la narrazione della libertà, ignorando che la vera oppressione, oggi, arriva proprio dalle sue fila. Mentre Gassmann cantava, migliaia di giovani in piazza lo accompagnavano, ignari del fatto che stavano partecipando a una messinscena politica, non a una celebrazione del lavoro.

“Palestina Libera!”: L’Affronto dei Patagarri e la Replica della Comunità Ebraica

Il momento più scandaloso della giornata è arrivato con l’esibizione dei Patagarri, un quintetto jazz-swing milanese che ha eseguito Hava Nagila, un brano tradizionale ebraico composto nel 1918 per celebrare la Dichiarazione Balfour, che apriva alla creazione di una “dimora nazionale” per il popolo ebraico in Palestina. Ma i Patagarri hanno trasformato questo inno in un’arma politica, concludendo la performance con l’urlo “Palestina libera!” e invitando il pubblico a ripetere lo slogan. “Finché ogni popolo non sarà libero di autodeterminarsi e vivere in pace, non potremo essere allegri”, hanno dichiarato, dimostrando una totale mancanza di rispetto per la storia del brano e per il popolo ebraico.
La Comunità Ebraica di Roma non ha tardato a rispondere. Victor Fadlun, presidente della Comunità, ha definito l’esibizione “ignobile” e “sinistra”, un insulto che strumentalizza la cultura ebraica per invocare la “cancellazione di Israele”. “Pensate a cosa ha fatto Hamas dei nostri bambini”, ha aggiunto Fadlun, ricordando il massacro al Nova Music Festival e i 59 ostaggi ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Usare un brano ebraico per lanciare un messaggio pro-Palestina, in un contesto come il Concertone, non è solo un atto di cattivo gusto, ma una violenza culturale che conferma la pericolosa saldatura tra la sinistra rossa e gli islamisti radicali. È la stessa alleanza che vediamo nelle piazze, dove i militanti di estrema sinistra marciano accanto a chi inneggia alla distruzione di Israele, senza mai condannare le atrocità di Hamas.

Le Toghe Rosse e il Silenzio sui Veri Problemi

Mentre il Concertone diventa un megafono per la propaganda rossa, le toghe pro-immigrati continuano a fare il loro sporco lavoro, perseguitando chi osa opporsi a questa deriva. La Procura di Milano, diretta da Marcello Viola, ha aperto un fascicolo conoscitivo sul corteo per Sergio Ramelli, svoltosi il 29 aprile 2025, dove 2mila militanti di destra hanno commemorato il giovane ucciso nel 1975 da Avanguardia Operaia. Il pm Alessandro Gobbis indaga per “manifestazione fascista”, solo perché i partecipanti hanno fatto il saluto romano. Ma dove sono le inchieste contro i maranza, le bande di giovani nordafricani che assediano Milano con spaccio e violenza? In Stazione Centrale, i pusher agiscono indisturbati; a Corvetto, le risse tra bande sono quotidiane. Eppure, le toghe rosse preferiscono accanirsi contro un saluto, lasciando i cittadini indifesi di fronte alla criminalità d’importazione.

Un Concertone Occupato, Una Sinistra Senza Vergogna

Il Concertone del 1° maggio, nato per celebrare i lavoratori, è stato trasformato in un’arena politica, dove la sinistra impone la sua visione distorta del mondo. “Bella Ciao” e “Palestina libera!” non hanno nulla a che fare con il lavoro, ma sono strumenti per alimentare un’ideologia che difende i carnefici e attacca le vittime. La complicità con gli islamisti, l’indifferenza verso le vere emergenze sociali e il sostegno delle toghe rosse dimostrano che questa sinistra non rappresenta più i lavoratori, ma solo se stessa e i suoi alleati radicali. È ora di smascherare questa occupazione culturale e politica. Basta con questa vergogna!

Concertone rosso vergogna con “Bella Ciao” e “Palestina Libera” ultima modifica: 2025-05-01T19:19:22+00:00 da V
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