“Faccetta nera” e saluto romano all’adunata degli Alpini di Biella: sinistra sconvolta
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A Biella, l’adunata degli Alpini, in corso fino a domenica 11 maggio, è finita nel mirino di una polemica che sembra uscita da un film di Fantozzi. Nella notte tra venerdì 9 e sabato 10 maggio, un manipolo di alpini, probabilmente con qualche bicchiere di troppo, ha osato l’impensabile: attraversare le vie della città canticchiando Faccetta Nera e, orrore, facendo il saluto romano. Un passante sfaccendato, armato di smartphone, ha immortalato la scena e caricato il video online, con La Stampa che non ha perso tempo a trasformarlo nel caso del secolo.

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Il Partito Democratico di Biella, con la solennità di chi denuncia un crimine contro l’umanità, ha emesso un comunicato che sembra scritto da un poeta tragico. “Il canto fascista che celebra gli orrori del colonialismo del duce è un insulto alla memoria!”, tuonano Elisa Francese e Andrea Basso, rispettivamente della segreteria provinciale Dem e del circolo Pd locale. Come se gli alpini, noti per il loro impegno in missioni umanitarie e per spalare neve nelle emergenze, fossero improvvisamente diventati una falange di nostalgici in camicia nera. Non contenti, ricordano che l’adunata è iniziata con un libro sugli Alpini nella Resistenza e un alzabandiera che ha celebrato la medaglia d’oro di Biella, conferita da Pertini per la lotta al nazifascismo. Insomma, pare che per il Pd un gruppo di alpini canterini abbia cancellato in una notte decenni di storia e onorificenze.
Non da meno, Paolo Furia, big della direzione nazionale Pd e consigliere comunale, si è lanciato in un’analisi filosofica: “I canti fascisti negano lo spirito dell’adunata!”. Uno spirito che, secondo lui, è incarnato dalla sobria cerimonia dell’alzabandiera, non certo da un gruppo di signori attempati che intonano vecchie canzoni dopo un paio di grappini.
Anche il Movimento 5 Stelle, non volendo restare indietro nella gara dell’indignazione, ha sguinzagliato Giuseppe Paschetto e tal Karim El Motarajji, che hanno bollato Faccetta Nera come “una vergogna” per la città medaglia d’oro. “Ci aspettiamo una condanna unanime!”, gridano, come se il Comune e l’Associazione Nazionale Alpini dovessero organizzare un processo pubblico per quattro strofe mal cantate. E, ciliegina sulla torta, tirano in ballo gli alpini della Resistenza, che “non meritano” tali affronti. Perché, si sa, ogni alpino che canta una canzone fuori dal coro è un traditore della patria.
Il vero scandalo non è una canzone cantata dagli Alpini ma che un partito sia rappresentato da alt Karim El Motablablabla.
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