Allarme: “Sinistra è complice dei gruppi islamici che vogliono prendersi l’Italia“
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“Islamizzazione, l’allarme di Anna Maria Cisint: la sinistra è complice dei fondamentalisti islamici”

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L’europarlamentare Anna Maria Cisint lancia un allarme senza precedenti: “Serve accendere un faro sulle zone grigie in cui i centri islamici si muovono: troppo spesso si nascondono episodi di illegalità e irregolarità e operano al di fuori di ogni regola e di alcuna garanzia. Per non parlare dei problemi di sicurezza, ordine pubblico e dell’impatto urbanistico nei quartieri. La sinistra e il PD sono complici dell’atteggiamento sovversivo di alcuni gruppi islamici fondamentalisti, che supportano al solo fine di racimolare qualche voto in più”. Questo commento arriva dopo la cessione del tempio dei Testimoni di Geova a Paderno Dugnano (Milano) a un’associazione islamica, un caso che non è diverso da quanto avviene a Padova, Mestre, Monfalcone e in altre realtà.
Cisint denuncia: “La situazione è molto differente e mette in luce con tutta evidenza uno dei nodi fondamentali del processo di islamizzazione. Tra il nostro Stato e la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, infatti, già nel 1999 è stata stipulata l’intesa prevista ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione, poi nel 2007. In quell’intesa, si impegnano ad attenersi a ciò che non contrasta con l’ordinamento giuridico, che viene quindi formalmente riconosciuto. Questo documento è fondamentale perché regola la vita di questo movimento religioso secondo i canoni del nostro Stato, compresi il matrimonio, le festività, il regime tributario. Nel caso dell’Islam, non c’è niente del genere. Se questa religione non vuole disciplinare le loro regole di comportamento, luoghi di preghiera e finanze è perché considerano come un grave reato la rinuncia ai principi stabiliti dalla fede coranica”. L’Islam, a differenza delle nostre società, si fonda sulla sovranità di Allah, e “le nostre leggi nei settori cruciali prevedono comportamenti contrari rispetto a quelli praticati dai musulmani, dalla sopraffazione delle donne fino alla poligamia”.
La strategia islamica è chiara: “Sì, questo è il loro metodo: si insediano in attività commerciali dismesse con la scusa dell’associazione o, come in questo caso, in scantinati e realizzano la loro moschea irregolare in barba ad ogni regola e creando forti disagi ai residenti, che troppo spesso si trovano ostaggi a casa propria. Un islamismo strisciante che silenziosamente si insinua nelle nostre città, senza regole e troppo spesso senza controlli, in nome di un politicamente corretto della sinistra, che si volta dall’altra parte. Le amministrazioni comunali devono avere la responsabilità di intervenire, altrimenti sono complici o conniventi di queste illegalità”.
Sui finanziamenti, Cisint è categorica: “Ad oggi ancora non vi è un obbligo di trasparenza rispetto alla provenienza dei fondi delle comunità islamiche. Spesso questi derivano da operazioni poco chiare. Non c’è solo il pizzo islamico, la tassa sistematica pretesa dagli Imam dalle comunità musulmane ai lavoratori delle ditte controllate da musulmani, ciò che preoccupano sono i finanziamenti che provengono dai Paesi islamici più integralisti e radicali perché in questo modo ne possono influenzare le predicazioni”.
La sua azione è decisa: “Sono aperta a raccogliere tutte le segnalazioni che mi arrivano da tutte le città e regioni d’Italia perché sempre più i cittadini rifiutano le logiche della sottomissione. Caso per caso vanno affrontati i problemi che il proliferare di centri e moschee alimenta. La capacità di recuperare ingenti e dubbie risorse è parte della forza delle comunità straniere che attraverso tali metodi riescono ad infiltrarsi nelle nostre realtà e controllare pezzi di città senza passare da democratiche elezioni, dove verrebbero sonoramente bocciati”.
La sinistra sta consegnando l’Italia all’Islam, e Cisint è pronta a combattere questa invasione. Azzeriamo l’immigrazione islamica regolare – basta ingressi, basta permessi – e torniamo allo ius sanguinis integrale. L’Italia non si arrende!
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