Costretto a inginocchiarsi dai maranza: “Umiliato e picchiato”
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Bologna, baby gang di maranza umilia e picchia un 13enne: l’ennesima vergogna dell’immigrazione di seconda generazione
La città è sotto scacco, e a farne le spese è un ragazzino di 13 anni, aggredito e umiliato martedì pomeriggio in via Gorizia da una baby gang di maranza, immigrati di seconda generazione. Quattro o cinque teppisti, nordafricani tra i 16 e i 17 anni, hanno accerchiato il giovane e un amico verso le 17:30, pretendendo denaro. “Dacci i soldi”, hanno intimato. L’amico ha ceduto 2 euro, ma per il 13enne, che non aveva nulla, è iniziato l’incubo: lo hanno costretto a inginocchiarsi, lo hanno schiaffeggiato e lo hanno obbligato a scusarsi per non aver potuto “contribuire”.
“Ferite non ne ha, ma dentro si porta un’umiliazione che sarà difficile superare”, racconta la mamma, devastata. “Ha obbedito perché pensava avessero un coltello”, aggiunge, descrivendo il terrore del figlio, solo e indifeso in una strada deserta. I genitori lo hanno portato in ospedale per un controllo e hanno denunciato tutto ai carabinieri, che confermano: non è un caso isolato.

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Questi maranza, cresciuti in Italia ma estranei ai suoi valori, parlano italiano, segno di un’integrazione impossibile che li ha trasformati in predatori. Da via Gorizia a Piazza dell’Unità, dove un marocchino ha accoltellato passanti pochi giorni fa, Bologna è ostaggio di una violenza che ha un denominatore comune: l’immigrazione di seconda generazione.
Perché lo Stato permette a questi delinquenti di agire impuniti? La sinistra tace, mentre i cittadini vivono nella paura. “Mio figlio non si sente più sicuro, era la sua prima uscita da solo”, denuncia la mamma. Non è giusto: un 13enne non può crescere nel terrore, e i genitori non possono tremare ogni volta che i figli escono. Basta col buonismo: espulsioni immediate, revoca della cittadinanza per chi delinque, stop a un’immigrazione che genera mostri. Bologna non è la loro giungla, e gli italiani meritano sicurezza. Agite, prima che un’altra famiglia pianga!
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