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Italiano 17enne crocifisso, torturato e sgozzato dagli amici immigrati

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By V maggio 22, 2025 16:43

Italiano 17enne crocifisso, torturato e sgozzato dagli amici immigrati

Sant’Angelo in Vado, un Grido di Dolore: il Razzismo Immaginario e l’Orrore nell’Omicidio di Ismaele Lulli

Sant’Angelo in Vado, 22 maggio 2025 – Dieci anni fa, il sangue di un ragazzo innocente ha macchiato per sempre il bosco di San Martino in Selva Nera, e oggi quel dolore brucia ancora, più vivo che mai. Ismaele Lulli, un 17enne pieno di vita, è stato crocifisso, torturato e sgozzato in un atto di barbarie che ha spezzato il cuore di una comunità e di una madre, Debora Lulli, che non smette di chiedere giustizia. I responsabili, Igli Meta e Marjo Mema, due albanesi condannati all’ergastolo, hanno agito per una gelosia malata, ma al centro di questa tragedia c’è una frase delirante che pesa come un macigno: “Questo è un Paese razzista. Se ci fossero stati due italiani, invece che due albanesi, non sarebbe successo niente.” A pronunciarla è Ambera Saliji, la 19enne macedone che con un SMS ha attirato Ismaele nella trappola mortale, condannata a 5 anni per concorso anomalo in omicidio.

Un tranello fatale

Era il 19 luglio 2015. Ismaele, ignaro, rispose a un messaggio di Ambera, che lo invitava a un incontro alla fermata dell’autobus. Ma Ambera non c’era. Al suo posto, ad attenderlo, c’erano Meta, il suo fidanzato ossessionato dalla gelosia, e Mema, il suo complice. I due lo caricarono in macchina, lo portarono nel bosco, lo legarono a una croce e lo sottoposero a un interrogatorio brutale, costringendolo a confessare una relazione che, secondo Ambera, non era mai esistita. Ma per Meta quelle parole non bastarono: accecato dalla furia, colpì Ismaele con un calcio, un pugno, e poi, con un coltello a serramanico, gli tagliò la gola, quasi decapandolo. Il corpo del ragazzo fu gettato in un dirupo, mentre i due assassini, in un gesto agghiacciante, andarono a fare un bagno nel fiume per lavare via il sangue.

La ferita del razzismo

Ambera Saliji, oggi 29enne, non ha mai mostrato rimorso. Dal balcone di casa sua a Lunano, nel 2015, ha difeso il suo “uomo,” Igli Meta, promettendo di aspettarlo per tutta la vita. Ma le sue parole più dure sono state una delirante accusa all’Italia: “Questo è un Paese razzista. Ho visto su Internet i filmati di come hanno provato a linciare Igli e Marjo mentre li portavano in manette fuori dalla caserma. Se ci fossero stati due italiani, non sarebbe successo niente.” Quelle frasi hanno scatenato un’ondata di rabbia: sui social, gruppi come “Ambera Saliji, ci fai semplicemente schifo” sono esplosi, con migliaia di utenti che l’hanno insultata, alcuni arrivando a minacce xenofobe. Ma il vero dolore è quello di Debora Lulli, che a distanza di anni grida: “Ambera è la più colpevole. Senza il suo messaggio, mio figlio sarebbe vivo.” La madre di Ismaele non ha mai smesso di lottare, e anche la condanna di Saliji a 5 anni, confermata in appello ad Ancona, le sembra troppo poco per il vuoto che le ha strappato il cuore.

Un lutto che non si spegne

A Sant’Angelo in Vado, il ricordo di Ismaele è un coltello che non smette di girare nella piaga. Debora Lulli parla con suo figlio ogni giorno, come se fosse ancora accanto a lei. “Il mio tempo si è fermato a quel giorno,” ha confessato. La sorellina di Ismaele chiede di lui, sognando un fratello che non tornerà mai.

L’accusa di razzismo di Ambera Saliji è un’offesa alla memoria di Ismaele e a tutti gli italiani che chiedono giustizia. Non è il razzismo a uccidere: sono questi immigrati senza scrupoli, che arrivano qui per delinquere, a spezzare famiglie e comunità. Debora Lulli, madre distrutta, lo ha detto chiaro: “Ambera è la più colpevole. Senza il suo messaggio, mio figlio sarebbe vivo.” E mentre lei piange un dolore che non finirà mai, Saliji ha il coraggio di lamentarsi del “razzismo.” Basta! Serve tolleranza zero: carcere duro per chi commette reati, espulsioni immediate per i clandestini e stop ai ricongiungimenti familiari, che importano solo altra criminalità. Sant’Angelo in Vado non dimenticherà mai Ismaele, e l’Italia non può più permettersi di essere il paradiso dei delinquenti stranieri. Riprendiamoci la nostra sicurezza, riprendiamoci la nostra dignità!

Italiano 17enne crocifisso, torturato e sgozzato dagli amici immigrati ultima modifica: 2025-05-22T16:43:43+00:00 da V
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By V maggio 22, 2025 16:43
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell maggio 22, 17:11

    E’ gente che ancora adesso si netta le terga con le mani, cosa vi aspettate, importandoli, di vendergli la carta igienica e fargli cantare “bella ciao”?

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