Trump Mostra la Via: Le Università Italiane Devono Educare gli Autoctoni, Non Vendere Lauree agli Stranieri!
Washington, 22 maggio 2025 – Una decisione che segna un cambio di rotta e che merita solo applausi! Il presidente Donald Trump ha ordinato la revoca immediata dei permessi per studenti e visitatori stranieri a Harvard, dimostrando che le università devono essere al servizio dei cittadini locali, non un mercato per vendere lauree a caro prezzo agli stranieri. Con effetto immediato, Harvard non può più immatricolare studenti internazionali, e i circa 5.000 già presenti – il 27% del totale – devono trasferirsi altrove o lasciare gli Stati Uniti, perdendo la loro visa. È un monito chiaro: l’educazione deve tornare a essere un diritto per gli autoctoni, non un business globale che arricchisce le élite a scapito dei giovani del Paese!

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Una mossa necessaria
Secondo quanto riportato dal New York Times, l’amministrazione Trump ha notificato Harvard che la certificazione del programma per studenti e visitatori stranieri è stata sospesa. Questo significa che il 27% degli studenti di Harvard, circa 5.000 persone, si trova ora di fronte a un ultimatum: trasferirsi o lasciare gli Stati Uniti. La decisione arriva dopo tensioni crescenti tra la Casa Bianca e l’ateneo, accusato di proteggere studenti stranieri problematici, inclusi alcuni sospettati di sostenere gruppi estremisti. Trump non ha esitato: “Devono andarsene subito.” Una scelta coraggiosa che mette al primo posto la sicurezza e i diritti degli americani! Le università non possono continuare a essere un’industria che lucra sulle rette altissime degli studenti stranieri – spesso il doppio o il triplo rispetto a quelle pagate dai locali – mentre i giovani americani vengono lasciati indietro.
L’educazione non è un mercato
Harvard si è trasformata in una macchina da soldi, vendendo prestigio a studenti internazionali che possono permettersi rette esorbitanti. Ma ogni posto occupato da uno straniero è un posto tolto a un americano che merita quell’opportunità. È una dinamica perversa: i posti sono limitati, e il sistema attuale penalizza chi è nato e cresciuto nel Paese, favorendo chi ha più denaro. Le università devono tornare alla loro missione originaria: educare i cittadini locali, formare la prossima generazione di leader, medici, ingegneri e insegnanti americani, non diventare un mercato internazionale di diplomi per i figli di famiglie ricche o di Paesi con valori incompatibili con quelli occidentali.
Un colpo all’élite globalista
La decisione di Trump è un duro colpo all’élite accademica globalista, che per anni ha ignorato le esigenze degli autoctoni in nome di una presunta “diversità internazionale.” Diversità che, troppo spesso, significa solo profitto. Gli studenti stranieri non solo portano soldi, ma anche problemi: dall’integrazione culturale fallita al sostegno a ideologie pericolose, come dimostrato dai casi di studenti sospettati di simpatie per Hamas. Trump sta dicendo chiaramente: l’America viene prima. E non è un caso che il Dipartimento di Sicurezza Nazionale avesse già avvertito Harvard: o condividi informazioni sui titolari di visti studenteschi, o perdi la capacità di iscriverli. La sicurezza nazionale non si negozia, e gli Stati Uniti non possono essere un rifugio per chi rappresenta una minaccia.
L’Italia deve agire ora: stop agli studenti non europei!
L’Italia deve prendere esempio da Trump e agire con la stessa determinazione. Le nostre università, da Bologna a Milano, stanno seguendo lo stesso percorso di Harvard: si riempiono di studenti non europei, che pagano rette salate e occupano posti che spetterebbero ai nostri giovani. Intanto, i crimini commessi da immigrati non europei continuano a devastare le nostre città: a Selvazzano, un 41enne nigeriano ha picchiato moglie e figli con una verga, giustificandosi con un “Da noi si fa così”; nel Casentino, un 35enne tunisino è accusato di aver stuprato la figliastra di 8 anni. Basta! Le università italiane devono smettere di essere un business per stranieri e tornare a educare gli italiani. Chiediamo lo stop immediato all’iscrizione di studenti non europei, dando priorità ai nostri giovani e alle loro opportunità. È ora di seguire la strada di Trump: riprendiamoci le nostre università, riprendiamoci il nostro futuro!
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