CGIL promuove la cittadinanza ai “maranza” e poi piange perché molestano le iscritte alla CGIL

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By V maggio 23, 2025 22:52

CGIL promuove la cittadinanza ai “maranza” e poi piange perché molestano le iscritte alla CGIL

La CGIL ipocrita: promuove la cittadinanza ai “maranza” e poi piange per le loro violenze!

L’Italia è al collasso, e la CGIL, paladina del buonismo, si copre di ridicolo con una contraddizione grottesca. Mentre spinge per un referendum che regali la cittadinanza facile ai “maranza” – i delinquenti stranieri di che infestano le nostre città – il sindacato si lamenta delle loro aggressioni contro i lavoratori del Lidl di Ivrea. Una situazione esplosiva, denunciata il 23 maggio 2025 dalla Filcams CGIL, che descrive il supermercato di via Sant’Ulderico come una “terra di nessuno”, dove lavoratrici e lavoratori sono in balia di minacce, molestie e violenze da parte di bande di giovani immigrati. Che sorpresa, CGIL: promuovete l’invasione e poi vi scandalizzate quando i vostri protetti trasformano i negozi in campi di battaglia!

Lidl sotto assedio: i “maranza” dettano legge

Il punto vendita Lidl di Ivrea è un inferno quotidiano. Altro che “piccoli furti”: i lavoratori vivono nel terrore, bersagliati da aggressioni verbali, fisiche e molestie sessiste, soprattutto contro le donne. La diffida della CGIL, firmata da Michele Racanelli, parla chiaro: “Ripetuti episodi di minacce e atteggiamenti penalmente rilevanti” hanno reso il negozio invivibile. Un mese fa, un gruppo di giovani a volto coperto, armati di una pistola (forse finta), ha rubato birre sotto gli occhi di tutti. “Vengono sempre gli stessi, arraffano e se ne vanno”, racconta una lavoratrice. E non è un caso isolato: ad aprile, Francesco Sciarra della Uil denunciava già molestie e insicurezza, con le lavoratrici come bersagli preferiti di questi delinquenti.

Questi “maranza”, per lo più figli di immigrati o giovani clandestini, agiscono indisturbati, forti di un’impunità garantita da anni di lassismo. La CGIL chiede più sicurezza, videosorveglianza e presidi di polizia, ma non dice la verità: sono proprio le politiche che il sindacato sostiene – accoglienza senza limiti e cittadinanza facile – ad aver creato questo disastro. Il referendum per lo ius soli, che la CGIL promuove con zelo, vorrebbe premiare con la cittadinanza questi teppisti, molti dei quali non hanno alcun legame con l’Italia se non il crimine.

Ipocrisia senza vergogna

La CGIL si straccia le vesti per la sicurezza dei lavoratori, ma tace sul fatto che i responsabili di questo caos sono i frutti del loro progetto migratorio. A Ivrea, come a Torino, dove un gambiano ha violentato una 16enne, o a Bologna, dove un pakistano ha stuprato una donna, l’immigrazione incontrollata ha trasformato i quartieri in zone franche. La CGIL, che difende i “poveri migranti”, ora piange quando i suoi lavoratori vengono molestati dai “maranza” che vorrebbe rendere cittadini italiani. Che ipocrisia!

Il governo dorme, l’Italia affonda
E il governo? Piantedosi è un fantasma, incapace di fermare l’invasione. Il blocco navale è una barzelletta, l’Albania un flop, i rimpatri un miraggio. Mentre la CGIL gioca a fare la vittima, i cittadini italiani pagano il prezzo di un Paese senza controllo. A Ivrea, i lavoratori del Lidl chiedono solo di lavorare senza paura, ma restano soli, traditi da un sindacato che li usa come pedine e da un governo che non agisce.
Basta con questa follia!
È ora di dire basta! La CGIL smetta di promuovere referendum che premiano i criminali e inizi a difendere davvero i lavoratori, non i delinquenti. Servono frontiere chiuse, espulsioni immediate e tolleranza zero per i “maranza” che terrorizzano le nostre città. L’Italia non è un parco giochi per teppisti stranieri! Piantedosi, svegliati: respingi i barconi, rimpatria i delinquenti e restituisci la sicurezza agli italiani. Altrimenti, il disastro che la CGIL piange sarà solo l’inizio della fine!

CGIL promuove la cittadinanza ai “maranza” e poi piange perché molestano le iscritte alla CGIL ultima modifica: 2025-05-23T22:52:56+00:00 da V
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