Suo figlio quasi sgozzato da africano ma lei lo difende: “Sono ragazzi che vengono qui in cerca di una vita migliore”

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By V maggio 23, 2025 17:10

Suo figlio quasi sgozzato da africano ma lei lo difende: “Sono ragazzi che vengono qui in cerca di una vita migliore”

Il buonismo come malattia mentale: la follia morale della madre del tassista

Il buonismo è una patologia mentale che avvelena il singolo e la società, un morbo che distorce la realtà fino a rendere indistinguibili vittime e carnefici. Il caso di Gran Canaria lo dimostra con una chiarezza brutale: un tassista è stato minacciato di morte con un coltello da Abdoulie Bah, 19enne gambiano arrivato tre anni prima come minore migrante non accompagnato. La polizia, per salvare la vita della vittima, ha sparato e ucciso l’aggressore. Ma la reazione della madre del tassista è un esempio grottesco di come il buonismo possa degenerare in un’aberrazione morale.

In lacrime, la madre ha dichiarato: “Sono dispiaciuta per la sorte del gambiano. Sono ragazzi che vengono qui in cerca di una vita migliore e succede loro questo”. Queste parole non sono solo fuori luogo: sono un insulto alla logica, alla giustizia e, soprattutto, al figlio che ha rischiato di morire. Come si può piangere per il destino di chi ha puntato un coltello alla gola del proprio sangue, minacciandolo di morte? Questo non è un atto di compassione, ma una forma di masochismo morale, un tradimento della realtà così profondo da rasentare la follia. La madre, invece di provare rabbia per l’aggressore o sollievo per la salvezza del figlio, si abbandona a un lamento ipocrita che eleva il carnefice a vittima. È il trionfo del buonismo come malattia mentale: un’incapacità patologica di distinguere il bene dal male, di difendere chi merita protezione.

La narrazione si aggrava con l’assistente sociale che descrive Bah come “perfettamente integrato”, sottolineando il suo lavoro in un centro per minori migranti e la sua passione per il calcio. Ma l’integrazione non è un trofeo che si ottiene con un contratto o una partita in campo: è un impegno quotidiano a rispettare le leggi e i valori della società che ti accoglie. Minacciare di morte un innocente con un coltello non è un errore veniale, ma un atto che polverizza qualsiasi pretesa di integrazione. Eppure, il buonismo spinge a ignorare questa verità scomoda, preferendo una favola sdolcinata che dipinge l’aggressore come un “ragazzo sfortunato”. Questa distorsione non è solo ingenua: è complice di un’ideologia che giustifica la violenza in nome di un’astratta pietà.

A livello individuale, il buonismo della madre è una forma di autoannientamento morale. Piuttosto che difendere il figlio, vittima di un’aggressione brutale, si prostra davanti alla narrazione del “povero migrante”, come se la vita del tassista valesse meno della storia strappalacrime di Bah. Questo atteggiamento è una vergogna, un’abdicazione al ruolo di genitore e di essere umano razionale. A livello sociale, il buonismo diventa un cancro che corrode la giustizia e la sicurezza. Quando si permette che atti violenti vengano minimizzati o romanticizzati, si apre la porta all’impunità e si tradisce la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Il caso di Gran Canaria è un monito: il buonismo non è empatia, ma una fuga codarda dalla realtà. La madre del tassista, con le sue lacrime fuori luogo, rappresenta il volto più insidioso di questa patologia: una donna che, invece di gridare giustizia per il figlio, si genuflette davanti al mito del “ragazzo in cerca di una vita migliore”.

È tempo di chiamare il buonismo per quello che è: una malattia mentale che va estirpata, prima che trasformi la nostra società in un’arena di vittime sacrificali, dove i carnefici vengono compianti e gli innocenti dimenticati.

Suo figlio quasi sgozzato da africano ma lei lo difende: “Sono ragazzi che vengono qui in cerca di una vita migliore” ultima modifica: 2025-05-23T17:10:14+00:00 da V
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By V maggio 23, 2025 17:10
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3 Comments

  1. Steobaldo maggio 23, 17:26

    ..m aio la signora la conosco…si chiama Cocca e Drilla di cognome…la conosco bene!

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  2. Ul Gigi da Viganell maggio 23, 18:01

    Oppure è la famosa Gira Affà, vesuviana DOC?
    Sarà solita mignottona che ha assaggiato i baluba talmente profondamente da averne le sinapsi danneggiate…

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  3. WLMHH8 maggio 23, 19:33

    Niente da fare, ormai certa gente si e’ messa a 90 nei confronti degli immigrati clandestini e colorati che non riesce a cambiare posizione!
    Buonismo e “sinistrismo” sono una grave malattia che neanche il migliore psichiatra nel 2025 riesce a curare!

    Io, al contrario della signora, invece sono contento per la morte della scimmia criminale!
    Fanculo anche il gambia!

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