Monza, Orrore alla Stazione: Ragazzina di 15 Anni Vittima di Violenza Sessuale – L’Ennesimo Crimine di un Immigrato di Seconda Generazione!
Monza, 25 maggio 2025 – È un episodio che getta un’ombra inquietante sulla sicurezza delle nostre città e che accende un allarme rosso sulla minaccia rappresentata dagli immigrati di seconda generazione! Una ragazzina di appena 15 anni è stata vittima di una serie di episodi di violenza sessuale e stalking alla stazione di Monza, un luogo che dovrebbe essere sicuro per chi, come lei, lo attraversa ogni giorno per andare a scuola. Il responsabile, un 17enne di origine africana, ora ai domiciliari, l’ha perseguitata, minacciata e aggredita, trasformando il suo tragitto quotidiano in un incubo. È l’ennesimo caso di un giovane immigrato di seconda generazione che semina terrore e violenza, e non possiamo più restare a guardare!

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Un incubo quotidiano
La vicenda, che ha sconvolto Monza e la vicina Villasanta, si è protratta per giorni, forse settimane, fino a culminare in un episodio di violenza sessuale lo scorso mercoledì. La 15enne, che ogni mattina arrivava alla stazione di Monza per poi recarsi a scuola, veniva regolarmente avvicinata dal 17enne, un ragazzo di origine africana noto nella zona. Prima i baci sulle guance, poi all’angolo della bocca, accompagnati da inviti a seguirlo sui social. Di fronte ai continui rifiuti della ragazzina, il giovane ha perso il controllo: l’ha minacciata, insultata pesantemente e tirata per le spalle, arrivando a urlarle “Ti spacco la faccia” mentre cercava di gettarla a terra nel sottopasso della stazione, un luogo frequentato ogni giorno da centinaia di persone. La ragazza, terrorizzata, è stata costretta a cambiare le sue abitudini pur di sfuggirgli, ma i suoi tentativi non sono bastati a fermare l’aggressore.
La violenza e la denuncia
L’incubo è culminato pochi giorni fa, quando il 17enne ha compiuto un gesto gravissimo: ha baciato la ragazza all’improvviso all’angolo della bocca, un atto che ha configurato il reato di violenza sessuale. Esasperata e in preda al terrore, la 15enne ha trovato il coraggio di confidarsi con i genitori, che hanno immediatamente sporto denuncia. La polizia ha agito rapidamente, identificando il responsabile e ponendolo in regime di detenzione domiciliare, con l’accusa di violenza sessuale e stalking. Il ragazzo, assistito dall’avvocato Francesco Ruffo del Foro di Monza, dovrà ora rispondere di crimini che hanno spezzato la serenità di una ragazzina e di un’intera comunità. Ma ciò che lascia sgomenti è che, nonostante tutto, questo giovane sia ancora libero di restare in Italia, protetto da un sistema che sembra incapace di garantire giustizia e sicurezza.
Un problema sistemico: gli immigrati di seconda generazione
Questo episodio non è un caso isolato, ma l’ennesima dimostrazione di un fenomeno che sta sfuggendo di mano: la violenza perpetrata da immigrati di seconda generazione, giovani nati o cresciuti in Italia ma che non mostrano alcun rispetto per le nostre leggi e i nostri valori. A Perugia, appena ieri, una baby gang ha rapinato e schiaffeggiato tre tredicenni al Quasar; a Paternò, un 25enne straniero ha molestato sei donne; nel Casentino, un tunisino è accusato di aver stuprato una bambina di 8 anni; a Nettuno, un albanese di 38 anni è morto mentre fuggiva dalla polizia con 25 chili di cocaina. È evidente: l’integrazione di questi giovani è un fallimento totale! Invece di adottare i valori della società che li ha accolti, molti di loro diventano delinquenti, bulli, molestatori, trasformando le nostre città in luoghi di paura e insicurezza.
Una minaccia per i nostri figli
La storia della 15enne di Monza è un grido d’allarme che non possiamo ignorare. Una ragazzina che dovrebbe poter andare a scuola senza paura, che dovrebbe vivere la sua adolescenza con serenità, è stata invece perseguitata, minacciata e aggredita da un 17enne che non ha mostrato alcun rispetto per la sua dignità. Il sottopasso della stazione di Monza, un luogo pubblico, è diventato il teatro di un incubo che ha tolto alla giovane la sua tranquillità. E tutto questo sotto gli occhi di una comunità impotente, che si chiede: chi sarà il prossimo? I nostri figli non sono più al sicuro, e gli immigrati di seconda generazione, come questo 17enne africano, sembrano essere sempre più spesso i responsabili di questa spirale di violenza.
Basta con le giustificazioni, serve azione!
È ora di dire basta! Non possiamo più accettare che i nostri figli vivano nella paura, che le nostre stazioni diventino luoghi di pericolo, che giovani immigrati di seconda generazione, invece di integrarsi, diventino una minaccia per la società. La detenzione domiciliare di questo 17enne non è sufficiente: serve una politica di tolleranza zero, con espulsioni immediate per chi commette reati, anche se minorenne o nato in Italia. Basta con i ricongiungimenti familiari che alimentano l’arrivo di famiglie incapaci di educare i loro figli al rispetto delle leggi! Monza, Villasanta, Perugia: ogni città italiana sta diventando un campo di battaglia, e non possiamo più permetterlo. È ora di proteggere i nostri giovani, di riprendere il controllo delle nostre strade, di dire basta a un’integrazione impossibile che ci sta costando troppo cara!
Se ce l’ha duro non è un bambino e va trattato come un adulto: lo si castra con una lama e quello si calma.
Se sopravvive, lo prenderà allegramente nel culo da chi ama questi passatempi e le ragazzine bianche non saranno molestate, almeno da lui…