Perugia, Terrore al Quasar: Baby Gang Rapina e Minaccia Tredicenni – È un’Emergenza Incontrollata!
Perugia, 25 maggio 2025 – È un episodio che scuote nel profondo e che lancia un allarme gravissimo sulla sicurezza dei nostri figli! Venerdì sera, verso le 19:30, nella zona del centro commerciale Quasar a Perugia, tre ragazzini di appena 13 anni sono stati accerchiati, minacciati e rapinati da una baby gang di quattro giovani delinquenti. I tre amici, che volevano solo trascorrere un pomeriggio spensierato, sono stati costretti a consegnare cappellini e marsupi sotto la minaccia di un cacciavite, mentre uno di loro, che ha provato a reagire, è stato schiaffeggiato. La polizia è intervenuta rapidamente, arrestando tre dei quattro responsabili – due sedicenni e un quindicenne – ma il quarto è riuscito a fuggire, lasciando una comunità sotto shock e un senso di impotenza che non possiamo più ignorare!

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L’aggressione: un incubo per tre tredicenni
Il racconto del padre di una delle vittime, un medico perugino, è straziante. “Mio figlio ha tredici anni,” ha dichiarato, ancora visibilmente scosso. “Con altri due amichetti della stessa età era al Quasar. Li hanno accerchiati in quattro, li hanno minacciati e si sono fatti dare cappellini e marsupi. Mio figlio ha provato a dire qualcosa, una reazione: è stato preso a schiaffi. Mi ha chiamato, era terrorizzato.” I ragazzini, nonostante la paura, sono riusciti a salvare i telefonini e a chiamare sia i genitori che la polizia. Il padre, arrivato sul posto, ha bloccato i tre aggressori, che il figlio ha riconosciuto, riuscendo a farsi restituire il maltolto. Ma ciò che lo ha colpito di più è stata “l’aria di sfida e di strafottenza” dei giovani delinquenti, un atteggiamento che non si è spento nemmeno di fronte agli agenti.
La baby gang: un’organizzazione criminale
La polizia ha chiuso il cerchio in pochi minuti, portando i tre membri della baby gang in questura. Si tratta di due sedicenni e un quindicenne, ora ai domiciliari su disposizione del procuratore per il tribunale dei minorenni, Flaminio Monteleone. Durante la perquisizione a via del Tabacchificio, è emerso un dettaglio inquietante: uno dei sedicenni aveva con sé un passamontagna nero e un cacciavite, strumenti che lasciano pochi dubbi sulle loro intenzioni. “Il cacciavite poteva servire per minacciare le vittime e il passamontagna per non farsi riconoscere,” hanno dichiarato gli agenti. L’accusa è pesante: rapina aggravata in concorso, con un’ulteriore denuncia per porto di armi od oggetti atti a offendere per il sedicenne trovato con il “kit del bandito.” Il quarto complice, che è riuscito a scappare, è ora ricercato grazie alle telecamere di sorveglianza del Quasar e delle attività circostanti.
Un problema fuori controllo
Questo episodio non è un caso isolato, ma l’ennesima dimostrazione di un fenomeno che sta sfuggendo di mano. Le baby gang, composte da minorenni stranieri o ‘italiani’ di seconda generazione, stanno seminando il terrore a Perugia e non solo. Lo scorso 24 maggio, a Corciano, tre minorenni (due classe 2009 e uno 2010) sono stati arrestati per rapina aggravata in concorso nel parcheggio di un esercizio commerciale. A marzo, un altro ragazzino è stato accerchiato e rapinato al Quasar da un branco, con due denunciati. E a gennaio, due 14enni sono stati rapinati al parco Chico Mendez, minacciati con una pistola giocattolo. I dati della giustizia minorile, riportati a inizio 2025, parlano chiaro: 674 procedimenti penali contro minori, con un aumento di reati contro l’incolumità personale (170) e furti aggravati (68), spesso commessi da stranieri, in particolare marocchini, tunisini, albanesi ed egiziani. È un’escalation che non possiamo più tollerare!
La strafottenza dei delinquenti
Ciò che rende questo episodio ancora più allarmante è l’atteggiamento dei giovani arrestati. “Sguardo dritto negli occhi dei poliziotti e aria da bulli,” racconta chi li ha visti in questura. Nessun pentimento, nessuna paura, solo una sfrontatezza che fa gelare il sangue. Questi non sono “ragazzi difficili” in cerca di redenzione: sono criminali organizzati, pronti a tutto pur di imporre la loro legge. Il passamontagna e il cacciavite trovati in loro possesso non sono oggetti casuali, ma strumenti di un’attività premeditata, che ha come vittime i nostri figli, bambini che non possono più vivere serenamente un pomeriggio tra amici senza temere per la loro incolumità.
È ora di agire!
L’aggressione al Quasar è un grido d’allarme che non possiamo ignorare. I cittadini di Perugia meritano di vivere senza paura, e i nostri figli devono poter crescere in un ambiente sicuro, non in una giungla dove baby gang armate di cacciavite e passamontagna dettano legge. Serve una risposta durissima: pene più severe per i minori che commettono reati, espulsioni immediate per i delinquenti stranieri, e un rafforzamento delle misure di sicurezza nei luoghi pubblici come il Quasar. Non possiamo permettere che queste bande continuino a terrorizzare i nostri bambini, trasformando ogni uscita in un incubo. Basta con la tolleranza, basta con le scuse: è ora di riprendere il controllo delle nostre città, prima che un altro tredicenne debba chiamare suo padre, terrorizzato, dopo essere stato schiaffeggiato da un branco di bulli!
Quattro ceffoni a mano aperta e altri quattro dopo, quando provano a protestare e così avanti fino a quando non hanno più la forza di piangere perchè i baluba devono capire chi è che comanda…