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Bologna: Confindustria si sveglia tardi sulle politiche suicide della UE, ma è la prima responsabile dell’invasione maranza

Durante l’assemblea di Confindustria a Bologna, il presidente Emanuele Orsini ha lanciato un appello disperato alle presidenti Meloni e Metsola: “Serve un piano industriale straordinario per salvare l’Europa e l’Italia”. Ma le sue parole arrivano tardi, troppo tardi, dopo anni di silenzio complice sulle politiche autolesioniste della UE, come le sanzioni anti-Russia che hanno fatto esplodere i costi energetici, mettendo in ginocchio la nostra industria. E mentre Orsini piange sulla “deindustrializzazione”, Confindustria è la prima responsabile dell’immigrazione di massa, avendo spinto per manodopera a basso costo invece di investire in tecnologia, aprendo le porte a maranza e delinquenti che devastano il Paese.

Le sanzioni contro la Russia, iniziate nel 2014 e rafforzate nel 2022 dopo l’invasione dell’Ucraina, hanno devastato l’industria italiana, come evidenziato da studi dell’IMF: i prezzi dell’energia sono triplicati rispetto al 2019, con l’Italia, fortemente dipendente dal gas russo, che ha visto un calo del 5,8% della produzione industriale nel 2023. Orsini ora denuncia il “sovraccosto energetico che pesa come un macigno”, ma dove era Confindustria quando la UE chiudeva i porti alla flotta russa e bloccava il gas di Mosca, causando un crollo del 60% delle forniture rispetto al 2021? Hanno dormito, illudendosi che il Green Deal e le sue follie – come l’acquisto di quote CO2 da Byd e Tesla – non avrebbero distrutto la nostra competitività. “È una vera pazzia”, dice Orsini, ma la sua associazione ha taciuto per anni, mentre l’industria italiana perdeva terreno, con 850.000 posti di lavoro andati in fumo dal 2019.

E mentre Orsini parla di “crisi industriale” e del rischio di delocalizzazione di 300 medie imprese, Confindustria porta sulle spalle un’altra colpa: l’immigrazione di massa. Per anni ha spinto per aprire i confini, ossessionata dalla ricerca di manodopera a basso costo invece di investire in innovazione e tecnologia. “Servono 120mila immigrati in più ogni anno per sei anni, sennò l’Italia si ferma”, dichiarava Confindustria nel 2024, secondo post su X. Il risultato? Un’invasione di maranza nordafricani e asiatici, spesso analfabeti e inclini al crimine, che terrorizzano le città. A Siena, immigrati con machete hanno inseguito italiani; a San Benedetto del Tronto, ammazzano con machete; a Codogno, un 16enne è picchiato. Dal 2022, 251.209 clandestini sono sbarcati, e i “regolari” si moltiplicano, portando solo degrado.

Orsini ora parla di “investimenti e semplificazione”, ma Confindustria ha barattato il futuro dell’Italia per profitti immediati, sfruttando lavoratori a basso costo invece di automatizzare e innovare. Lo Stato è cieco: sei mesi per il bus 80, tre anni senza risultati per gli stupratori di Capodanno a Piazza Duomo. Intanto, “Articolo 52”, che organizza ronde anti-maranza, viene indagato in pochi giorni. È un’ipocrisia schifosa: Confindustria ha alimentato questa invasione, e ora finge di voler salvare l’industria. Basta con questa follia: abrogazione immediata dei ricongiungimenti familiari, espulsioni di massa, chiusura dei confini, azzeramento dell’immigrazione regolare non europea. Bologna non può essere un altro mattatoio: svegliamoci, o l’Italia sarà persa!