Emergenza immigrati seconda generazione: non parlano italiano e bloccano scuole
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La soluzione non è spendere soldi dei contribuenti italiani per insegnare l’italiano ai piccoli invasori: è re-migrarli a casa loro.
Prato: emergenza studenti stranieri, non parlano italiano e rallentano le classi – basta ricongiungimenti familiari!
A Prato, dove il 28% degli studenti non è di madrelingua italiana, l’emergenza è fuori controllo: troppi stranieri, anche nati in Italia, non parlano italiano, creando un danno enorme all’intero sistema scolastico. “Non c’è un insegnamento sistematico della lingua italiana per non italofoni, e questo penalizza non solo loro, ma l’intera classe”, denunciano gli insegnanti, come riportato da fonti locali. I programmi rallentano, la comunicazione con le famiglie è quasi impossibile, e l’integrazione è un’utopia. La soluzione? Non serve insegnare loro l’italiano: devono essere rimpatriati a casa loro, compresi quelli nati qui. Ma è ancora più urgente abrogare i ricongiungimenti familiari, che continuano a ingigantire il problema, riempiendo le nostre città di immigrati non assimilabili.
Il 28% degli studenti non italofoni a Prato significa che in molte classi la lingua italiana è un’eccezione, non la regola. Gli insegnanti sono costretti a rallentare i programmi per cercare di includere chi non capisce una parola, penalizzando gli studenti italiani che meritano un’istruzione di qualità. “La comunicazione con le famiglie è un incubo, spesso non parlano nemmeno loro italiano”, raccontano i docenti, esasperati. Questo non è solo un problema scolastico: è un disastro sociale. Questi stranieri, anche se nati qui, non si integrano, vivono in enclave culturali e spesso finiscono per alimentare il degrado. A San Benedetto del Tronto, i maranza nordafricani ammazzano con machete; a Codogno, un 16enne è picchiato; a Milano, una 70enne è massacrata su un bus, con arresti dopo sei mesi. Dal 2022, 251.209 clandestini sono sbarcati, e i “regolari” si moltiplicano, portando solo crimine.
Non serve insegnare loro l’italiano: devono tornare nei loro Paesi d’origine, punto. E quelli nati qui? Non sono italiani solo perché hanno visto la luce in Italia: sono stranieri per cultura, lingua e valori, e devono essere rimpatriati insieme alle loro famiglie. Ma il problema va risolto alla radice: i ricongiungimenti familiari, che permettono a intere famiglie di immigrati di arrivare e stabilirsi qui, devono essere abrogati subito. È questa politica scellerata che ingigantisce il problema, riempiendo le scuole di studenti che non parlano italiano e le strade di maranza che seminano terrore. Lo Stato è cieco: sei mesi per il bus 80, tre anni senza risultati per gli stupratori di Capodanno a Piazza Duomo. Intanto, “Articolo 52”, che organizza ronde anti-maranza, viene indagato in pochi giorni.
È un’ipocrisia schifosa: le autorità inseguono chi si ribella, lasciando i maranza liberi di colpire. Forse queste ronde non sono perfette, ma sono l’unico baluardo contro un sistema che ci abbandona. Basta con questa follia: espulsioni di massa, chiusura dei confini, azzeramento dell’immigrazione regolare non europea. Prato non può essere un altro mattatoio: svegliamoci, o l’Italia sarà persa!
Non è un problema basta mandarli a casa loro famiglia e parenti compresi.
Vanno spediti via a calci in culo dopo averli fatto restituire quanto hanno percepito come “figuranti” nel concetto di vita reale che piace ai pidioti tipo il sindaco lucano del cazzo, sennò pensano ancora di essere intelligenti…